“Caro Presidente Napolitano, non condanni a morte mio figlio”. La disperata lettera della madre di Davide

“Illustrissimo Signor Presidente della Repubblica, mi chiamo Catia Trovato e sono la madre – disperata – di Davide, un bambino di appena dieci anni, affetto da una forte psicosi, un disturbo misto della personalità, dell’umore e del comportamento che porta alla schizofrenia ed al suicidio”.

Inizia così una lunga missiva della Signora Catia, indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Catia, nello scritto a tratti confidenziale, a tratti molto accorato e disperato, rivolge al Presidente Napolitano tanta rabbia.

catia e davide“Per mio figlio ho fatto di tutto – scrive -, come una madre può e deve far di tutto per la propria creatura. Oggi sono disoccupata e scoraggiata, vedo tutto ciò per cui ho sempre lottato, seriamente minacciato, per colpa di una società inadeguata ed una burocrazia stupida. A causa di persone che, al posto della intelligenza e della bontà, nel cuore, hanno un masso di dimensioni enormi. A causa di Enti, come quello di Scicli, che non ci aiutano ed invece ci emarginano, invece di proteggere le piccole creature, le fanno presidiare dai Carabinieri.

Dopo continue lotte per l’integrazione del mio piccolo angioletto, ieri mattina abbiamo raggiunto il culmine della mia e sua disperazione: i compagni di classe, dietro consiglio dei genitori e reputo del Dirigente Scolastico del suo Plesso a Scicli (Ragusa), non sono entrati in classe. Una specie di “sciopero bianco”, per chiedere che mio figlio vada via da questa classe. Davide mi ha chiamato dicendomi: “Mamma, oggi sono dalla Preside perché i miei compagnetti non sono entrati in classe, perché non mi vogliono con loro”.

Quale sarebbe la sua colpa? Soltanto esser malato!
Ciò, come scrivevo, arriva dopo una serie di episodi sconcertanti che lo hanno visto protagonista.

Solo qualche giorno fa i Carabinieri di Scicli, chiamati da alcuni operatori scolastici, hanno sorvegliato in classe mio figlio Davide come fosse il più feroce dei delinquenti. Lui è rimasto tranquillamente seduto nel suo banco, ma al ritorno a casa mi ha detto: “mamma, oggi in classe sono venuti i carabinieri e mi guardavano continuamente”.

Più volte ho denunciato che, personale dell’Istituto Comprensivo “Don Milani” di Scicli, nel tentativo maldestro di bloccare Davide durante alcune sue crisi, sono stati procurati al bimbo lividi, graffi ed escoriazioni in tutto il corpo. Ciò, ovviamente, è stato refertato dal Pronto Soccorso dell’Ospedale “Busacca” di Scicli”.

Eppure nessuna struttura è atta ad ospitarlo, nessuna insegnante di sostegno perché hanno paura, niente. Nella sua breve storia, è stato già costretto ad andare via dalle Suore che lo ospitavano il pomeriggio. I Suoi amichetti hanno paura come se fosse un “orco”.

È così che si tratta un portatore di handicap?

Mio figlio, inoltre, più volte ha tentato, a dispetto della sua giovane età, il suicidio. D’altronde il modo in cui è trattato è peggio di una condanna a morte.

Davide ha soltanto bisogno di essere integrato e non trattato come un pazzo o isolato. Lo stiamo curando a Pisa, dove si è sottoposto un paio di mesi fa, ad una cura in terapia intensiva, presso l’Istituto di Ricovero e Cura  “Stella Maris”. Proprio a Pisa alcuni specialisti che lo tengono in cura, mi hanno sottolineato che Davide presenti una psicosi anche a causa di un processo di integrazione molto sbagliato. Mio figlio è stato sempre trattato come un caso da isolare e, nessuno, si è preoccupato di cercarne l’integrazione. Davide soffre doppiamenteper una società che lo emargina e, per paura, non lo vuole.

Nessuno ci offre risposte, né il Sindaco della nostra città (Scicli), né le Istituzioni, né i Parlamentari. Accanto a noi abbiamo soltanto un paio di associazioni facenti capo alla assistente sociale Maria Borgia ed un giornalista, Paolo Borrometi, che hanno preso a cuore la nostra storia.

