In esito ad indagini della Squadra Mobile di Ragusa, dei Carabinieri di Modica e della Guardia di Finanza di Pozzallo, dirette dal sostituto procuratore della Repubblica di Ragusa Francesco Puleio e coordinate dal procuratore Carmelo Petralia, Il Gip del tribunale di Ragusa ha applicato la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di SEYDO Amin, nato in Ghana l’1/1/1993, arrestato perché ritenuto responsabile del delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Un altro soggetto di nazionalità ghanese è attualmente ricercato.
Questa l’imputazione:
al delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato in concorso, di cui agli artt. 110 c.p., 12 commi 1, 3 lett. a), b), c), d) ed e), 3-bis, 3-ter lett. b), D. Lvo n. 286 del 1998 e successive modifiche, perché, in concorso tra loro e con altre persone in atto non identificate, SEYDO Amine quale pilota del gommone di presunta nazionalità libica, con compiti di guida, pilotaggio e manutenzione dell’imbarcazione, nonché di vigilanza sui migranti, XX quale incaricato di controllare la rotta da seguire con disponibilità di bussola e di telefono satellitare, nonché della vigilanza sui migranti, compivano atti diretti a procurare l’ingresso di cittadini stranieri nel territorio italiano, segnatamente di n. 100 cittadini extracomunitari di varie nazionalità (tra i quali anche donne e minori), in violazione delle norme contenute nel suddetto T.U. di riferimento, al fine di trarne indebito profitto, avendo i migranti corrisposto delle somme di denaro per pagare il prezzo del viaggio, trasportandoli a bordo di una imbarcazione non idonea a contenere un numero così ingente di persone.
Con le aggravanti: (i) del fatto commesso da più di tre persone in concorso tra loro; (ii) della disponibilità di armi; (iii) del numero degli immigrati superiore a cinque; (iv) di avere esposto a pericolo la vita e l’incolumità dei medesimi (non essendo l’imbarcazione in grado di tenere il mare in condizione di sicurezza, imbarcando acqua e con motore frequentemente in avaria); (v) di averli sottoposti a trattamenti degradanti, costringendoli a viaggiare stipati gli uni sugli altri; (vi) che alla commissione del delitto dava il proprio contributo un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in Libia ed in Italia (crimine da ritenersi transnazionale ex lege n. 146/2006); (vi) del fine di trarne profitto anche indiretto.