Banca Etruria, “rosso positivo” e le denunce inascoltate (I verbali delle assemblee – seconda puntata)

“Il tour dei soci di Banca Etruria”

Il rammarico di Vincenzo Lacroce è: “Le mie battaglie ancora da solo”.

7L’uomo da più di quarant’anni si è trasferito ad Arezzo ed ama la città. Dice: “mi ha dato tanto”. Per questo motivo dopo aver letto i titoli in prima pagina “Banca Etruria, rosso positivo” e Banca Etruria in rosso ma è più forte” rimase di stucco. Per Lacroce, l’atteggiamento tenuto in quella circostanza dai media locali era dannoso. Non si faceva, infatti, certamente né l’interesse della Banca e degli azionisti, né soprattutto quello della città nella quale l’Istituto rappresentava “l’ultimo baluardo economico”. E come dar torto a chi aveva previsto ciò che si è puntualmente verificato dopo tanti anni?

Eppure è andata proprio così.

Oggi pubblichiamo una delle tante lettere che non hanno mai avuto risposta.

Il 12 aprile 2010, Lacroce scrive all’Ingegner Giuseppe Fornasari, presidente del Consiglio di Amministrazione di Banca Etruria.

Nella missiva si legge:”…Le chiedo di poter avere in tempo per la prossima assemblea (almeno qualche giorno prima) copia dei bilanci, individuale e consolidato, corredati delle rispettive relazioni, che saranno portati all’approvazione…”

Il socio di Banca Etruria, Vincenzo Lacroce, prosegue con un’altra richiesta: “Desidererei inoltre avere informazioni sulle eventuali spese (di trasporto, turistiche, ecc.) che vengono sostenute dalla Banca non solo per l’organizzazione, ma anche per portare ad Arezzo centinaia di soci dalle più svariate località dove la opera la Banca. Le chiedo infine di farmi conoscere quale normativa interna, delibere, ecc. prevedono la possibilità di sostenere dette spese.”

Il citato Giuseppe Fornasari, presidente del Consiglio di Amministrazione di Banca Etruria (dal 2009 al 2014), fu più volte deputato eletto nelle file della Democrazia Cristiana e anche nominato sottosegretario di Stato in due governi Andreotti, nel periodo 1989 al 1992. Fornasari, attualmente, è indagato dalla procura di Arezzo, nell’ambito dell’inchiesta su Banca Etruria, assieme a Lorenzo Rosi (l’ultimo a presiedere la banca prima del commissariamento) e Luca Bronchi, ex direttore generale, per dichiarazione fraudolenta mediante fatture relative a operazioni inesistenti. L’inchiesta riguarda un filone minore del fascicolo su Banca Etruria riguardante, guarda caso, ostacolo all’organo di vigilanza.

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