Ad Avola comandano i Crapula, Desireè decide chi picchiare: “Bastardo, magnaccio. Ci vanno e lo gonfiano”

crapula

Michele Crapula mantiene ancora il controllo del gruppo mafioso tramite la moglie Venera Magro ed i figli, Desireé, Aurelio (detto Cristian) e Rosario.

Il nostro giornale lo ha denunciato da anni (LEGGI ARTICOLO) – (GUARDA VIDEO INCHIESTA) – (LEGGI ALTRO ARTICOLO) e per colpa di queste denunce siamo stati bersagliati da un lato di querele, dall’altro di minacce.

Adesso a darci ragione è il Gip di Catania che, nell’ordinanza di custodia cautelare a carico dei tre pregiudicati Francesco Giamblanco (marito di Desireè Crapula e genero del capomafia Michele), di Massimo Rubino e di Giuseppe Gennuso,

precisa che:

“Il Crapula Michele aveva costituito all’interno del clan Trigila un gruppo proprio e benchè arrestato manteneva e risulta mantenere ancora il controllo del gruppo attraverso la moglie Magro Venera e i figli Desireé, Aurelio (detto Cristian) e Rosario”.

E se tutto ciò non bastasse, è la stessa Desireè Crapula a confermare un’altra nostra inchiesta giornalistica, quella che portò all’acquisizione della figlia del capomafia e del marito, oggi in carcere, Francesco Giamblanco, del chiosco di fiori al cimitero della signora Maria Cancemi (LEGGI ARTICOLO).

La stessa Desireè, infatti, parlando con la madre Venera Magro, affermava

di aver detto al Paolo Alfò che suo padre, Michele Crapula, lo aveva sempre favorito, lasciandolo “lavorare” liberamente e che grazie a queste “concessioni”, aveva potuto guadagnare molti soldi in trent’anni di attività. Il chiarimento si era reso necessario a seguito delle dichiarazioni accusatorie rilasciate da ALFO’ Venerando e ALFO’ Sebastiano nell’ambito del proc. Pen. 10234/17 RGNR iscritto presso la D.D.A. ed avente ad oggetto un’ipotesi di estorsione aggravata dal metodo mafioso posta in essere, tra gli altri, da GIAMBLANCO Francesco e CRAPULA Desiree nei confronti di CANCEMI Maria, titolare di un chiosco di vendita dei fiori dinanzi al cimitero di Avola”.

Il padre, Michele Crapula, lo aveva sempre favorito, lasciandolo lavorare liberamente”. Sono proprio queste le parole di Desireè Crapula.

Desirè Crapula e Ciccio Giamblanco

La figlia del capomafia, infatti, potrebbe regalare la sensazione di essere una “boss in gonnella”, visto che è lo stesso Gip di Catania a riportare la sua decisione di far picchiare l’amico del marito, ovvero Massimo Rubino, per uno sguardo di troppo ad una ragazza.

E Desireè Crapula non mancherà di dimostrare chi comanda in famiglia, quando insulta molto pesantemente il marito Ciccio Giamblanco (“bastardo”, “poi in serata  me la devo sbrigare ancora con te … magnaccio”).

Desireè Crapula, infatti, rivolgendosi al marito Ciccio Giamblanco lo insulta, informandolo di aver dato il “permesso” (è proprio il termine usato dal Gip) ad un gruppo di uomini di Floridia che erano andati da lei per dare una punizione a Rubino.

Perché quegli uomini di Floridia, che per Desireè Crapula sono “amici di mio padre” vanno nel suo negozio, Il Fiorista, “mettendola a conoscenza del fatto che il Rubino aveva infastidito una donna e che, pertanto, erano andati da lei per chiederle il permesso di potergli dare una punizione”?

Da chi si va solitamente nei contesti mafiosi a chiedere il permesso?

La domanda ha una risposta ovvia, si va proprio dal boss, da colui (o colei, in questo caso) che comanda.

E Desireè, come abbiamo sempre sostenuto, da queste intercettazioni dimostra di comandare. E lo dimostra (anche) al marito, Ciccio Giamblanco.

“Questo l’ha sarbata (ndr conservata – alludendo a Massimo Rubino)”.

E poi rivolgendosi al marito:

“tu appena ti vedo con la bicicletta, u signuri lo sai che ti dico, ti devo vedere accanto a questi”.

Chissi, chissi” dice Desireè Crapula:

“stamattina sono venuti tutti i floridiani al negozio, bastardo, hai capito? gli ho detto <andateci fino a casa sua e la faccia fate … poi quando viene mio marito gli dovete dire: dimmi di chi sei figlio>  hai capito? questo poi in serata  me la devo sbrigare ancora con te … magnaccio, che amici di mio padre mai ne hanno ‘ncuitatu (ndr importunato)  femmine dentro casa, hai capito? mai ne hanno ‘ncuitato femmine dentro casa”.

Giamblanco, piccolo piccolo, chiedeva alla moglie di calmarsi, ma lei non ammetteva repliche, aveva deciso: Rubino andava punito!

Ora quando ci vanno i floridiani a casa sua e lo gonfiono tutto poi caso mai viene da te e poi te la vai a chiami tu caso mai a Floridia … nuddru o munnu, nuddru o munnu, copre la spazzatura … nuddru o munnu, poi glielo dico io chi è mio padre ad Avola e chi non è … poi glielo dico io  … e poi glielo dico davanti te chi è mio padre … hai capito?”.

E se Ciccio Giamblanco, ovvero il marito pregiudicato ed arrestato di Desireè Crapula aveva “capito” chi comandava, adesso sono i cittadini di Avola che devono comprenderlo.

Noi lo abbiamo sempre denunciato e lo abbiamo fatto per i cittadini, per permettervi di schierarvi e decidere da che parte stare: dalla parte dello Stato, o dalla parte della mafia.

E le attività dei figli del capomafia Michele Crapula sono tante, dal negozio Il Fiorista di Desireè, al Waikiki di Cristian, fino alla ditta di limoni di Rosario.

Decidete da che parte stare, ma adesso non è più (solo) il nostro giornale a denunciare le malefatte della mafia di Avola, del gruppo mafioso dei Crapula, adesso sono i documenti degli Inquirenti e della Magistratura.

Continuerete ancora a far finta di non sentire, di non vedere?

E’ possibile tollerare, come in questo caso che mostriamo, che uno spettacolo teatrale con il patrocinio del Comune di Avola sia sponsorizzato dal negozio Il Fiorista di Desireè Crapula, esattamente quello in cui la stessa figlia del capomafia Michele decide se e chi fare picchiare?

Spettacolo teatrale finanziato da Il FIorista

Ecco, tutto questo accade ad Avola. E nella prossima inchiesta parleremo dell’infiltrazione del clan nel Consiglio Comunale cittadino.

E’ ancora poco, o è arrivato il momento di gettare la maschera e schierarsi?

Se i cittadini di Avola non lo faranno, non avranno  più scuse né motivi di lamentarsi: saranno tutti complici!

NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO

Aggiungi una immagine