Cento anni fa la strage del 9 aprile a Ragusa

La sera di sabato 9 aprile dinanzi la sede della Camera del Lavoro di Ragusa è previsto il comizio dell’Onorevole Vacirca proveniente da Modica. Il parlamentare è atteso da un gran numero di persone e dal Sindaco Emanuele La Carrubba che guida l’amministrazione comunale di Ragusa con 32 consiglieri socialisti su 40. I lavoratori e i militanti socialisti hanno appreso che due giorni prima, il 7 aprile Giolitti ha sciolto la Camera dei Deputati e convocato le elezioni per il 15 maggio. C’è grande attesa per il comizio e una gran folla si è radunata davanti la sede sindacale.
La sede sindacale si trova nella piazza principale proprio di fronte il circolo degli agricoltori che in quella circostanza appare animato dalla presenza di un gruppetto di fascisti.
Il comizio di Vacirca è preceduto da alcune voci secondo le quali durante il comizio si sarebbe versato sangue. Ma gli organizzatori non prestano molta attenzione credendo si tratti di semplici voci intimidatorie. . Molti di loro non sanno, però, che il 3 aprile in un comizio a Bologna Mussolini ha arringato la folla con queste parole : “ ….noi fascisti abbiamo un programma ben chiaro noi dobbiamo procedere preceduti da una colonna di fuoco” e poco dopo aggiunge : “ ma vi dico subito che bisogna conservare alla violenza necessaria del fascismo una linea, uno stile nettamente aristocratico, o se meglio vi piace,nettamente chirurgico”
Per altro la piazza Umberto era gremita da centinaia di braccianti e lavoratori socialisti e dopo tutto i fascisti presenti nella sede del circolo dei “massari” non erano più di una ventina.
Vacirca sta concludendo il comizio e all’improvviso dal circolo dei massari partono i colpi di arma da fuoco verso la sede della Camera del Lavoro. Ovviamente a quel punto alcuni si rifugiano dentro la sede sindacale e la gran parte dei partecipanti al comizio fugge terrorizzata nelle vie laterali.
Al cessare degli spari la forza pubblica , dopo aver fatto sgombrare gli occupanti, perquisisce il circolo degli agricoltori, e rinviene numerose pistole, e nella sede sindacale dove si era rifugiato Vacirca con alcuni feriti . A due metri dall’ingresso della Camera del Lavoro giacciono due cadaveri.
Il parlamentare socialista con le autorità presenti rimane sul luogo dell’agguato e personalmente raccoglie un centinaio di bossoli .
Ma non è tutto. Verso mezzanotte arrivano a Ragusa, provenienti da Vittoria, una quarantina di fascisti che sotto gli occhi indifferenti dei carabinieri iniziano il saccheggio e l’incendio delle sedi sindacale e socialista. A quel punto la forza pubblica si ritira in caserma e i fascisti, armati di moschetto, prima presidiano la piazza e poi verso l’alba si recano a Ibla per compiere altre devastazioni e saccheggi. Dopo le scorribande a Ibla i fascisti tentano di organizzare un corteo di giubilo. Dai balconi di alcuni palazzi vengono esposte le bandiere tricolori in segno di festa e di solidarietà agli assassini.
Dalla casa della baronessa Schininà, dell’avvocato Occhipinti, del dottor Spadola, dell’ingegneere Rizza, del farmacista Gurrieri, dell’ingegnere Di Natale, del cavaliere Pasquale Bertini sventolano i tricolori in segno di gioia per la strage appena compiuta.
Ma la città che ha eletto 32 consiglieri socialisti su 40 rimane chiusa in casa a piangere morti e feriti.
La sera del 9 aprile sono stati sparati circa trecento colpi di arma da fuoco. In piazza e nelle vie adiacenti sono stati raccolti una decina di feriti più gravi e nei giorni successivi il bilancio definitivo dell’agguato registra tre morti : Rosario Occhipinti, Carmelo Vitale e Rosario Gurrieri nonchè una cinquantina di feriti. .
Tratto da “Nuove Prospettive”del 26 aprile 2002

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Ha ricoperto per quattordici anni l’incarico di segretario provinciale della Confederazione Nazionale dell’Artigianato di Ragusa . Dal 1993 al 2000 presidente della Camera di Commercio e successivamente, fino al 2010, presidente del Consorzio dell’area Industriale. Nel 1994 è stato il primo presidente di una Camera di Commercio in Italia a costituirsi parte civile in un processo di mafia. Nel 2000 ha sottoscritto il primo protocollo di legalità sugli appalti in Sicilia. E’ tra i fondatori dell’associazione antiracket di Ragusa. Attualmente dirige il dipartimento sviluppo territoriale della CGIL di Ragusa. E’ volontario della Protezione Civile.

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