Ho finito le lacrime, i miei occhi sono così stanchi che non riescono più ad esprimere emozioni. Non dormo le notti e durante le giornate, penso e ripenso a cosa poter fare. Sono disposta a tutto, ma non a far suicidare mio figlio. Che Paese è quello in cui viviamo?
Io sono stanca e non vorrei che, quando qualcuno interverrà, dovesse essere troppo tardi.

Ecco perché mi e ci rivolgiamo a Lei, perché possa intervenire, dall’alto del Suo ruolo, in favore di un Suo piccolo concittadino che soffre.

Mi dica Lei, Presidente, cosa devo fare?

Mi dia Lei un buon motivo, una buona ragione per credere ancora nello Stato, per credere che un piccolo figlio di questo Stato possa vivere in questo Paese. Mi dia una motivazione, valida, a tutto ciò ed un motivo per stare in Italia e non andarmene da questo Paese.

Sono una donna semplice, Presidente, e semplice è la mia famiglia. Non credo e non crediamo di chiedere tanto, vorremmo solo vivere e vivere in pace.
Confido in Lei, Signor Presidente. Confido ancora nella massima carica dello Stato.
Non ci abbandoni.

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Nato a Ragusa il Primo febbraio del 1983 ma orgogliosamente Modicano! Studia al Liceo Classico "Tommaso Campailla" di Modica prima, per poi laurearsi in Giurisprudenza. Tre grandi passioni: Affetti, Scrittura e Giornalismo. "Il 29 marzo del 2009, con una emozione che mai dimenticherò, pubblico il mio primo romanzo: “Ti amo 1 in più dell’infinito…”. A fine 2012, il 22 dicembre, ho pubblicato il mio secondo libro: "Passaggio a Sud Est". Mentre il 27 gennaio ho l’immenso piacere di presentare all’Auditorium “Pietro Floridia” di Modica, il mio terzo lavoro: “Blu Maya”. Oggi collaboro con: l'Agenzia Giornalistica "AGI" ed altre testate giornalistiche".

10 COMMENTI

  1. anno 2014 dove si naviga in internet dal telefonino dove la luna e un vecchio ricordo degli anni 60 dove la medicina resuscita gli esseri umani si viaggia con le auto elettriche si guarda la tv come se fossimo al cinema insomma anno 2014 dove la società e le istituzioni dovrebbero andare a pari passo con i nostri giorni esseri umani evoluti..invece ancora ce qualche parte del pianeta terra che di fronte ad un dramma di dimensioni a dir poco da disastrose ancora ce gente che per solidarietà non manda i figli a scuola per aiutare davide …ciò la dice lunga su gente che crede di essere in cima al mondo ma che invece può succedere alle migliori famiglie come quelle che non mandano i propi figli a scuola e le compresi i docenti scolastici …pazienza siete indietro molto indietro almeno di 50anni..aprite gli occhi…

  2. Scusate se mi intrometto.. Parlo con cognizione di causa e non x ottenere un mi piace.. Io vivo in prima persona perche mia figlia frequenta questa scuola dove ce’ questo bimbo. Premesso che la raccolta delle firme e la protesta dei genitori non e’ rivolta contro il “disabile” (già questa parola non mi piace usarla) ma rivolta alle istituzioni, scuola e preside compresa al fine di evitare tragedie. Perche’ purtroppo si parla perche’ abbiamo la bocca ma oltre a questa abbiamo i fatti??? Non sapete nulla e non e’ vero che se non viene aggredito non fa niente. Il bimbo purtroppo ha creato situazioni spiacevoli, bimbi e maestre finiti in ospedale, e la protesta serve solo x scuotere chi di competenza x avere strutture e personale adeguato, e non credo che tutto questo non scuota un genitore ad avere timore di quello che può succedere. Non sono contro questi bimbi cari signori che criticate tanto ma se ci permettete non vorrei ricevere qualche telefonata x sentirmi dire sua figlia e’ in ospedale come già sta succedendo spesso.. Inoltre mi rivolgo alla mamma che ultimamente va a dire in giro che siamo noi i mostri e non vogliamo suo figlio, non e’ vero nulla e dovrebbe per prima lei parlare con coscienza e cuore e non dire che non abbiamo un cuore perché non abbiamo nulla contro Davide, ma lo vogliamo aiutare con persone adeguate. Percio’ se c’e’ da fare qualcosa ma con i fatti facciamola e non ci limitiamo a parlare solamente che le belle parole le sappiamo dire tutti!!!!

