Ormai é ufficiale. Contrariamente alle sue stesse aspettative, il Sindaco Abbate non possiede la bacchetta magica tanto che, dopo sei mesi dal suo insediamento, l’unica rivoluzione che è riuscito a realizzare è stata quella delle super potature, delle luci natalizie da migliaia di Gigawat, del prototipo di panchina a forma di barretta di cioccolato, del bagno pubblico inaugurato e poi tenuto chiuso ai turisti, come i musei fantasma e le chiese chiuse.
Certo occorre anche ammettere che se Atene piange, Sparta non ride, in quanto 18 consiglieri su 30 sono assolutamente convinti del loro ruolo di body guard dell’amministrazione, incoraggiati forse dal loro Presidente Garaffa al quale non è stato possibile far capire che il Consiglio Comunale non è l’appendice del Sindaco ma un organo giuridicamente, istituzionalmente e politicamente autonomo da quest’ultimo e con poteri consultivi, di vigilanza e di controllo sull’operato della giunta municipale. I consiglieri di opposizione, dal canto loro, cercano di attivare un dibattito politico che (lo dico dopo avere letto i dettagliati resoconti pubblicati sul sito del Comune) vengono subito tacitati dalle risposte “sempre arroganti ma mai motivate ”, del primo cittadino.
Intanto noi comuni mortali che viviamo fuori dalle istituzioni ma dentro la realtà del territorio comunale, siamo costretti ad affrontare i problemi di sempre. Strade fatiscenti e piene di buche che, con fedele coerenza a quanto promesso in campagna elettorale, sono state solo “tappate” a macchia di leopardo, bollettini Tares che arrivano già scaduti, interventi di manutenzione che arrivano con enorme ritardo e dopo innumerevoli segnalazioni, rete idrica che perde acqua da tutte le parti, riduzione sempre più radicale di interventi assistenziali importanti, Marina di Modica e Maganuco, su cui Abbate ha incentrato buona parte della sua campagna elettorale, sedotte e abbandonate già durante la stagione estiva ed oggi totalmente lasciate a se stesse, Modica Sorda nel caos anche grazie alle ormai famose iniziative sui sensi di marcia, risultate inutili alla prova dei fatti, Modica Alta relegata al suo destino di quartiere vecchio e morente. Di Frigintini non posso dire perché, oggettivamente, non ho avuto modo di frequentarla di recente ma, mi dicono, che anche nella frazione rurale, al di là degli asinelli e Brigantoni, non hanno visto.
Volendo evitare le polemiche e riconoscere il beneficio del dubbio, attribuisco alla Giunta Municipale una continuità gestionale deficitaria che non può ascriversi a colpa o a negligenza, quanto piuttosto alla difficoltà di interpretare, nello stesso tempo, i tanti e tutti diversi problemi che ogni giorno si pongono all’interno dei diversi quartieri. Certamente l’assenza di dibattito in Consiglio Comunale non aiuta, ma occorre ammettere che anche all’interno di questa istituzione ci si deve occupare spesso di problematiche “generali” come ad esempio le “questioni di bilancio” (e non è una battuta!) con inevitabile trascuratezza per le questioni più pragmatiche che riguardano un quartiere piuttosto che un altro.
E’ per questo motivo che sarebbe opportuno riconoscere alle singole realtà rionali un ruolo di compartecipazione amministrativa e politica, attraverso l’istituzione di rappresentanze ad hoc alle quali affidare il compito di tutela, salvaguardia e proposizione delle istanze delle specifiche e diverse realtà del territorio comunale. Non potendo optare, a causa di evidenti limiti dimensionali, per l’istituzione delle c.d. “circoscrizioni”, a Modica si potrebbero creare i Consigli di Quartiere, cioè organi rappresentativi dei singoli rioni, aventi funzioni consultive, di impulso, di proposizione sulle scelte amministrative che nei rispettivi ambiti territoriali devono essere assunte. Tali organi possono essere istituiti con apposito regolamento approvato dal Consiglio Comunale ed potrebbero anche, ove previsto, svolgere minime funzioni amministrative oggetto di delega da parte del Sindaco.
Sono tanti i comuni italiani di piccole e medie dimensioni che hanno provveduto alla istituzione dei Consigli di Quartiere e in tutti i casi i risultati ottenuti sono stati molto positivi. Attraverso questi organi di rappresentanza, i cittadini residenti nei singoli quartieri hanno potuto incidere costantemente sulla programmazione amministrativa, sono stati preventivamente consultati sulle scelte che riguardavano le loro singole realtà rionali, con la conseguenza di potere opporre il dissenso quando tali iniziative avrebbero potuto creare eccessivo disagio o effetti negativi, hanno potuto esercitare importanti funzioni propositive creando le basi per la realizzazione di iniziative di sviluppo ad hoc, hanno potuto partecipare alla pari su argomenti come la gestione del territorio, salvaguardando, con il loro parere, le rispettive caratteristiche morfologiche, economiche, culturali ed umane.
D’altra parte l’esistenza di questi organi restituirebbe ai cittadini la voglia e il piacere di partecipare alla vita politica attiva della città e credo che già solo questo fatto, in un momento come quello attuale, sarebbe un grandissimo risultato democratico.
Insomma, caro Sindaco, abbandona la veste del “decisionista a tutti i costi” e fatti consigliare dai Quartieri perché, come direbbe il puffo Quattrocchi, “ è meglio!”.