“Papi…è sicuramente la sintesi di un viaggio, di una forza gioiosa che quando ti chiama puoi rispondere semplicemente donando ciò’ che sei”.
Inizia così questa “sfida” a quattro mani, la mia schiettezza da un lato, il suo essere diretto dall’altro.
Gli sguardi si incrociano, parto in quarta (come al solito) e chiedo:
Cosa ne sai tu di quello che patisce una Madre, di come la vita cambia, si modifica a ritmi tempi e luoghi che nemmeno immaginavi, tu sei un Padre per voi non cambia nulla!!!
Con la convinzione di chi sa, arriva apparentemente fredda ed immediata una verità, forse La Verità !
“Tutto ciò che sei e che rappresenti per tuo figlio non devi confonderlo mai con quello che egli e’ o potrebbe diventare”
Mi domando se ha capito mai cosa intendevo dire, ma non riesco a concludere così, non voglio alzarmi e pronunciare la solita frase di circostanza: È stato un piacere, grazie, alla prossima.
Mi fermo un attimo e per quanto mi possa ricordare ho imparato solo da mia madre di quanto efficace sia contare fino a 10, 100, mille, non ho alternative devo ascoltarlo, in fondo l’ho condotto io in questa esperienza e non è un caso che io abbia sempre scritto di un padre cercando di calarmi nei panni di un uomo, ma non soffermandomi mai in ciò che lui pensa realmente.
Mi faccio coraggio, respiro, mi auto convinco che qualcosa di costruttivo o alla meno peggio distruttivo ne verrà fuori, in fondo, mi dico, si celebra la festa del Papà, diamo spazio a questa “figura”, d’altronde per quanto, in un cosciente riguardo nei confronti di un pensiero paterno, possa immaginare di immedesimarmi, non potrò mai scrivere in nome e per suo conto….e poi diciamola tutta, io sono una Madre!
Sono appena trascorsi tre secondi dal mio ultimo pensiero ed il Sig. Basile ha già pronta una risposta delle “sue” impassibile e senza alcuna alternativa di replica: ” Io sono un Padre , non sono nè una traccia nè un programma, sono essenza e non rappresentazione teatrale, sono sapore di buono e non un menù di pesanti lezioni”
Resto incredula, di fatto non mi aspettavo un affermazione del genere, quasi di connotazione femminile ma pur sempre pronunciata da un Padre assolutamente consapevole delle sue affermazioni, calano le mie sicurezze con un certo senso di appartenente ignoranza che placa ogni forma di “sfida” iniziale, ricordo di qualche articolo fa, quando le mie parole connotavano la figura del Padre come figura salda, pilastro portante, di grande valenza materiale ma non intima, viscerale emozionale.
Prendo fiato , chiedo a Mario di raccontare chi è un padre, questa volta non ho interesse di far predominare le sensazioni di una donna, di un figlio, di una madre, voglio esattamente sapere come un padre può raccontare di se stesso.
Mario rilassa il volto, ha capito che adesso abbiamo la stessa voglia di raccontarci, di fare capire ciò che involontariamente, per le vie sfrenate del nostro esistere ci siamo persi, fra confusioni gelosie voglie di predominio, distinzioni, inutili puntualizzazioni.
Avanza come al solito , come chi sa di raccontare una sola verità “Un padre è quella figura fatta di piccole attenzioni, non di compiacimenti” , si sarà confuso penso fra me e me, sta esattamente parlando del ruolo di madre, ma nel breve evolversi di un secondo vengo rapita da un racconto, il suo, quello di un padre sinonimo di appartenenza e di sostanza pura e non sostituibile “
Papi……è sicuramente la sintesi di un viaggio, di una forza gioiosa che quando ti chiama puoi rispondere semplicemente donando tutto ciò che sei.
Tutto ciò che sei e che rappresenti per tuo figlio non confonderlo mai con quello che vorresti che egli fosse o diventasse!
Sei traccia non un programma.
Sei Essenza non rappresentazione teatrale;
Sei sapore di buono per lui e non “menù” di pesanti lezioni;
Sei fatto di piccole attenzioni e non di regali materiali e compiacimenti.
Fu quella deliziosa manina che sfiorai e delicatamente strinsi le tue piccole dita…
Da lì a poco i primi pianti notturni che per mesi fecero da sussulto ad un sonno oramai spezzato ma consapevole che il mondo sarebbe rinato.
Preludio di una vita che andava schiudendosi nel seme di lunghissimi abbracci dentro un lettone ma sempre con la paura che di poterti fare male perché le mie mani non facevano altro che massaggiare il tua dolcissima pelle al profumo di talco.
Aspettavo che ti addormentassi per accostare il mio respiro al tuo per rendermi conto che la rosa più bella di questo giardino era toccata immeritatamente a me! ….anch’io mi addormentavo alla tua musica fra colori ed i sogni più belli che riuscivo ad inventare insieme a te.
Gli anni passavano e gli odori diventavano sempre più forti. Odore di matite, profumi a cera, pastelli disordinati qua e là hanno lasciato in me segni profondi.
Una scelta fatta separò il nostro vivere addormentati vicino quando le tue manine mi permettevano di addormentarmi al suono di rintocchi soavi….che ancora ricordano le prime ore di sonno sul tuo lenzuolino pitturato ad olio…….”
Conclude così il suo racconto Mario, una semplice risposta ad una domanda ricca di malizia e di aspettative, non fu più importante da quel momento cercare di trovare un ulteriore altra domanda che lo mettesse in soggezione, di trovare risposte di comodo, di cogliere una diversità nel darsi nei confronti di un figlio, perché molto probabilmente c’è chi lo fa in maniera diversa che non vuol dire con mancanza di sincerità, forse è il modo più sincero e più umile per presentarsi al cospetto di una nuova vita, ammettendo fra le righe di non essere capace di sostituire il ruolo di una madre, ma di essere ugualmente capace di amare con la stessa intensità, con il suo essere goffo, burlone, spontaneo e a tratti perché no, umano e stanco.
Mi piacerebbe adesso, conclusa l’intervista , che Mario dicesse , con lo stesso mio compiacimento dell’ essermi ravveduta, che la festa del Papà non è soltanto il 19 Marzo 😉 ma ogni santo e benedetto giorno, perché che siate con le spalle larghe, alti o bassi, etero o omosessuali, belli o brutti, ricchi o poveri, nelle vostre sofferenze, con i vostri silenzi, siete Padri, con un peso in più ed una fatica in meno, qualche ruga segnata dal tempo ma pur sempre coscienti e consapevoli del vostro ruolo.
E….scusateci se qualche volta pensiamo di voi che siete programmati, distratti, insensibili, in fondo abbiamo solo perso di “svista” che siete fatti di carne, ossa, pensieri ed emozioni proprio come noi.
Ringrazio MARIO BASILE per il suo racconto, le sue parole e per avermi imbarazzata più volte.
Buona Festa del Papà… spalle dritte e testa alta!
questo articolo è interamente dedicato a mio figlio Leo in attesa che diventi anche lui padre frutto di un padre altrettanto meraviglioso!