L’Italia sempre più in crisi economica sembra non trovare il modo di uscire dalla voragine in cui sembra ormai intrappolata. Parecchi italiani cercano di sfuggire da questa grave condizione trasferendosi all’estero un vero e proprio esodo,iniziato dal 2010 in poi e via via trasformatosi in fenomeno inarrestabile ,si abbandonano case fabbriche e l’amata patria alla ricerca di una vita migliore ,scegliendo mete come la vicina Svizzera Francia o Inghilterra e non può che lasciare obiettivamente straniti la scelta di alcuni paesi come l’Egitto, la Tunisia ed i paesi africani da dove nel recente passato sono arrivati migliaia di migranti fuggiti da fame e miseria ,un fenomeno di movimento geografico e sociale che davvero impressiona .
La causa del trasferimento delle aziende
in meno di due anni in Italia hanno chiuso in media 54 imprese ogni giorno, due ogni ora.
Nel 2013 si sono registrati 14.269 fallimenti, in crescita del 14% rispetto al 2012
Con una perdita di almeno 59.570 imprese, un trend negativo costantemente in aumento dal’inizio della crisi a oggi come risulta da una ricerca della società del gruppo bolognese Crif specializzata nella business information
la Lombardia risulta la regione d’Italia con il maggior numero di fallimenti circa 4000 casi, pari al 22,6% del totale nazionale seconda regione più colpita è il Lazio, con 1.533 imprese chiuse ed il Veneto con 1.269 fallimenti, seguito da Campania Emilia Romagna e Toscana chiudono migliaia di imprese ogni mese, quelle che hanno sempre rappresentato l’eccellenza di cui il nostro paese artigianato di qualità e manifattura causa la concorrenza sleale dei mercati esteri in special modo l’apertura ai mercati cinesi .
Perché l’estero?
Molte aziende italiane si trasferiscono all’estero per la forte pressione fiscale e la burocrazia troppo lenta e soprattutto per le difficoltà di accesso al credito.
le regioni che sono state più investite dalla fuga delle proprie aziende, verso l’estero, sono quelle del Nord Lombardia se ne contano 9.647, in Veneto 3.679 in Emilia Romagna 3.554 e in Piemonte 2.806 costituendo oltre il 72% del totale delle imprese che hanno lasciato il nostro Paese, in Italia la tassazione media sugli utili d’impresa è del 31,4% mentre ad esempio nella vicina Svizzera è del 20% e in Slovenia al 18%.se si sommano alla tassazione sugli utili d’impresa la tassazione sul lavoro si arriva ad uno sconcertante 68,6% contro il 48,2% della Germania per esempio o contro il 37,3% del Regno Unito .
Le nostre intelligenze se ne vanno
ma quello che sconvolge è il continuo trasferimento all’estero di giovani lavoratori
ingegneri, chef , stilisti, esperti di finanza e ricercatori universitari, funzionari di agenzie internazionali, dipendenti di aziende con commesse all’estero e studenti Via dall’Italia per un impiego migliore, studiare e fare ricerca.
Secondo il rapporto della Fondazione Migrantes, sono quasi quattro milioni gli italiani che hanno deciso di andare a vivere fuori dall’Italia.
Se ne vanno anche i pensionati
È sconvolgente il fenomeno dei pensionati italiani che si trasferiscono all’estero, in Paesi dove vivere costa molto meno che in Italia, Europa orientale, America Latina, Asia e anche Africa
Alcuni Paesi , dal 2007, tra cui Tunisia ed Egitto hanno con l’Italia una convenzione fiscale sulla “non doppia imposizione” che permette ai pensionati italiani di ricevere la propria pensione con un regime di tassazione speciale ,per usufruire di questo regime bisogna richiedere un permesso di soggiorno dimostrando di vivere ad esempio in Tunisia per almeno 6 mesi e un giorno all’anno e aprire un conto corrente bancario, sul quale sarà accreditata la pensione percepita dall’Italia,i benefici della nuova vita tunisina che ha un costo davvero basso ,certo i nostri politici dovrebbero riflettere sul danno morale e sociale che il popolo sta subendo amarezza e tristezza di chi ha vissuto un’intera vita nel proprio paese e che si vede costretto a fuggire perché con 500 euro di pensione certo non ci si può permettere un’esistenza dignitosa
Il fenomeno Tunisia un’opportunità che interessa anche la Provincia di Ragusa
stessa sorte è toccata a molte aziende che chiusi i battenti hanno scelto di trasferirsi in Tunisi alcune del settore edile di Pozzallo ma anche tante altre Ditte artigiane e confezionamento di prodotti alimentari Ragusani .
la testimonianza
<<… noi siamo dei disoccupati “over sessanta” originari di Pozzallo abbiamo lavorato per anni in una rinomata impresa edile purtroppo fallita ,che adesso sta tentando fortuna in Tunisia abbiamo deciso per forza di cose di seguirli perché purtroppo lontani dalla pensione e troppo “over” per un posto di lavoro in Italia , lì stiamo lavorando nella carpenteria di una fabbrica sempre di Siciliani che si sono appena trasferiti ,nei loro volti la stanchezza e l’amarezza di chi ama la propria patria e certo non vorrebbe mai lasciarla >>
<<…io sono un giovane di 38 anni di Scicli ho lavorato in Trentino ma l’impresa è fallita facevo il capo squadra ora vado in Tunisia perché mi hanno offerto un lavoro come operaio a 1600 euro al mese ho accettato perché da un anno sono disoccupato e con famiglia e figli a carico non è certo facile andare avanti certo il governo Italiano non fa molto per noi giovani …. siamo costretti ad andare via e vedere le mie figlie ogni tre mesi certo mi pesa ….!>>
Non si può più restare a guardare l’auspicio è che si faccia perché <<Vi sono momenti della vita dei popoli in cui gli uomini che li dirigono non
non debbono declinare le loro responsabilità >>
(Maria Borgia)