180° Anniversario dell’Assunta di Cammarana: incanto e mistero plasmano la cultura scoglittiese

 

Una storia piena di fascino e suggestione quella di Camarina. Che difficilmente dimentichi, come la storia dell’Assunta di Cammarana, venerata nella frazione con il nome di Santa Maria di Portosalvo, patrona e madre di tutti gli scoglittiesi. Al suo 180° anniversario, solenni i festeggiamenti anche se sistematicamente ogni anno, nel mese di agosto viene celebrata con tutti gli onori delle tradizioni storiche, le cui origini risalgono al V secolo a. C. sin dalla fondazione di Camarina colonia corinzia, e nome di origine italico (Camaro dal latino: curvato in dentro) o per altri di origine fenicio (Kamar: rumoreggiare).

Il sito archeologico venne fondato da due Ecisti, Deskon e Menekolos sul promontorio tra i fiumi Ippari e Oanis.

Entrata in conflitto con la città madre  Siracusa, la sconfissero nel 553 a.C. e rifondata nel 492 da Gela. I camarinensi si rivelarono insofferenti alla tirannide conservando l’identità di cittadini nonostante la condizione di esiliati.

Camarina, alleatasi con Atene, riuscì a conquistare il territorio di Morgantina strappandolo a Siracusa durante la guerra del Peloponneso nel 424 a.C.  alternandosi tra periodi di prosperità e sottomissione alla città madre che la riconquistò durante il dominio di Dioniso I il Grande.

Decadde depredata, saccheggiata dai Romani e dai Mamertini ( 275 e 258 a. C.) e si rialzò grazie al suo potente porto, nel periodo della Repubblica romana accogliendo navi da guerra di Cesare, Ottaviano, Publio Cornelio Scipione…continuando i commerci con l’Africa.

Completamente distrutta nel 827 dalla conquista araba da parte dell’esercito di Qad’ Ased al Furat.

Rimase l’acropoli i cui resti del tempio della divinità Minerva o Parthenos (vergine), sulla parte più alta della città, di collegamento tra l’agorà e il porto, vennero utilizzati per costruire il santuario della Madonna di Cammarana (III, IV s. d. C.) a seguito della cristianizzazione della Sicilia e di Camarina subito dopo l’editto di Costantino nel 330 d. C..

Durante il paganesimo, moltissimi i giochi, cortei notturni, danze, canti attraversavano boschi e campagne.  Forse coincidenze ma si riscontrano collegamenti tra le feste pagane e quelle cristiane.  I camarinensi, custodirono per sè il culto pagano della Dea Minerva come patrimonio storico, come radice consolidata  proiettandosi su Maria Santissima protettrice e sul ruolo che assumeva sui fedeli pronti a sciogliere il proprio voto ponendo nel Santuario gli ex voto.

Camarina insediata dagli indigeni stabilitisi nelle grotte del Palummaru (per le frequenti presenze di gabbiani), festeggiavano sempre e comunque la Madonna ogni 15 agosto con la partecipazione di fedeli provenienti da tutta la zona circostante definita dalla mappa vaticana Sculipulis (Scoglitti).

I festeggiamenti alla Madonna si celebravano annualmente tra il 13 e il 15 agosto assieme alle tradizioni pagane in onore della dea Minerva attraverso le gare di barche, palio dei cavalli, fiera sul litorale di Camarina, la processione a lume di lampare e la famosa “Antinna a mare”, durante la prima luna piena dopo il solstizio d’estate tra la fine di luglio e la prima decade di agosto.

Disgraziatamente un incendio distrusse il santuario della Madonna nel 1834. In quella terribile circostanza gli abitanti di Palazzolo Acreide presero la statua della Vergine e la portarono nella loro città ma gli abitanti di Scoglitti riuscirono a riprenderla con sé e custodirla nella chiesetta del Marchese  Gioacchino Ferreri di Comiso. La statua venne collocata in una nicchia dell’altare centrale continuando a celebrarla, la penultima settimana di agosto allo stesso modo in cui veniva festeggiata sul promontorio di Camarina. Ai piedi del simulacro una barchetta con un pescatore, simbolo della realtà marinara e due divinità del mare per non dimenticare le radici storiche della Madonna di Cammarana.