  3. Carissima signora Eleonora,
    Quando Davide “aggredisce” le SUE maestre di sostegno dove sono???? Aspetto una Sua risposta. Vi posso garantire che il non mandare i bambini a scuola fa più male a Davide che alle istituzioni. Inoltre l’ assenza degli alunni di tutta la classe in mio parere e già un’ emarginazione. Comunque in bocca al lupo al piccolo Davide e alla sua mamma.

  4. Cara Lucia Negrini sono la mamma di un bambino che frequenta la classe del piccolo Davide, non si puo’ condannare senza conoscere da dentro la situazione,siamo state prese per cattive, ignoranti ,senza cuore ma adesso basta!Abbiamo educato i nostri figli al rispetto alla tolleranza e alla solidarietà e fin dal primo anno di scuola, i nostri figli hanno SEMPRE portato a Davide rispetto e accoglienza,gli hanno fatto anche dei piccoli regalini insomma lo hanno fatto sentire uno di loro SEMPRE e noi genitori li abbiamo incoraggiati pensando che con questi gesti avremmo potuto aiutare sia il bambino che la mamma. I nostri bambini in questi quattro anni hanno subito violenze psicologiche e fisiche più o meno gravi in qualche caso si è dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso , anche al di fuori delle “crisi” e siamo state zitte e soprattutto non abbiamo dato ascolto ai nostri bambini che, profondamente turbati e impauriti da quello che vedono tutti i giorni stanno manifestando sintomi da danni psicologici:incubi notturni,inappetenza,forti mal di testa che impediscono lo svolgimento dei compiti a casa,mal di pancia,vomito,paure e ansie prima di prendere sonno la sera ecc …ecc…ne vuole ancora!Anche i nostri figli hanno il diritto allo studio e alla serenità dobbiamo arrivare al punto di sacrificare i nostri bambini?Lo abbiamo fatto fino adesso e non è servito, mi dispice io ho il dovere di tutelare prima di tutti mio figlio !Spero che, chi di dovere faccia qualcosa per il bene di tutti soprattutto per il piccolo Davide.

  5. Le maestre di sostegno dove sono?? Tutte finite in ospedale con tanto di referto e ora non ne vogliono sapere di tornare. La nostra protesta e’ rivolta alle istituzioni alla scuola e alla preside che non stanno agendo ma non x allontanare davide ma solo per aiutarlo ad avere accanto persone qualificate che lo aiutano. Crescendo questo ragazzino e lasciato a se stesso non avrà’ un futuro sereno. Non siamo contro davide vogliamo solo che personale adeguato si occupi di lui x la sua salute e x quella dei nostri figli adesso e x quella degli altri in futuro. Se ci chiamate ignoranti solo perche’ cerchiamo di scuotere la coscienza di chi dovrebbe occuparsene non oso immaginare come ragionate in altre circostanze.

  6. si parla di paura ..d’indignazione …di tutelare e si fa cosi’ secondo voi?attaccando il piu’ debole come in una giungla dove vincera’ solo il piu’ forte ..muro contro muro o noi o lui !…bella civilta’ volete per i vostri figli dove chi non rientra nei canoni della perfezione in quei nostri parametri non puo’far parte di un contesto sociale …. a dirla tutta forse Davide non si è perso davvero molto , si scrive che è un bimbo che tutti hanno amato e … amano anche quando non lo vogliono nella stessa palestra ?o quando non lo hanno mai invitato ad una festicciola di compleanno ?bel modo di dimostrare amore !…ora lo volete fuori dalla scuola magari chissa’ in qualche struttura per quelli come lui diversi dalla nostra strana normalita’ vorrei chiedere a Manuela mia compagna di scuola di cosa s’indigna di piu’ di una societa’ incapace di reagire o per un’ istituzione scuola e di chi la rappresenta che non sa essere umile nel chiedere aiuto non credo ci si possa indignare colpevolizzando una madre che vive nell’angoscia di avere un figlio che non vedra’ mai guarito…perche’ di questo si dovrebbe rendere conto a Dio….oggi è toccato a Davide domani potrebbe chiamarsi Maria Manuela e chi lo sa non possiamo eliminare il problema sarebbe negare l’evoluzione dell’intelligenza umana e della civilta’ stessa dobbiamo cercare tutti nessuno escluso il modo e la giusta soluzione per aiutare Davide una battaglia che la nostra comunita’ deve combattere insieme perchè il suo allontanamento sarebbe la sconfitta di tutti e ne risponderemo ognuno in nella propria intima coscienza morale!

