Così come per Palermo – secondo Benigni nel famoso film “Jonny stecchino” – il problema era il traffico, a Pachino il problema sono le cacche “dei cani”.
Parole del Consigliere Comunale Massimo Agricola, lo stesso coinvolto con l’altro collega, Salvatore Spataro e con il capomafia di Pachino, Salvatore Giuliano, nel processo in corso per il reato di concussione.
Ed è così che, ad un giorno dalla pubblicazione della Relazione Nazionale della Dia che lancia l’allarme su Pachino e sul clan Giuliano tornato pericolosamente in auge (LEGGI ARTICOLO), a pochi giorni dal rinvio a giudizio per il capomafia Salvatore Giuliano e per il figlio Gabriele per le minacce di morte, tentata violenza privata, aggravate dal metodo mafioso nei confronti di chi scrive (LEGGI ARTICOLO);
A poche settimane dalla bomba posta sotto l’auto dell’avvocato Adriana Quattropani (LEGGI ARTICOLO) che, a seguito della decisione del Giudice alla procedura fallimentare di Siracusa, aveva ordinato che il distributore “Esso” gestito da Franca Corvo – moglie di Peppi Marcuotto –, ritornasse al legittimo proprietario, ovvero a Salvatore Sallemi (titolare della licenza);
Mentre continuano le indagini per capire il coinvolgimento della mafia nel Comune di Pachino, a seguito dell’elezione di Salvatore Spataro eletto con i voti del clan Giuliano (LEGGI ARTICOLO) secondo quanto si afferma in una missiva della Prefettura di Siracusa alla Commissione Parlamentare Antimafia, ed oggi determinante per diversi atti amministrativi per l’attuale amministrazione, a seguito di un cambio di maggioranza;
Il problema di tutto a Pachino sono le cacche dei cani!
Si, purtroppo c’è ancora chi nega la presenza della mafia, chi nega le continue estorsioni sul territorio, chi nega che c’è chi attenta alla vita delle persone, ma si preoccupa delle cacche dei cani. Per carità, se c’è un reato, di qualsiasi natura, va sanzionato e bene fa chiunque chieda il rispetto delle regole, ma definire ciò come il problema di Pachino sembra quantomeno curioso.
Il Consigliere Massimo Agricola, a fine consiglio – come si sente dalle immagini -. probabilmente innervosito per il processo in cui è imputato con il collega Salvatore Spataro e con il capomafia Salvatore Giuliano (dal quale non si è mai smarcato pubblicamente prendendo le distanze), prima di rilevare quale sia il vero problema di Pachino, cioè le cacche dei cani, insulta un collega affermando “che cazzo ridi” (in stretto dialetto siciliano) e poi, secondo la denuncia del Consigliere Giuseppe Campo, a seguito di un “confronto ravvicinato” che si può ben vedere nel video, lo avrebbe minacciato dicendogli “ma che ti devo sfasciare la faccia a legnate?” (nell’incredibile reazione del Presidente del Consiglio).
Nulla si dica sul precedente in cui lo stesso Agricola, da guardia giurata, si è sparato sui piedi (da allora è stata tolta la pistola d’ordinanza), ma un rappresentante della Civica Assise, non dovrebbe permettersi di usare questi linguaggi.
Certo, se per il consigliere Agricola non è un problema essere coinvolto con il capomafia in un così grave processo, quantomeno eviti di dire che il problema di Pachino siano i cani. Abbia uno scatto d’orgoglio, si dimetta insieme al Consigliere Spataro e prenda pubblicamente – come dovrebbe fare un Rappresentante delle Istituzioni – le distanze dai mafiosi.
Ed il Sindaco di Pachino, a cui ribadiamo la considerazione di persona per bene, Roberto Bruno, non ritiene di dover prendere le distanze pubblicamente – ma sarà un vizio cittadino – dal capomafia Salvatore Giuliano e dai Consiglieri Agricola e Spataro?