Ma qualcosa di affascinante e misterioso, tuttora,  rievoca  quel santuario distrutto…forse richiama la Madonna a sé? Racconti antichi ci tramandano la presenza di un tesoro nascosto, non disincantato se non la notte di ferragosto… E poi, secondo il racconto di alcuni anziani della frazione vittoriese e dello studioso del folklore siciliano, Giuseppe Pitrè pare che tutti gli anni, durante la vigilia di ferragosto, nel santuario distrutto si senta il suono di una campana. La campana protagonista delle feste di ferragosto che i turchi avrebbero gettato in mare. Ogni anno, nella notte che precede la festa, suona con malinconia per richiamare l’Assunta che è andata via dalla collina di Cammarana. Incanto e nostalgia!

Molte altre leggende circondano l’affascinante storia della Madonna. Ricordiamo “U Papalluossu i Cammara”, “U Maccuni Re”, “A Playa i Cammarana”, “A Rutta do re Cuccu” racconti che plasmano l’identità scoglittiese.  

Non più Madonna di Cammarana ma Madonna di Portosalvo patrona della frazione, quest’anno festeggia il suo 180° anniversario tra fascino e mistero, fra sacro e profano. Festeggiamenti che iniziano il primo agosto e terminano l’otto settembre rispettando il rito bizantino. La penultima domenica è preceduta da un triduo di preparazione: il venerdì, un pellegrinaggio in cui ogni fedele con una fiaccola accompagna il Simulacro della Madonna lungo la riviera di Cammarana, per ricordare l’antica dimora della Vergine. Quest’anno ai piedi della collina di Camarina rievocazione del grande evento risalente all’anno 1834 in cui il simulacro della Madonna lascia definitivamente Cammarana per essere portato nella chiesa di Scoglitti. Primasolenne concelebrazione eucaristica presieduta da Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Paolo Urso Vescovo di Ragusa.  Il sabato concerto sinfonico nella piazza antistante la Chiesa Madre del corpo bandistico “Vincenzo Bellini” di Monterosso Almo diretto dal M° Umberto Terranova; la domenica processione a mare su un motopeschereccio del simulacro, percorrendo tra le onde del mare fino al raggiungimento del promontorio di Cammarana e la Riviera Gela per poi rientrare in porto e ricondotto in processione in chiesa. La sera trionfale uscita del simulacro della patrona inneggiata da lanci di volantini, palloncini e spettacolo di fiori.

Ogni festa ha l’intento di identificare una comunità e confermare la solidarietà attraverso la comune partecipazione dei rituali religiosi.

Un ringraziamento particolare va a Pietro Mario Vitalunga per aver ricostruito- attraverso le pagine del suo libro- la storia della nascita del culto dell’Assunta di Cammarana e a far si che non vengano dimenticate le tradizioni religioso-culturali di una frazione dal fascino intramontabile come Scoglitti. 

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Originaria di Ragusa ma residente in Vittoria dove ha conseguito la maturità liceale e l’anno successivo quella magistrale per ottenere l’abilitazione all’insegnamento (1999-2000). Laureatasi in lingue e letterature straniere insegna negli istituti superiori privati. Tutor universitario ha collaborato per sei anni con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ha realizzato con il FEI una guida multilingua sui diritti e doveri degli immigrati e lavorato come socia e mediatrice linguistico-culturale per minori immigrati non accompagnati presso la cooperativa sociale Alfa di Vittoria. Traduce testi letterari in lingua inglese e spagnola e collabora con Mister Go e Accademia Britannica come organizzatrice vacanze-studio all’estero. Quando può mette qualcosa in valigia e viaggia moltissimo. Le sue mete? Spagna, Turchia, Marocco…

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