Alla fine la giunta è riuscita ad ottenere l’approvazione del bilancio di previsione, compiendo l’ennesimo atto di forza in Consiglio Comunale, forte della sua maggioranza di consiglieri “coperti ed allineati”, non senza però rinunciare all’ennesimo scontro e scambio di accuse con l’opposizione.
Ma ormai a questo continuo clima di tensione il Sindaco Sceriffo ci ha abituati.
In fondo, possiamo dircelo, un po’ ne eravamo tutti consapevoli, già fin dallo scorso giugno, quando uno sconosciuto ex consigliere provinciale (eletto nella lista DS e poi migrato a Sinistra Democratica e poi, dopo un breve periodo da indipendente vicino all’MPA di Riccardo Minardo, approdato all’UDC dell’allora Presidente Antoci) si è candidato a Sindaco di Modica, proponendosi come “uno e uno solo” futuro capo indiscusso che “tira dritto” e non si degna di dialogare con nessuno, novello demiurgo della politica locale che, con la sua “bacchetta magica”, avrebbe miracolosamente trasformato la città da brutto anatroccolo a bellissimo cigno del Sud Est.
Già durante la campagna elettorale Abbate aveva manifestato questa sua indole autoritaria e non incline al dialogo, scatenando sovente polemiche durante gli incontri dibattito, rifiutandosi di partecipare alle trasmissioni di informazione elettorale dove era previsto il confronto con altri candidati o abbandonando stizzito le riunioni (ricordo in particolare la polemica scatenata da Abbate, che appunto lasciò anzitempo l’assemblea, durante un incontro a S. Giorgio).
Dopo le elezioni, con Ignazio Abbate eletto da una minoranza di partecipanti al voto, Modica ha effettivamente “voltato pagina”, ritrovandosi di fronte ad un primo cittadino decisionista ed accentratore, che ha iniziato a spendere smodatamente i danari pubblici in nome di una presunta efficienza amministrativa.
Il motto di Abbate è “basta con questo rigore! Modica deve cambiare passo, deve diventare una macchina da Formula 1″.
È per questo che Abbate ha fondato tutta la sua politica amministrativa sul principio della spesa, un principio appreso durante il suo quinquennio alla Provincia, dove era stato indotto a concepire l’amministrazione come gestione e sfruttamento di una grande quantità di risorse economiche. Ma il Comune di Modica non è la Provincia!
Era inevitabile, quindi, che nella visione amministrativo-finanziaria di Abbate le voci di USCITA del bilancio finissero per assumere proporzioni drammaticamente non coincidenti con le voci di entrata.
Era inevitabile che, per drenare liquidità alla sua lunga campagna “panem et circenses”, aggravata ulteriormente dalla sfrontatissima (e a mio parere anche un po’ squallida) reintroduzione (ovviamente con effetto retroattivo) delle indennità ad amministratori e consiglieri, si mettesse mano alle voci di ENTRATA, con inevitabile aumento dell’imposizione fiscale locale.
A questo punto, però, dobbiamo dirci la verità e non nasconderci dietro il dito.
Appare chiaro a tutti che, a prescindere dalla condivisione o meno delle scelte operate dal Sindaco, i cittadini saranno non solo fruitori ma anche e soprattutto finanziatori delle iniziative organizzate dall’ente e pagate con le maggiori entrate derivanti dagli aumenti di IMU, TARES, addizionale IRPEF ecc. di cui al bilancio di previsione approvato con un colpo di maggioranza drammaticamente sorda agli appelli dell’opposizione.
Appare chiaro a tutti i modicani che il Sindaco non regala niente a nessuno e che tutto quello che proviene dalle sue unilaterali ed indiscutibili decisioni, le grandi iniziative del “brand Modica”, le luminarie natalizie (si parla di un costo di 55.000 euro), le spese per la banda musicale, l’esternalizzazione dei servizi di trasporto e di manutenzione, pur in presenza di specifici obblighi contrattuali con la SPM (che comunque comportano costi per il Comune) e le tante altre scelte che sono state fatte e quante saranno ancora assunte in futuro, ricadrà inevitabilmente ed inesorabilmente sulle nostre tasche.
È evidente a tutti che, nonostante il piano di riequilibrio, gli impegni assunti con lo Stato, il patto di stabilità, la riduzione dei trasferimenti statali, si sta decidendo di acquistare una vettura sportiva piuttosto che un’utilitaria.
A me non interessa criticare quei cittadini che si dichiarano ben contenti di pagare più tasse pur di avere una città paese dei balocchi, ma vivendo nella medesima comunità di costoro, ammetto che mi dispiacerebbe alzarmi, un giorno, e ritrovarmi, mio malgrado, con le orecchie d’asino, così come credo che, per lo storico senso della misura che ha contraddistinto i modicani fino ad oggi, nessuno in città voglia seriamente rivivere certe esperienze di dissesto finanziario a causa delle quali siamo stati chiamati tutti a pagare un sacrificio enorme, in termini di risparmio, di austerità e di rinunce.
Credo piuttosto che, in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, i modicani pretendano di essere amministrati secondo il giusto contemperamento tra rigore e politica di sviluppo, in una logica di riduzione e non di aumento della spesa e, quindi, in una logica di riduzione e non di aumento degli oneri fiscali locali.
Credo che, in un momento di disaffezione alla politica come quello attuale, i consiglieri comunali possano anche rinunciare ad un modesto gettone di presenza, restituendolo alle casse del comune e dimostrando che il loro impegno è e rimane un servizio umile e gratuito per il bene della città. Sarebbe un gesto simbolico ma apprezzabile.
Infine, non mi stupirei se qualcuno ritenesse di trasmettere gli atti relativi al bilancio appena approvato alla Corte dei Conti. Chissà come risponderebbe il Sindaco Sceriffo alle osservazioni dei giudici contabili…
ma se non trasmette l’opposizione la cosa alla corte dei conti e magari alla procura, chi volete che la trasmetta quando un opposizione avvalla nel silenzio il bilancio ???? In fondo l’opposizione se sa di un reato contabile HA IL DOVERE e non l’OPZIONE di FARLO !!!!!!