Banca Etruria, “rosso positivo” e le denunce inascoltate (I verbali delle assemblee – prima puntata)

“La Banca rischia di perdere la propria autonomia, ma gli azionisti venivano portati a votare con decine di pullman, lauti pranzi e gita turistica a spese della Banca e i media aretini non hanno mai pubblicato neanche un rigo dei miei interventi, erano più importanti i contratti pubblicitari”.

Vincenzo Lacroce, socio di Banca Etruria, è lapidario e ripercorre il tracollo della banca, mostrando le carte.

Era la mattina di giovedì 11 marzo 2010 e Lacroce, dopo aver letto i titoli dei giornali locali di Arezzo, rimaneva basito. Sulle pagine dei quotidiani di quel giorno, infatti, a grandi lettere campeggiava un ossimoro: “Banca Etruria, rosso positivo” e “Banca Etruria in rosso ma è più forte”.

Lacroce non perse tempo e, durante l’Assemblea del 25 aprile 2010, presentò un documento (ndr: l’atto non fu allegato al verbale dell’assemblea, asseritamente “in coerenza con la giurisprudenza vigente”), con un grido d’allarme forte e chiaro: “I gravi errori strategici del passato continueranno a condizionare la vita della nostra Banca”.

La denuncia di Lacroce non lasciava dubbi e nel verbale dell’Assemblea si legge: “…dalla lettura del bilancio, emergono gli errori commessi in passato e lamenta, non tanto la perdita di 11, 4 milioni di euro, possibile in un periodo di grave crisi economica, quanto la difficile situazione dei crediti; al riguardo rileva che, nonostante le rettifiche per 108,2 milioni di euro, il bilancio presenta crediti deteriorati (ndr: si tratta in pratica di crediti per i quali la riscossione è incerta sia in termini di rispetto della scadenza sia per ammontare dell’esposizione) con un incremento pari al 9,4% del totale dei crediti rispetto al 31 dicembre 2008 (661,5 milioni di euro a fronte di 292,1 milioni, con un incremento di 369,4 milioni). Il socio passa poi ad illustrare alcuni aggregati in riferimento alle Società del Gruppo che potrebbero generare perdite, con particolare riferimento alla Banca Federico del Vecchio. In merito alla recente cartolarizzazione per 51 milioni di euro, il socio si augura che non ci saranno ulteriori perdite come verificatosi nelle precedenti cartolarizzazioni. Dopo aver fatto riferimento alla fusione per incorporazione con Etruria Immobili e Servizi, con benefici pari a 40,3 milioni di euro di incremento delle riserve, il socio ritiene insoddisfacente il cost income (ndr: rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione); in ordine all’acquisizione degli sportelli Unicredit; ricorda le critiche già espresse in occasione dell’Assemblea del 25 ottobre scorso. Il Socio prosegue ricordando che, già dal 2002, l’Organo di Vigilanza aveva imposto alla Banca un ulteriore requisito patrimoniale del 2% rispetto a quello ordinario in relazione alla rischio di credito… in materia di crediti… chiede maggiori chiarimenti sulle modalità con cui sono stati concessi i finanziamenti nei precedenti esercizi…il socio domanda se le perdite su crediti iscritte nel bilancio 2009 siano maturate tutte nell’anno o siano attinenti a posizioni pregresse, riferendosi anche a posizioni intestate ad ex Consiglieri della Banca. Il Socio conclude sottolineando che gli errori del passato continueranno a condizionare la vita della Banca che necessita di razionalizzazione in ordine alle partecipazioni, agli sportelli non redditizi ed agli investimenti nel settore immobiliare.”

Nel documento presentato in quella circostanza, ma non accolto dal Consiglio, Vincenzo Lacroce, tra le altre cose, precisava:

“…Come mai a dicembre veniva preannunciata una chiusura in utile mentre successivamente si chiude in perdita?…Poiché non credo che il Consiglio lo farà chiedo che sia l’Organo di Vigilanza che leggerà il verbale assembleare di oggi ad imporre al Consiglio (trattandosi di società quotata) di portare i risultati a conoscenza dell’Assemblea dei soci, cosa mai fatta nella storia della Banca nonostante le gravi sanzioni connesse ad irregolarità rilevate in passato”.

Sempre nello stesso documento, Vincenzo Lacroce, poneva alcune domande:

  1. “Le perdite su crediti iscritte nel bilancio 2009 sono maturate tutte nell’anno o si riferiscono a posizioni incancrenite da anni nel qual caso ci sarebbero gravi responsabilità nella compilazione dei bilanci precedenti?

  2. Le modalità con le quali sono stati istruiti e concessi tali finanziamenti, in particolare nel 2006, sono state tecnicamente impeccabili?

  3. Il controllo sull’andamento degli affidamenti veniva e viene effettuato in modo incisivo?

  4. Le azioni di recupero dei crediti nei confronti dei debitori sono state adeguate e tempestive?

  5. E’ stata fatta un’analisi sul perché di tali perdite? Io spero tanto che lo faccia la Vigilanza.

  6. Corrisponde al vero che tra le rettifiche effettuate nel 2009 vi sono posizioni intestate ad ex Consiglieri della Banca per decine di milioni di euro?

  7. Ai Consiglieri venivano e vengono praticati tassi di mercato?”

Lacroce, dopo aver chiesto “maggiore trasparenza”, concludeva il suo intervento, invitando i presenti “a votare contro l’approvazione del bilancio 2009”.

di Renato Scalia

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