Basta con l’ipocrisia e con il negazionismo: il Sud sta per dichiarare fallimento…

Basta con l’ipocrisia, inutile negarlo, c’è una parte d’Italia quasi costretta ad accettare il suo essere di “serie b”.

Una parte d’Italia, quel Meridione pur caratterizzato da bellezze paesaggistiche e intelligenze spiccate, che sta per dichiarare fallimento. E non si tratta di piagnistei, ma di cercare di cambiare il corso della storia. Cercare di raccontare ciò che non va, proprio per non cedere a una strisciante e pericolosissima rassegnazione.

Constatare che c’è una parte del Paese con infrastrutture da terzo mondo, non vuol dire “piangersi addosso”.

Basti vedere quanto tempo si impiega per recarsi, ad esempio, da Catania a Palermo con Trenitalia. Nella migliore delle ipotesi, con il cosiddetto “regionale veloce”, si percorrono pressappoco 200 chilometri in tre ore. Lo stesso tempo occorrente per sportarsi fra Roma e Milano percorrendo oltre 580 chilometri, quasi tre volte la distanza che divide le due maggiori città siciliane, con un comodissimo “Frecciarossa 1000”.

Per non parlare delle strade. Ponti che crollano, autostrade inesistenti, caselli posti al centro della carreggiata e continue frane (per chi non lo sapesse le frane accertate in Sicilia sono 40 mila e 40 mila erano i pochi euro che, poco prima dell’estate, aveva in cassa la Protezione Civile siciliana).

Un’economia non sostenuta, se non con manciate di spiccioli, dai Governi centrali che si sono succeduti e spesso neppure sorretta dalle (mediocri) classi dirigenti del Mezzogiorno.

Per troppo tempo il Sud è stato terra di conquista elettorale, di voti dati clientelarmente, di cricche e di piccoli (ma grandi) potentati politici.

Le mafie, chiamatele come volete (Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra, Sacra Corona Unita), hanno fatto il bello ed il cattivo tempo, mostrando i muscoli con i più deboli (la cosiddetta società civile) e andando a braccetto con intere flotte di politici corrotti, governanti accusati – e condannati – per mafia (alcuni ancora oggi nelle Patrie Galere).

Così trovo risibile criticare le affermazioni della Presidente Rosy Bindi. Indignarsi nel sentire che “la camorra è un elemento costitutivo della società di questa città”, riferendosi a Napoli e non al dna dei partenopei, certamente fa conquistare consenso nei confronti di quella parte di cittadinanza, virtuosa ed onesta, che però non è mai riuscita a ribellarsi e convive (con eccessiva rassegnazione) con la Napoli camorristica.

D’altronde lo stesso Franco Roberti, uomo del Sud ed oggi Procuratore Nazionale Antimafia, ieri ha chiaramente affermato: “Alcuni anni fa, dissi che la camorra era un elemento costitutivo della società napoletana. Intendevo dire, e la realtà da allora non è cambiata, che la camorra è parte integrante della società napoletana, è un problema economico e politico oltre che criminale”.

Basta con i negazionismi ipocriti, subdoli e paralizzanti.

Esiste una Napoli, così come una Palermo o una Reggio Calabria virtuosa e onesta ma anche – come afferma ancora Roberti – “una Napoli camorrista e plebea che convive con l’altra, si alimenta delle diseguaglianze economiche, fa affari con i ricchi senza scrupoli e recluta nelle aree della povertà, dell’emarginazione e della disperazione”.

Le mafie crescono nel negazionismo e godono dell’arretratezza della società, proprio perché strutturalmente la sfruttano, cercando di soggiogare un intero popolo che – troppo spesso – scambia il diritto con il favore.

Negare che le mafie siano una componente organica della società, soprattutto nel Meridione, significa negarne l’evidenza.

Occorre, al contrario, prenderne atto ma anche prevedere tutta una serie di interventi per favorire, sul piano economico e sociale, il recupero di questi territori.

In ciò si inserisce la richiesta, più che simbolica, di un evento dell’Expo da fare nel Mezzogiorno, formulata da tempo da Andrea Guccione, presidente dell’associazione culturale “Assud”. La proposta, sostenuta con oltre un milione di tweet sul famoso social network, è motivata da Guccione: “Da un lato, ne gioverebbe l’immagine del Mezzogiorno che tanto necessita di location mediatiche d’eccellenza. Dall’altro, però, a trarne giovamento sarebbe l’intero sistema del made in Italy che proprio nel made in Sud trova il suo principale motore propulsore”.

Rivitalizzare ed investire sul Sud, non continuare ad assisterlo.

Altrimenti se ne andranno tutti, ma proprio tutti. Ed avremo perso clamorosamente, molto al di là dei voti da conquistare!

(FONTE: IL TEMPO)

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Nato a Ragusa il Primo febbraio del 1983 ma orgogliosamente Modicano! Studia al Liceo Classico "Tommaso Campailla" di Modica prima, per poi laurearsi in Giurisprudenza. Tre grandi passioni: Affetti, Scrittura e Giornalismo. "Il 29 marzo del 2009, con una emozione che mai dimenticherò, pubblico il mio primo romanzo: “Ti amo 1 in più dell’infinito…”. A fine 2012, il 22 dicembre, ho pubblicato il mio secondo libro: "Passaggio a Sud Est". Mentre il 27 gennaio ho l’immenso piacere di presentare all’Auditorium “Pietro Floridia” di Modica, il mio terzo lavoro: “Blu Maya”. Oggi collaboro con: l'Agenzia Giornalistica "AGI" ed altre testate giornalistiche".

1 commento

  1. Caro Paolo come sempre ai scritto un bellissimo articolo e toccante per certi versi. Spesso anch’io penso che voi del sud vi abbattete un po’ troppo….forse perché io nativa pura del nord vedo che anche qua ci sono tante cose che nn funzionano ma se uno nn ci vive nn se ne rende conto e pensa che il nord sia il paradiso. Voi restate a mio avviso una regione di persone fantastiche e con un cuore grande!!!per me nn siete il terzo mondo o la mafia….perché quella nn pensare,c’è anche qua solo che è più subdola e celata bene. Una cosa positiva che mi preme dire della mia zona e’ che qua tante attivita’ di stampo mafioso hanno chiuso perche’ molte persone nn sono molto propense ad usufruirne e questo un po’ mi rende fiera….e dovreste cominciare a farlo anche voi!!!!!!Per me la Sicilia e’ in balia di un sistema politico che fa acqua da tutte le parti e governata da personaggi che pensano solamente a se stessi e nn al bene comune….e forse siete talmente rassegnati che nn reagite più. Io vi amo per le vostre tradizioni, per i vostri manicaretti, per i posti bellissimi e soprattutto per la vostra ospitalità e gentilezza, tu stesso ne sei un esempio. Siciliani reagite tirate fuori il coraggio e cambiate le cose… Spero davvero che si riesca a fare qualcosa per evitare che delle regioni fantastiche come la Sicilia, la Sardegna e tutte le altre regioni del sud possano diventare regioni di serie A……

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