Quando si suole dire che il carcere non ha rappresentato la sua funzione: il pentimento, la rieducazione e la riabilitazione!
Parliamo di Angelo Ventura (detto u Checco), uscito dal carcere “solo” una settimana fa, fra feste, selfie e fuochi di artificio (LEGGI L’ARTICOLO).
In quella occasione abbiamo puntato sul significato “sociale” che quei festeggiamenti rappresentavano, non solo e non tanto i festeggiamenti familiari per la remissione in libertà del delinquente Angelo Ventura (cosa legittima), ma per il segnale che si cercava di dare all’esterno: “la famiglia Ventura adesso è tutta fuori”, c’era chi commentava così.
E quelli che vi proponiamo oggi sono le testimonianze del “pentimento” mancato e della riabilitazione (sprecata) di Angelo Ventura.
Su Facebook, sul proprio profilo assolutamente aperto (affinchè tutti vedano…), Angelo Ventura ha sin da subito scritto e pubblicato, mostrando la propria “rieducazione sociale”.
E così via: insulti alle Forze dell’Ordine “Attenti al cane” con una foto accanto di un Carabiniere, “in giro ci sono più infami che carabinieri in servizio, sti confidenti di merda”, “meglio legato che infame” con la foto di un detenuto orgoglioso di essere tale.
E poi anche per Polizia e Giudici: “La polizia ci arresta, il pm ci accusa, il giudice conferma, ma a noi nessuno ci ferma” con foto del carcere, “Meglio perdere la libertà che la dignità”, e poi ancora foto di Totò Riina, di armi, frasi contro i pentiti ed i giudici.
Fino all’autoaccusa sulle sostanze stupefacenti: con link che rimandano alla cannabis ed alla marijuana, viste come medicina e quindi da spacciare. Tale Peppe Lauretta scrive a commento del link del Ventura: “ci chiudono (in CARCERE) per una medicina ma ti rendi conto?” ed Angelo Ventura che risponde: “pasienza questo e lo stato italiano” e poi ancora “loro sono delinquenti autorizati noi purtroppo no”.
Angelo Ventura è figlio d’arte, di Giombattista Ventura, cugino d’arte, dei galeotti Jerry ed Angelo (detto Elvis) Ventura ma soprattutto nipote d’arte, del capomafia Filippo Ventura (LEGGI L’ARTICOLO).
I Ventura sono gente da evitare che, da sempre, hanno esercitato il loro potere di intimidazione sociale, basti pensare a quando il Gionbattista Ventura con spacchioseria e totale arroganza arrivò a ingiuriare e minacciare il Commissario della Polizia di Vittoria, Saro Amarù, o quando pubblicamente minacciò il collega “cassamortaro” Marco Piccitto, candidato alle prossime elezioni comunali di Vittoria e più volte sono stati colpiti da arresti e da processi per mafia.
Per la serie conoscerli, riconoscerli ed evitarli: ad esempio, si potrebbe iniziare a non andare nell’attività commerciale del Giombattista Ventura, l’Agenzia Funebre Ventura (intestata a tale Maurizio Cutello ma, in realtà, almeno per metà di proprietà del Ventura). Perchè, come dicevano Chinnici, Falcone e Borsellino, bisogna colpire i capitali e non fare guadagnare la mafia…