Di Paolo Borrometi FONTE: Il Tempo
Al tempo di Facebook, Twitter e Linkedin anche la criminalità organizzata (e i boss) diventano 2.0. La Camorra, così come Cosa Nostra e la ‘Ndrangheta viaggiano on-line tranquillamente e su Facebook si organizzano, danno ordini, minacciano e si autopromuovono. Ed è così che selfie di boss, gruppi che ne difendono la libertà, oltre ai profili fake, sono in costante aumento sul popolare social network.
COSA NOSTRA
È il caso, ad esempio, di Alessio Alesci, arrestato perché ritenuto, dalla Dda di Messina, uno dei nuovi boss mafiosi del sanguinario clan di Barcellona Pozzo di Gotto. Alessio Alesci è molto spregiudicato su Facebook, pubblicando frasi del tipo «dagli infami guardati sempre», o ancora «il rispetto si guadagna da bambino e va curato quando sei grande», oppure «meglio un amico delinquente che un carabiniere invadente». E così via. Sempre in Sicilia un altro caso «eclatante» riguarda il fratello di quello che per la Direzione Nazionale Antimafia è il capomafia di Vittoria (Ragusa), Gionbattista Ventura. Il Ventura, sul suo profilo, insulta e minaccia, fino a pubblicare un post contro il Commissario della Polizia della cittadina ragusana, Saro Amarù, dicendo: «ricordati che siamo 3 a 0 per me, non mi puoi fare niente (…) ma u tiempu nun si scanta ne dei lampi e neanche dei tuoni». O ancora, sul profilo del figlio (Angelo Ventura detto «u checco», uscito il giorno prima dal carcere, «Attenti al cane» con una foto accanto di un Carabiniere.
’NDRANGHETA
Per quanto concerne la ‘Ndrangheta, desta molto scalpore la pagina aperta tempo fa ed inneggiate alla libertà di Vincenzo Perri. Il giovane Perri, oggi in carcere dopo un periodo di latitanza, è condannato per l’omicidio di Vincenzo Priolo. A commentare pubblicamente sulla pagina è proprio l’ex moglie di Vincenzo Priolo (e figlia del boss assassinato nel ragusano, Michele Brandimarte, per gli inquirenti legato alla famiglia Piromalli-Molè), Damiana Brandimarte. Solo che i commenti non difendono l’ex marito Priolo, bensì la Brandimarte commenta in difesa dell’omicida del proprio ex coniuge, affermando «come si può definire omicidio volontario quando un uomo viene aggredito mentre va a lavorare? se la legge italiana non applica la LEGITTIMA DIFESA in tal caso.. mi kiedo quando sarà applicata». Va detto infatti che, secondo le ricostruzioni degli inquirenti e la testimonianza del collaboratore di giustizia Arcangelo Furfaro, Perri avrebbe ucciso Priolo la mattina del 2011 dopo una aggressione, il tutto sarebbe scaturito da quando Damiana Brandimarte, sposata con Vincenzo Priolo, abbandonò il tetto coniugale. Il pentito Furnaro racconta che Vincenzo Priolo (cognato di Girolamo Piromalli) chiese di riportargli sua moglie. Vincenzo Perri, però, si sarebbe rifiutato e da lì la sua vita sarebbe stata un inferno, così avrebbe avuto inizio la faida (poi scoppiata con l’omicidio del Priolo ad opera dello stesso Perri).
OSTIA
Infine non può mancare la mafia di Ostia e, in particolare, Roberto Spada, rampollo di una famiglia in odor di mafia sospettata di controllare buona parte del litorale romano. Il giovane Spada, con spacconeria, pubblica link con insulti (fra gli altri alla collega di Repubblica, Federica Angeli) «Esposito e la scrofa giornalaia annateve a fa na bella cacata insieme, e poi con le vostre feci lavateceve la faccia che magari ve ce improfumate…».
CARABINIERI,POLIZIOTTI E GIORNALISTI CORAGGIOSI PER SEMPRE ma MAI gente come voi!!! chi si nasconde dietro le minacce è il vero infame e nn chi porta una Divisa o chi ha il CORAGGIO di scrivere la VERITÀ!!!!!!!
In galera devono stare e buttare le chiavi! Ci vorrebbe la pena di morte…