Abbate vs Cerruto ed altre considerazioni sparse…(salvis Minardibus)

Leggo di una lite in Consiglio Comunale tra il Sindaco Abbate ed il mite Consigliere del PD Carmelo Cerruto, conclusasi con parole molto pesanti in danno di quest’ultimo.

Ora, premessa la mia piena solidarietà al Consigliere, tuttavia mi rendo conto che egli ha sbagliato ad abbandonare la seduta, perché il Consiglio Comunale è casa sua, mentre Giunta e primo cittadino ne sono ospiti. Mi pare, quindi, cosa ben strana che il padrone se ne vada lasciando gli invitati a fare il bello e il cattivo tempo in casa d’altri.

Ciò detto, credo che abbia sbagliato anche il Sindaco, perché avrebbe dovuto mantenere la sua reazione nei limiti della continenza istituzionale, per rispetto del Consiglio e della città. Ha sbagliato nei toni e non è nemmeno la prima volta, perché lui e i componenti della Giunta hanno spesso assunto un atteggiamento “aggressivo” durante le sedute consiliari. Ricordo, solo a titolo di esempio, quanto è accaduto qualche settimana fa, quando il Presidente del Consiglio è stato oggetto di un attacco quasi fisico da parte di un certo assessore, noto in città per il suo atteggiamento alla Buzz Gunderson. Anche in quel caso si superarono i limiti della dialettica politica e si finì per sconfinare nel terreno delle invettive personali.

Il primo cittadino avrebbe potuto e dovuto tenere a mente lo squallore di quel precedente evitando di dare in escandescenza contro il Consigliere Comunale. Ed invece, l’invettiva personale è diventata una costante dell’attuale amministrazione, contro chiunque manifesti una valutazione critica sul suo operato. Faccio un altro esempio, avvenuto sempre questa settimana: Giorgio Iabichella ha pubblicato, sul suo blog personale, un commento sull’opportunità di liquidare le indennità di carica (per Sindaco, assessori e anche per il Presidente del Consiglio) nonostante non ci siano i soldi per pagare i dipendenti comunali. A tale osservazione il Sindaco ha replicato sulla stampa con aggettivazioni non molto lusinghiere sulle qualità personali di Iabichella, piuttosto che nel merito del problema sollevato.

Insomma c’è uno scadimento dei toni, uno sbilanciamento costante, non solo nel rapporto tra istituzioni, ma anche tra istituzioni e singoli cittadini. Sotto questo secondo profilo il buon vecchio Bakunin assimilerebbe il comportamento di Abbate tra gli esempi tipici della tirannia istituzionale, ma per nostra fortuna la filosofia politica c’entra poco in questa storia, perché l’unica vera ragione del comportamento sopra descritto risiede  nel profondo stato di nervosismo di cui è perennemente vittima il nostro primo cittadino.

Pensiamoci bene: al di là della roboante costanza dei decespugliatori, egli non è riuscito a dare le risposte che aveva promesso ai cittadini: ha a mala pena “arripizzato” le strade cittadine, spesso senza criterio e lasciando quasi sempre i tombini ad un livello più basso rispetto a quello stradale, con immenso pericolo per i motociclisti (tra i quali il sottoscritto) e i pedoni; ha fallito sul piano finanziario, contribuendo in modo determinante al dissesto economico dell’ente; non ha saputo prendere alcuna decisione strategica per lo sviluppo urbano della città; non ha saputo realizzare nessuna opera pubblica di particolare importanza; non ha valorizzato la vocazione turistica di Modica Alta; non ha assunto alcuna scelta per pedonalizzare il centro storico (ieri sera i turisti si sorbivano il monossido di carbonio di un traffico abnorme lungo il Corso Umberto); ha letteralmente estinto ogni forma di verde pubblico in città; non ha saputo risolvere il problema dei danni cagionati ai privati dall’alluvione; non ha saputo completare il Palazzo dei Mercedari né la scuola Ciaceri di Corso Garibaldi (però paghiamo l’affitto per i locali di Piano Ceci); non ha messo in cantiere nessun progetto per l’ex Albergo dei Poveri o per il palazzo De Naro Papa (che si stanno perdendo); non ha risolto i problemi del depuratore di C.da Fiumara; non ha ancora fatto partire la differenziata né ha saputo progettare un uso alternativo e produttivo dei rifiuti; non ha fatto nulla, ma proprio nulla, per migliorare la fruibilità della Sorda; non ha fatto nulla per il Tribunale di Modica, accettando supinamente la chiusura della struttura; non ha saputo nemmeno risolvere, politicamente parlando, la questione dei servizi offerti dall’ospedale, salvo poi lamentarsi sulla stampa (ovviamente per finalità meramente propagandistiche). E questi sono solo alcuni esempi di quello che non ha fatto.

Insomma, a pensarci bene, questo Sindaco ha solo speso, troppo e male, e troppo spesso per sponsorizzare feste patronali. E già! Perché a lui piace vincere facile!

Tutto questo nella speranza di lanciarsi verso altri lidi, anche se nessuno sembra, ad oggi, volergli concedere un’occasione. Ecco, quindi, che il nostro primo cittadino si trova costretto a rimanere a Modica, ad affrontare il suo destino: un secondo mandato, i mille problemi della città, il dissesto economico, altri sei anni di discussioni consiliari,  l’inevitabile logoramento, la disaffezione dei cittadini.

Alla fine di questo percorso la sua “immagine” sarà digerita dall’opinione pubblica e sostituita da un nuovo “prodotto” della politica. A lui rimarranno milioni selfie e il ricordo nostalgico di quanto era bello “cumannari”.

E’ normale il suo nervosismo!

Chi non sarebbe nervoso ed irascibile nella sua situazione?

A meno che…egli non pensi di fare la “mandrakata” per le politiche…salvis minardibus…

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