    • E’bello fare le moraliste quando non si vive in prima persona il disagio,ripeto: ci sono anche altri bambini che soffrono per questa situazione che si ritrovano tutti i santi giorni sulla traiettoria degli oggetti che lancia Davide(bottiglie,forbici,sedie,zaini,banchi) e assistono a scene a dir poco surreali in cui bambini e insegnanti vengono afferrati per il collo,presi a calci e pugni buttati a terra come sacchi,e vengono anche chiamati” sacchi di merda”, ma dove siamo in una scuola o in un campo di battaglia?Ormai l’unica scuola che si fa è quella di sopravvivenza i bambini stanno solo facendo prove di evacuazione durante le continue crisi di Davide si devono riparare sotto ai banchi e poi scappare per nascondersi nelle altre classi.E’normale? E’normale che un bambino chiede alla mamma di non portarlo a scuola perchè il compagnetto che era stato preso per il collo il giovedi non andava a scuola, e che molto probabilmente, adesso toccava a lui?Non è successo il venerdi è successo il sabato, sono stati “attaccati ” due bambini e mio figlio ,seduto al suo banco ,è stato preso e buttato così come fosse un’arma da scagliare contro qualcuno,e quando sono andata a prenderlo era sconvolto ,credetemi vedere il proprio figlio in quelle condizioni non è una bella cosa,mi sono sentita in colpa per non averlo ascoltato e se fosse andata peggio? Davide oltre ad avere un forza incredibile,è un anno più grande degli altri bambini e non è mai capitato che gli altri facessero male a lui, questo ci tengo a sottolinearlo e se ha subito qualche livido è soltanto perchè un adulto,per evitare che lui stesso si faccia male lo deve trattenere con un pò di forza in più rispetto a un bambino normale.La situazione è insostenibile in quella classe ci sono bambini che hanno addosso segni “visibili” e”invisibili” addosso, quelli visibili vanno via,ma quelli invisibili se li porteranno dietro a vita, perchè gli anni della loro infanzia a scuola li hanno vissuti sempre nel pericolo. La scuola deve essere per TUTTI un luogo di crescita culturale ed educativo nel rispetto delle regole e soprattuto degli altri!Noi abbiamo EDUCATO così i nostri figli!Mi auguro che qualcuno faccia il proprio dovere per il bene di tutti

  7. Scrivo non conoscendo nulla della situazione, ma penso si possa benissimo capire che qui ci sono diverse vittime e non solo Davide: gli altri bambini, il personale della scuola, la società civile.
    Infatti nessuno ce l’ha con Davide quindi è inutile fare i moralisti con tanto di accuse alle famiglie degli altri bambini; non hanno colpe la preside e gli altri operatori scolastici perchè stanno facendo il possibile e anche l’impossibile; naturalmente non ha colpe Davide ne tanto meno i bambini che frequentano la stessa classe e le loro famiglie.
    La colpa, se così si può chiamare, è quella della società civile che non sa come gestire queste situazioni anche perchè non esiste un modo che non faccia sembrare la procedura “buona” da tutti i lati. Se ad occuparsi di Davide sarà una struttura la mamma (e tanti di voi) dirà che si tratta di emarginazione, se resta tutto così com’è le famiglie degli altri ragazzi non l’accetteranno. Hanno ragione tutti… ma cosa si può fare? Si accettano idee e non solo opinioni!!!!

  8. Di quello che leggo e che continuerò a leggere non fate altro che dire le stesse cose e non serve…
    Da una parte Catia ha ragione, togliere suo figlio dalla scuola non farà altro che emarginarlo, togliendogli anche il diritto di stare con persone normali da cui apprendere; dall’altra ogni madre cerco di tutelare il proprio figlio dagli “attacchi” e chi del resto non lo farebbe..sarebbe opportuno trovare una soluzione, sedersi tutte e pacificatamente concordare una soluzione per il bene di tutti.
    Invece di mandare delle maestre di sostegno perchè invece non fate stare la madre con lui in classe?? forse i bambini si sentirebbero più tutelati con la sua presenza e così anche la madre potrebbe capire cosa dà fastidio al figlio per portarlo a quei comportamenti e rendersi conto che tutto ciò che le maestre e i bambini può essere reale e terminare i conflitti.
    Così non si può andare avanti anche perchè ognuno cercherà sempre di tutelare il proprio figlio/a.

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