Non entrerò nel merito di quello che sta succedendo tra alcuni consiglieri comunali ed il Sindaco Abbate, perché ritengo che le spaccature della maggioranza debbano essere risolte al suo interno, senza che alcuno possa ritenere di specularne politicamente al solo scopo di colpire il primo cittadino.
Per questo motivo, tralasciando ogni commento sulla risposta infantile di Piero Covato, mi limito solo a rilevare che le dichiarazioni recentemente pronunciate dal consigliere Polino confermano quanto già ipotizzato da queste stesse pagine e cioè che negli ultimi mesi il Consiglio Comunale di Modica è stato ridotto a mero strumento di ratifica dei provvedimenti posti in essere dalla Giunta guidata da Abbate.
E’ questo, a mio modesto avviso, un fatto politico grave ed allarmante, che incide direttamente sul dibattito democratico, depauperandolo, riducendolo a mera parvenza formale, svuotandolo di ogni sostanziale possibilità di contributo ideale e propositivo.
Ovviamente chi ha preteso una simile contingenza politica (ma anche chi lo ha consentito) se ne assume tutta la responsabilità e, ne sono sicuro, si troverà ben presto a fare i conti con le conseguenze del suo stesso operato. Nel frattempo, pero’, la città subisce il gravissimo danno di trovarsi esposta a scelte amministrative unilaterali, assunte senza contraddittorio e, quindi, potenzialmente fallibili, proprio perché frutto di una visione unica, in quanto tale limitata, sia dei problemi da affrontare che delle risposte da offrire.
A questo punto credo che il Consiglio Comunale tutto, in quanto organo di massima rappresentanza cittadina, in persona del suo Presidente, Roberto Garaffa (che è custode e tutore dell’autonomia, delle prerogative e delle funzioni di questa essenziale istituzione cittadina) debba avere un moto di orgoglio, in nome del mandato ricevuto dai cittadini, e pretendere che la questioni della politica amministrativa della città si affrontino in un dibattito consiliare costante e serrato, dal quale possano emergere le diverse proposte e nel quale si faccia la sintesi delle rispettive posizioni in vista di un interesse primario che è quello dei cittadini e della città.
Non sto parlando solo di fare rispettare il regolamento o di mettere ai voti una richiesta di rinvio della seduta consiliare, ma di restituire al Consiglio Comunale il suo ruolo di organo di controllo, di vigilanza e di indirizzo, convocando le sedute indipendentemente dalla necessità di deliberare ex post sull’operato dell’amministrazione ma anzi anticipando le scelte della Giunta per offrire soluzioni e proposte alternative.
Mi auguro che sia finito il tempo della propaganda, il tempo dell’autocelebrazione, il tempo di scaricare ogni responsabilità sulle spalle degli amministratori passati, ma anche quello del silenzio e dell’asservimento al pater familias, il tempo degli yes men, il tempo in cui Sindaco e Presidente del Consiglio sembravano essere due facce della stessa medaglia, in una confusione di ruoli e di posizioni che ci ha condotti alla deflagrazione.
Adesso basta. La città ha bisogno di buona politica, di dialogo, di una classe dirigente adulta e consapevole.
Ce la faremo?