Ragusa 23.12.2017 Caro Babbo Natale…..
Caro Babbo Natale,
Vorrei prendere un caffè, o non so…. Forse una cioccolata calda, o forse semplicemente una birra, o ancor meglio, un dolce e magari un liquorino, stasera fa particolarmente freddo, amplificato perché sei lì immobile e immobilizzato, se non fosse per le piccole spinte che riesci a dare alle ruote della tua eterna e unica compagna di vita. E si, credo sia proprio il caso di prendere qualcosa di caldo, o ancor meglio, che ti scaldi dentro.
Vivere seduti in carrozzina, ti permette di percepire al meglio le varie situazioni climatiche, e in modo particolare il gran freddo quando arriva. Seduto lì, senza possibilità di accelerare il passo, perché i piedi e le gambe hanno solo una pura funzione estetica, e con le mani gelide a fare forza dove gli altri non hanno mai immaginato, e poi la pesantezza delle pendenze i dislivelli , una cornice statica tale da dissuaderti dall’uscire di casa.
Ma io esco ugualmente, salgo sulla mia auto, e vado verso il centro.
Mi trovo in pieno centro, nella mia bellissima Ragusa, adesso spero di poter parcheggiare e dare seguito al mio bisogno di consumare qualcosa di caldo e gustoso, giunto in prossimità di Piazza San Giovanni, inizio a cercare il parcheggio, ce ne sono di ” dedicati” ai disabili, al primo giro, li trovo tutti occupati, si, occupati da gente che pur di farsi notare nella loro scaltrezza, tengono i lampeggianti accesi, come per voler dire, sono qua! Non mi spetta ma sono qua! Solo qualche minuto e vado via…… come se nel frattempo chi ha diritto di parcheggiare in quei posti, potesse pensare serenamente, “evvabbé” magari vado a cercare parcheggio altrove, tanto in due “passi “arrivo comunque.
Solo dopo il terzo giro, finalmente riesco a trovare un parcheggio libero. Mi organizzo come mio solito, estraggo la carrozzina dall’auto, la ricompongo, mi sistemo e finalmente sono in piazza.
Mi muovo serenamente tra la gente, amo averne accanto. Faccio un primo giro veloce per capire bene dove andare a consumare, e scopro che l’unico bar storico della piazza, è chiuso per il turno settimanale. Già, l’unico bar che racchiude in se ancora parte della storia dell’agorà ragusana e anche l’unico bar dentro la piazza che mi avrebbe permesso di accedere e consumare senza alcuna fatica, chiuso per turno settimanale!!
Mi giro attorno e vedo un nuovo bar aperto sotto il portico del palazzo INA, mi avvicino e…. sorpresa! È regolarmente munito di gradino davanti alla porta di ingresso. Allora mi muovo in direzione di Corso Italia, dove da poco tempo è stato aperto un altro locale, mi avvicino all’ingresso, ma niente. Impossibile accedere anche lì. Mi sposto nuovamente in direzione Corso Vittorio Veneto, e appena superata la gradinata centrale che porta alla piazza superiore, trovo una birreria, ma anche Lì è vietato accedere. Continuo nella mia ormai affannata ricerca e, superato il bar storico, trovo un altro locale, forse una birreria, mi avvicino e ooopsss guarda caso, munita anch’essa di gradino. Mi sposto ancora e quasi all’angolo, un bar carinissimo, ma anche questo, totalmente inutilizzabile per le mie esigenze.
Quasi smarrito e completamente avvilito, faccio per tornare verso l’auto, ma accanto al fotografo scorgo un ulteriore bar, mi avvicino, vedo che ha la soglia particolarmente bassa, e penso che finalmente potrò consumare qualcosa, ma, questa volta il gradino me lo ritrovo all’interno, verso il basso.
Quando sentivo additare Ragusa come città invivibile mi meravigliavo, e pensavo che si sbagliassero, la mia citta!!
