Ad Avola, nel siracusano, è accaduto ciò che in molti temevano: alla fine il candidato sostenuto dal figlio di Michele Crapula, capomafia di Avola, siederà fra le fila del consiglio comunale della città che si riunirà questa sera con la proclamazione degli eletti.
Salvatore Guastella ha, infatti, “recuperato” nel riconteggio delle schede ben 16 voti, facendolo risultare quindi fra gli eletti.
La questione era scoppiata, a livello nazionale a seguito dei nostri articolo (LEGGI) e con un comunicato del senatore della commissione Antimafia, Mario Michele Giarrusso.
Nel giorno del silenzio elettorale Cristian Crapula, figlio del capomafia Michele ed anche lui citato con i suoi familiari più volte nelle carte processuali e dai pentiti (LEGGI ARTICOLO), aveva scritto pubblicamente un post di minacce, neanche più di tanto velate, su Facebook:
“Io spero ke tutti quelli che si reputino ‘AMICI’ non ci voltino le spalle. XChè poi quando avete bisogno ve li volto io ed io le spalle ce l’ho belle larghe ke mi sembrano il muro di Berlino!!!!”.
Fatto sta che adesso il giovane Guastella che aveva avuto un (incredibile e “strano”) exploit elettorale, ma per nove voti non era riuscito ad essere eletto, dopo il riconteggio è sicuro di uno scranno in Consiglio comunale, fra le fila dei consiglieri di maggioranza che sostengono il rieletto sindaco Luca Cannata (eletto nella lista Primavera Italia).
AVOLA, I CLAN ED IL SILENZIO DEI CITTADINI
Avola, lo diciamo da tempo, rappresenta una vera e propria emergenza sotto il profilo criminale nella provincia di Siracusa.
Poche sono le denunce in città e, l’elezione di Guastella dopo le minacce pubbliche del figlio del capomafia, ne è l’ennesima dimostrazione.
Così come dimostrazione ne sono i diversi atti intimidatori in città (fra incendi, danneggiamenti e finte bombe), oppure le estorsioni che in numero cospicuo continuano ad essere perpetrate nella realtà avolese.
Due gruppi criminali che non si fanno la guerra ma si “spartiscono la torta”, entrambi appartenenti al clan Trigila, ma separati nella città di Avola:
da un lato il gruppo di Michele Crapula, dall’altro il gruppo più vicino ai netini (a Pinuccio Trigila ed ai suoi uomini fidati, Gianfranco Trigila, Salvatore Giuliano, Giuseppe Crispino, la moglie Nunziatina Bianca, la figlia Angela Trigila, il genero, Graziano Buonora e sodali).
Siamo parlando dei vari Paolo Zuppardo, Tonino Carbè e Giuseppe Capozio, da tempo invochiamo che arrivino denunce per le loro attività criminali che possano assicurarli alle patrie galere.
Giuseppe Capozio, ad esempio, è il genero del boss in galera Toninu u Scoppiu, cioè Antonino Campisi, che è ininterrottamente detenuto dal 1993 e sta scontando una condanna definitiva all’ergastolo, quale affiliato al clan Trigila ed autore di diversi omicidi. Capozio, ha sposato la figlia Monica e ha già riportato una condanna definitiva per detenzione di armi.
Paolo Zuppardo è un criminale sfrontato che si occupa di droga (insieme a Carbè), intimidazioni ed estorsioni (insieme a Capozio) e già coinvolto in diverse operazioni di Polizia.
Con la speranza che le Forze dell’Ordine possano ricevere l’aiuto da parte dei cittadini che, per essere realmente tali, non devono farsi i “fatti propri” ma denunciare.
Non si può delegare sempre tutto all’attività di Carabinieri, Polizia e Finanza, bisogna fare la propria parte con la giusta indignazione e con le denunce.
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