Assemblea d’Istituto al “Mazzini” di Vittoria: Libera, l’Antiracket ed i nomi dei mafiosi fra Mercato e città

“Siamo oggi qui per proseguire il cammino di legalità intrapreso da tempo”. Inizia così l’Assemblea di Istituto del “Mazzini” di Vittoria, con le parole della Rappresentante, Maria Antonella Secondo.

Subito dopo è Giorgio Abate, Responsabile provinciale di Ragusa, a spiegare l’azione che Libera svolge in tutta Italia. L’intervento di Abate è molto accorato e spiega alle centinaia di ragazzi presenti l’azione dell’associazione antimafia di Don Ciotti.

“Impegnatevi, partecipate ai nostri campi estivi, rendetevi conto che lottare la mafia vuol dire partire dalle piccole cose, dai piccoli gesti, dallo sporcarvi le mani con la terra dei beni confiscati alle mafie” ha detto Giorgio Abate

Il responsabile di Libera ha poi mostrato ai ragazzi della scuola il video di “estate liberi” (GUARDA).

Dopo Giorgio Abate la parola è passata a Eliana Giudice, Presidente dell’Associazione Antiracket di Vittoria.

La Giudice ha spiegato l’attività e l’importanza della associazione. “Noi siamo qui per aiutare i commercianti, gli imprenditori a denunciare. Le mafie ingrossano i loro guadagni grazie all’usura ed al racket”. Eliana Giudice ha poi raccontato come nacque l’associazione Antiracket e citato gli esempi (fra gli altri) di Tano Grasso e Libero Grassi.

A seguire ha parlato Paolo Borrometi, direttore della nostra testata giornalistica laspia.it e collaboratore dell’Agenzia Giornalistica Italia.

Paolo Borrometi che ha iniziato parlando del “gusto e del sapore della legalità”, si è poi concentrato sulla mafia in Provincia di Ragusa.

“Il problema della Provincia di Ragusa è l’estrema negazione che si è fatta della mafia. Si è sempre detto che la mafia qui non esisteva – ha detto Paolo Borrometi – eppure solo qualche giorno fa hanno sciolto per mafia il Comune di Scicli che noi abbiamo cercato di raccontare con diverse inchieste giornalistiche quando tutti ci prendevano per pazzi e visionari. La mafia a Ragusa ha ucciso persone come Giovanni Spampinato, collega al quale ancora oggi qualche deficiente dice che ‘se l’è cercata”.

La mafia qui a Vittoria ha fatto centinaia di morti ammazzati, eppure si è detto e si continua a dire che la mafia non esiste. E siccome non esiste, il 14 dicembre dello scorso anno un boss della ‘ndrangheta, Michele Brandimarte, è stato ucciso a Vittoria mentre, molto probabilmente, commercializzava e stringeva accordi per la gestione dell’oro bianco, la droga”.

Poi Borrometi è passato al Mercato: “Ieri è stato inaugurato l’Expo, evento unico per l’Italia. Ma ci siamo chiesti cosa accade nell’economia alimentare? Cosa accade fra il produttore ed il consumatore?
C’è una filiera che spesso parte proprio da questa città, da Vittoria e dal suo mercato ortofrutticolo che è un volano unico di economia, con centinaia di lavoratori per bene che vi operano e pochi decine di criminali che cercano di mischiarsi fra loro. I nomi li abbiamo fatti – commenta Borrometi -: fra questi il giallo del box 65 con il socio occulto Venerando Lauretta; E poi gli affari della plastica svelati anche in una interrogazione parlamentare e sembra ad appannaggio di Raffaele Donzelli oltre ad altri nomi che potrete leggere nei nostri articoli”. 

Borrometi prima di concludere si è soffermato sul “ritorno di Claudio Carbonaro in città che potrebbe destabilizzare la società criminale con la ripresa delle estorsioni” e sulla “famiglia Ventura”. “I Ventura sono una famiglia dalla grande tradizione criminale – ha detto Paolo Borrometi -. Filippo Ventura è considerato dalla Direzione Nazionale Antimafia come il capomafia ed è in galera; Il fratello Gionbattista è già stato per diversi anni in galera; i figli di Filippo, sono Jerry ed Angelo. Jerry è, per fortuna, da poco nelle patrie galere, mentre Angelo (detto Elvis) è stato già ospite delle carceri italiane.

Persone come i Ventura, come Mario Campailla (detto u checco o saponetta) su Comiso, vanno isolate. Abbiate il coraggio, se li incontrate di guardarli in faccia senza abbassare lo sguardo. Abbiate il coraggio di denunciarne i comportamenti da bulletti, come quelli ai quali stiamo assistendo su Facebook da parte dei Ventura e dei loro familiari (LEGGI L’ARTICOLO SUI VENTURA)”.

Dopo Paolo Borrometi ha parlato Irene Nicosia, segretaria della Associazione Antiracket di Vittoria. Irene Nicosia si è soffermata sulla “azione della nostra associazione e sulla importanza della legalità, sin dalla nostra società, dalla nostra città”.

E’ stata poi la stessa Irene Nicosia, prima di Germana Bellorofonte e della rappresentante del “Mazzini”, Maria Antonella Secondo, a spiegare le ragioni dello sciopero della scuola di giorno 5.

 

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