“37 chili, uno scheletro che camminava. Sembrava una donna di Auschwitz”. È ora che lo Stato si svegli e si prenda cura di chi soffre!

“Nella mia vita ho sempre parlato in maniera molto chiara e diretta e anche questa volta sarà così”.

Inizia così uno scritto, particolarmente sentito, di Federico Cucurullo, cugino di Mariella Russo, giovane ragusana la cui storia, in questo ultimo periodo, ha attirato la ribalta delle cronache nazionali.

“Mariella, descrivendo la sua condizione, vuole sempre tenere alta la sua dignità e cela particolari non trascurabili – dichiara Federico Cucurullo -, dando così all’ascoltatore e all’opinione pubblica una informazione tante volte non completa a sufficienza. Ricordo i complimenti del giornalista e conduttore televisivo di Rai 1 Franco Di Mare, circa la bellezza di Mariella. Tutti la vedono bella perché bella lo è, ma adesso affermo che la sua bellezza è una bellezza assolutamente artificiale e aleatoria, dato che alla sospensione delle cure corrisponderebbe una severa involuzione del suo stato di salute fino a conseguenze che non oso immaginare”.

Il cugino di Mariella si sofferma sulla questione economica che, in un abbraccio mortale con la malattia, ha ridotto la famiglia quasi in miseria.

“La famiglia di Mariella è economicamente in ginocchio, mi si creda. Mio cugino Giuseppe e la sua famiglia di appartenenza, dopo aver venduto ogni cosa, adesso sono soffocati dai debiti, col terrore di non arrivare a saldare le rate di ogni scadenza. Sapete cosa significa vivere così – si chiede -? Significa non vivere, perché la paura di non arrivarci col denaro, a poco a poco uccide. Pensate a come si sente schiacciato dai pensieri e dalle preoccupazioni mio cugino, responsabile di un nucleo familiare già pesantemente colpito dalla malattia. Potreste riuscire voi a sopravvivere a questo stress per cinque lunghi e tormentatissimi anni? E come può lo Stato Italiano, che non riconosce la malattia, stare a guardare la condizione penosa dei malati di MCS e continuare a non riconoscere la malattia? Sono forse figli di nessuno? Malati di serie C? O peggio ancora malati da lasciar morire? Si, perché di questo stiamo parlando. Mettiamolo in testa: di MCS si muore e dalle comode e rimunerative poltrone del nostro Parlamento si rimane a guardare inattivi”.

Da qui l’invettiva che Cucurullo lancia a chi dovrebbe rappresentare i problemi “degli ultimi”.

“Vorrei guardarli in faccia questi signori e, con fiera risolutezza – grida Federico – poter mostrare le foto di una Mariella che pesava solo 37 chili ed assomigliava tanto ad una triste figura femminile già vista ad Auschwitz, e dire: “anche tua figlia può ridursi così, e non hai fatto niente per evitarlo!”

Devo pensare allora che, adesso che sono finiti i soldi, Mariella torni nella sua Aushwitz dell’anima? No, non posso permetterlo! Tra le altre cose mi meraviglia anche l’atteggiamento di tutti i malati di MCS in Italia. Non sono uniti, non si fanno sentire, parlano solo molto sommessamente di sacrifici economici e spostamenti in luoghi salubri. Basta, è ora che si uniscano, escano da questo torpore ed urlino che non vogliono essere, più che trattati male, ancor peggio, non trattati”.

Quello del cugino di Mariella, figura quasi paterna per la giovane, è un invito a far “fronte unico”.

“Vorrei confrontarmi personalmente con le persone che hanno in mano le chiavi del potere e parlare loro gurdandoli dritti negli occhi. Ah…se ne potessi avere la possibilità…ma lontano dai riflettori, chiusi in una stanza, senza nessun altro. Solo io e loro. Potrei iniziare a parlare ricordando che la nostra Costituzione sancisce che il cittadino italiano ha il diritto alle cure. Quale cittadino mi chiedo? A me sembra che, per esempio, Mariella sia Italianissima, ma per lo Stato può morire. Giuseppe ringrazia sempre tutti per la loro generosità. Non abbiamo bisogno dell’una tantum ma…dell’una semper! Cari malati di MCS di Sicilia e di Italia…SVEGLIATEVI e andiamo insieme a farci sentire. Ci consola che il Presidente della Repubblica abbia posto all’attenzione del Ministero della Salute, la situazione di cui parlo, ma non può rassicurarci. Abbiamo avuto solo promesse disattese… e chi le ha fatte riesce ancora a dormire, ma come fanno? Dormirebbero anche con una figlia malata di MCS? Forse si…certo, loro i soldi ce li hanno!”.

La conclusione è forse la parte più forte, quando si accenna appena una minaccia velata che ha tanto l’aspetto di un ulteriore tuffo nel cuore e scatto di orgoglio.

“Farò di tutto. Anzi, dichiaro sin d’ora che sono disposto ad intraprendere azioni forti che adesso non voglio esplicitare – conclude Federico Cucurullo -, ma che faranno parlare tutto il mondo di questa VERGOGNA ITALIANA”.

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Nato a Ragusa il Primo febbraio del 1983 ma orgogliosamente Modicano! Studia al Liceo Classico "Tommaso Campailla" di Modica prima, per poi laurearsi in Giurisprudenza. Tre grandi passioni: Affetti, Scrittura e Giornalismo. "Il 29 marzo del 2009, con una emozione che mai dimenticherò, pubblico il mio primo romanzo: “Ti amo 1 in più dell’infinito…”. A fine 2012, il 22 dicembre, ho pubblicato il mio secondo libro: "Passaggio a Sud Est". Mentre il 27 gennaio ho l’immenso piacere di presentare all’Auditorium “Pietro Floridia” di Modica, il mio terzo lavoro: “Blu Maya”. Oggi collaboro con: l'Agenzia Giornalistica "AGI" ed altre testate giornalistiche".

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