In realtà volendo fare un giro per i locali pubblici, e non solo in quelli del centro, ma anche in quelli nelle vie di espansione o Ragusa Ibla, o ancor meglio a Marina di Ragusa, la situazione non cambia. Sembra quasi che si voglia proibire ai disabili di vivere delle comuni e normali esigenze.
Bisogna anche non immaginare di andare al mare in estate, sembra che le spiagge libere della costa ragusana siano totalmente vietate ai disabili.
Quando il comune realizza nuovi marciapiedi, in questi vengono predisposti solo attraversamenti per persone che sanno e possono salire e scendere i gradini, realizzando un varco per disabili su quattro, foooorse!!!
Spesso, dove gli attraversamenti vengono realizzati, questi sembrano rispecchiare il disprezzo nei confronti di chi li deve utilizzare, con le rampe con raccordo al piano stradale, o meglio, con gradini al margine, che spaziano dai cinque agli otto centimetri e più , VERI E PROPRI OSTACOLI!!! Viene da pensare che qualcuno intenda punire chi vive una difficoltà di movimento, facendogli allungare il giro. Si realizzano accessi con pendenze sconsiderate, come fatto in Piazza Cappuccini all’ingresso della chiesa di San Francesco.
Solo pochissimi locali sono realmente accessibili. Perché una città che si reputa civile, manifesta tutta questa indifferenza.??Viene da pensare che qualcuno abbia deciso che i disabili debbano vivere in casa propria, o al massimo nelle sedi delle associazioni.
Ho letto qualche mese fa che Ragusa si candida al concorso di Città della Cultura per l’anno 2020, e ho solo considerato che purtroppo non esiste un bando per premiala come città INACCESSIBILE, dove sicuramente potrebbe essere classificata nei primi posti. Chissà, se chi decide come far funzionare la macchina amministrativa, non ha mai provato questo sentimento.
Il vero problema sta nel fatto che benché le previsioni normative siano molto chiare fin dal 1989, e nonostante nel 1992 la Legge 104 abbia stabilito che nei luoghi pubblici o aperti al pubblico è vietato eseguire opere edilizie che non prevedano l’eliminazione delle barriere architettoniche, e che tutte le opere realizzate negli edifici pubblici e privati aperti al pubblico in difformità dalle disposizioni vigenti in materia di accessibilità e di eliminazione delle barriere architettoniche, nelle quali le difformità siano tali da rendere impossibile l’utilizzazione dell’opera da parte delle persone con disabilità, sono dichiarate inabitabili e inagibili.
La normativa in Italia è molto chiara e negli anni si è arricchita anche con la Legge 67/2006 sulla tutela “Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni”, e successivamente con la ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità avvenuta nel marzo 2009, diventata legge col n. 18/2009, sarebbe dovuto cambiare tutto.
E invece, gli uffici pubblici preposti, non si curano assolutamente del rispetto delle norme tecniche per l’accessibilità, che poi ancor peggio ormai viene demandata ai progettisti che devono asseverare la rispondenza progettuale in merito.
Oggi più di ieri, basta andare in giro per i nuovi locali commerciali o al consumo aperti al pubblico, per constatare la leggerezza e il distacco o forse il disprezzo con cui gli addetti ai lavori affrontano il concetto di accessibilità. Poi ancora, basta solo immaginare quante agibilità sono state rilasciate a tal proposito, senza tenere conto della impossibilità di potere entrare.
Esisterà un responsabile di tutto questo? Magari un Sindaco o un Assessore, un dirigente o un funzionario….. oppure sarà colpa dell’usciere, chissà!
Torno in casa, ho potuto fare ben poco, non ho preso il caffè, quel maglione così carino era “inaccessibile” per me, non ho potuto parcheggiare la mia auto e andare dal barbiere è stato proprio impossibile!!!
Ma una cosa in questa vigilia mi è rimasta nitida e impressa, i colori della MIA città, le luci soffuse, le urla chiassose dei bambini, le vetrine e le tante persone fra le vie ….