Il criminologo e sociologo Edwin Sutherland, in un saggio del 1950, affermava che un tipo di devianza era riconducibile a persone rispettabili, che vestivano elegantemente, con il colletto della camicia pulito e conseguentemente bianco. ” White collar crime is real crime”. Insomma in barba alla deontologia professionale certe insospettabili persone, nel mondo delgli affari e delle professioni, interagiscono tra loro per sconfinare nella illegalità e nel crimine.
A leggere le notizie di stampa degli ultimi giorni, in merito alle indagini della Guardia di Finanza sull’ospedale di Ragusa, non possiamo fare a meno di accostare, in alcuni casi, i camici ai colletti bianchi.
Come è noto, dopo lunghe e complesse investigazioni, su 26 indagati il Pubblico Ministero presso il Tribunale di Ragusa ha chiesto il rinvio a giudizio per 24 persone. E’ fin troppo chiaro che fino alla conclusione dell’iter processuale tutte le persone coinvolte hanno il pieno diritto di affermare la propria estraneità ai fatti. E però non possiamo tacere i reati contestati nel corso delle indagini.
“Falso ideologico, corruzione, abuso di potere e violazione del dovere, frode nelle pubbliche forniture e interruzione di pubblico servzio” (La Spia del 25 settembre 2021). Così come non possiamo non riportare quanto dichiarato dai vertici della Guardia di Finanza in sede di incontro con la stampa al momento della conclusione delle indagini : ” Abbiamo rilevato che nel trattamento dell’aria negli ambiti chiusi più delicati (sale operatorie) anzichè impedire la proliferazione di batteri e altre infezioni venivano utilizzati filtri arruginiti e pressione negativa provocando l’immissione di aria sporca e tirando fuori aria pulita” ( video YouTube del 14 novembre 2018).
Ma non è tutto. Nella smodata ambizione di accelerare la data della inaugurazione, pur consapevoli che il trasferimento dei reparti non era compatibile con le necessarie garanzie sanitarie, di sicurezza ed efficienza organizzativa, si volle tagliare il nastro in pompa magna. Vale la pena ricordare che in un nostro precedente articolo raccontammo l’incredibile episodio di un ricoverato in emergenza lasciato nel proprio letto in corridoio perchè la porta dell’ambulatorio di cardiologia era troppo stretta !!(La Spia 1 marzo 2019). In quello stesso articolo ricordammo la parole che ebbe a pronunciare il presidente della Regione Musumeci durante la inaugurazione : “Mi vergogno con tutti voi per il ritardo con il quale consegnamo a Ragusa il nuovo ospedale. Tredici anni sono troppi”.
Ed infatti, nonostante tredici anni di attesa, dopo la passerella dell’inaugurazione i vertici si preoccuparono di riportare indietro, nei vecchi locali di provenienza, alcuni reparti che non potevano essere ospitati nella nuova sede. Ovviamente questo confuso andirivieni di attrezzature, malati e personale ha provocato una ingiustificata impennata dei costi (aziende di traslochi, abnorme costo per gli straordinari al personale,riattivazione degli impianti dismessi. ecc.) e inammissibili disservizi nell’assistenza sanitaria ai cittadini. Non a caso la Guardia di Finanza ha segnalato, tra l’altro, alla Corte dei Conti un danno di oltre 4 milioni e mezzo di euro.
E a proposito della girandola di milioni gli investigatori hanno esaminato l’appalto delle pulizie. Infatti per la prima volta in provincia si è affidato un servizio di tal genere per la stratosferica cifra di 32 (dicasi trentadue) milioni di euro ad un unico soggetto. Dopo l’aria sporca in sala operatoria le Fiamme Gialle hanno riscontrato uno scostamento di oltre il 20% in meno, per numero di dipendenti e monte ore impiegate, rispetto a quanto previsto. Inoltre, per carità di patria, tralasciamo l’argomento delle assunzioni, a parenti e amici degli amici, anch’esso oggetto di indagine degli inquirenti.
Pur ribadendo il pieno diritto degli indagati a far valere le ragioni delle proprie azioni ci sorge spontaneo un dubbio. Siamo sicuri che il buco nero della sanità a Ragusa, ma non solo a Ragusa, non sia molto più esteso rispetto a ciò che emerge dalle indagini fino ad ora rese note ?
Non sappiamo quali saranno le prossime tappe della (o delle) indagini relative agli incarichi di direzione dei vari reparti. E poi c’è il filone dei succulenti banchetti legati all’emergenza pandemica. Gli avvisi di selezione del personale sanitario, amministrativo, tecnico, ecc. pubblicati durante le festività di Natale e Capo d’anno. E che dire degli inammissibili disservizi, gestiti in maniera dilettantesca, durante la prima fase della gestione dei punti di accoglienza per tamponi e vaccini.
In questa storia infinita della sanità iblea fortunatamente non siamo soli. Altri soggetti che fanno informazione concentrano l’attenzione sugli affari poco chiari che riguardano la sanità, pubblica e privata, e la tutela della salute. Ben venga, quindi, il pluralismo delle informazioni e il dibattito sui temi della legalità che caratterizzano ogni democrazia.
Gianfranco Motta