Banca Etruria, “rosso positivo” e le denunce inascoltate (I verbali delle assemblee – quarta puntata)

L’epilogo.

La lotta di Vincenzo Lacroce continua.

Durante l’Assemblea dei soci di Banca Etruria del 1° aprile 2012, Lacroce interviene per la quarta volta: “…Il bilancio della Banca presenta un’utile della Capogruppo di 25 milioni di euro ma la redditività complessiva è negativa per 24 milioni di euro mentre l’utile consolidato è pari a 28 milioni e la redditività complessiva è negativa anche qui per 21 milioni… Le prospettive reddituali non sono a mio giudizio molto positive per i seguenti motivi:

  • l’alto rischio insito nel portafoglio crediti che presenta partite deteriorate per oltre 1 miliardo di euro;

  • l’elevato costo della raccolta con tassi superiori a quelli della concorrenza (7% per il prestito subordinato, 5,50% per la raccolta a 12 mesi), denota una perdita di fiducia da parte della clientela, confermata dall’enorme diminuzione della stessa nel 2011 (- 741 milioni) che quindi non risulta stabilizzata;

  • i costi operativi in costante crescita ed in particolare le spese amministrative (consulenze, ecc.)…”.

Lacroce interviene anche nel corso dell’Assemblea del 28 aprile 2013: “…Nei miei cinque interventi fatti in tutte le Assemblee di Bilancio dal 2009 ad oggi, sempre allegati ai relativi verbali, ho sempre evidenziato più voltele errate scelte strategiche e le criticità e i rischi insiti nei vari comparti della Banca e del Gruppo. La gestione del credito, da sempre poco attentapresenta tutt’ora gravi carenze… Inoltre la scelta di finanziare in passato Amministratori, ora ex, e soprattutto grandi prenditori, anche fuori dai naturali confini territoriali è stata una politica erronea anche perché ha sottratto liquidità da utilizzare per il sostegno alle piccole e medie imprese tradizionali che formano il tessuto economico dei territori di insediamento storico della Banca e causato significative perdite… Non mi preoccupa tanto il risultato negativo dell’esercizio quanto ripeto le carenze gestionali ancora presenti. …ritengo debba essere seriamente valutata, alla scadenza del 2014, l’opportunità di effettuare, un ampio e graduale ricambio dell’Organo Amministrativo con l’inserimento di adeguate professionalità e soprattutto di quello esecutivo…”

Durante l’Assemblea di Banca Etruria del 4 maggio 2014, Vincenzo Lacroce ribadisce quanto sostenuto le volte precedenti, dettando le linee guida per il risanamento della Banca. Tra le altre cose, chiede di: “…E’ inoltre necessario avviare fin da subito una rigorosa spending review a partire dalle figure apicali della banca e dai dirigenti della Capogruppo e delle partecipate, i cui emolumenti risultano inaccettabili rispetto ai risultati…”

Di tutto ciò – conclude Lacroce – dovrà essere data trasparente rappresentazione alla prossima Assemblea. Credo che solo così Banca Etruria potrà ritornare ad essere una grande Banca interregionale veramente radicata nel territorio e senza utopistiche ambizioni. Io me lo auguro e spero anche Voi.”

Evidentemente, considerato l’epilogo della vicenda, l’auspicio di Lacroce non era per nulla condiviso.

“Ecco tutti i miei accorati appelli, rimasti inascoltati” è l’amaro commento finale di Vincenzo Lacroce.

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