Chi comanda a Vittoria? Incredibile ma vero: all’interno dell’area vincolata l’azienda che inquina

SIDI PIANO PAESAGGISTICO

All’interno dell’area vincolata dal Piano Paesaggistico realizzato nel 2010 dalla soprintendente ai Beni Culturali, Vera Greco, si trova una parte della SIDI, ovvero l’attività dei Donzelli che produce rifiuti di plastica, quelli altamente inquinanti (come stabilito dalla sentenza della Corte di Cassazione – LEGGI ARTICOLO).

Non possiamo credere che, in ben sette anni dall’approvazione del piano paesaggistico, nessuno prima di noi si sia accorto della gravissima ed amara situazione (che comproviamo con le planimetrie che pubblichiamo sotto).

Come si può vedere nella prima immagine, vi sono due aree: l’area E1 (in verde scuro sulla sinistra) è quella al cui interno si trova un’importante area boschiva, nell’area E2, invece, un’area preboschiva.

E’ proprio nell’area E2 che, come si può notare dalla seconda immagine pubblicata, si trova parte della SIDI che, com’è oramai noto, produce rifiuti plastici particolarmente inquinanti.

L’area vincolata nella seconda immagine è il cerchio rosso, mentre l’area della SIDI è cerchiata in nero e, come si può notare, un’importante “fetta” dell’azienda dei Donzelli vi si trova all’interno. La beffa delle beffe, allargando l’immagine tratta da “Google maps”, è che proprio nell’area vincolata i Donzelli si dilettano a posizionare le balle di plastica dismessa altamente inquinante.

LE DOMANDE (INQUIETANTI) CHE MERITANO RISPOSTE

Com’è possibile che, con lo schema di massima del Prg approvato dal Consiglio Comunale di Vittoria, nessuno ancora una volta si sia accorto della gravissima coincidenza?

Ed ancora, la Sidi ha ottenuto l’autorizzazione a costruire in quel luogo prima che ci fosse il piano paesistico o dopo?

Dal 2010 ad oggi sono passati ben sette anni, come mai tecnici e politici non sono mai intervenuti per sanare la gravissima illegalità?

Va precisato che, fra questi vincoli nella zona Alcerito, come nella zona Macconi, insistono altre attività, fra le quali segherie e aziende che producono imballaggi in legno ed attività serricole, ma nessuna è altamente inquinante come la SIDI.

E’ auspicabile sia arrivato il momento in cui qualcuno dia le risposte che, non tanto noi, quanto i cittadini meritano. E le meritano sia sotto il profilo dell’inquinamento paesaggistico (con, ancora una volta, la SIDI dei Donzelli a rappresentare plasticamente l’illegalità), sia sotto il profilo delle responsabilità penali (quando sono state date le autorizzazioni e da chi? Perché nessuno è intervenuto per sanare?), sia, infine, sotto il profilo delle responsabilità morali.

Vittoria non può continuare ad essere la città in cui, troppo spesso, si ha la sensazione che regni l’anarchia, l’illegalità o (nel migliore dei casi) la strafottenza.

Non può essere la città in cui chi governa (non oggi, ma negli ultimi venti anni) aspetta la magistratura per intervenire.

C’è davanti una strada, quella della legalità, a cui si contrappone la più semplice strada grigia di chi fa finta di non sapere. Ma attenzione, tutto potrebbe precipitosamente cambiare, quindi forse sarebbe un bene (quantomeno per le proprie coscienze) abbandonare lo scontro, rimboccarsi le maniche e tentare di cambiare la rotta. E farlo, magari, tentando di ascoltare le associazioni di categoria come la Cna che da tempo sembra “urlare alla luna” o l’Antiracket che, con le proprie denunce, cerca di risvegliare coscienze assopite.

Farlo sotto il piano dell’ambiente, come quello messo in risalto oggi, sotto quello dell’igiene pubblica, con una ditta (la EF dell’accusato di mafia Guglielmino) che continua ad operare indisturbata dopo la revoca dell’interdittiva antimafia. Ed ancora come si fa a non vedere i continui incendi di cumuli di plastica che, nottetempo, prendono fuoco grazie a manine sconosciute (sarà autocombustione?!). Farlo sotto il profilo delle dure prese di posizione (così come accaduto nel caso del Centro commerciale riferibile ad Elio Greco), evitando di farsi vedere al bar con persone in odore di mafia, denunciare chi fa interessi con chi, invece, ha tentato in tutti questi anni di distruggere quella terra. Farlo sotto il profilo dell’ammissione di responsabilità, chiedendo scusa per ciò che è accaduto nel corso dell’ultima campagna elettorale per le amministrative quando, con una mano si firmava il protocollo di legalità proposto dall’Antiracket e con l’altra si inserivano in lista delinquenti acclarati. O, peggio ancora, si invitavano ai propri comizi esponenti dei clan cittadini.

E poi il mercato che ad oggi non registra nessun cambiamento, nonostante il Regolamento approvato, ed al cui interno si trovano operai vicini a famiglie mafiose con l’incredibile circostanza dell’essere l’unico Mercato in Italia in cui non si conosce quanta merce entri e quanta ne esca (in quanto la pesa non è mai entrata in funzione).

Si è parialto tanto di accesso al Mercato per verificare eventuali atti illegali o presenza mafiose. A questo punto è più utile aspettare la fine dell’indagine della Dda etnea e poi l’accesso lo si faccia al Comune, in ogni suo angolo, non solo al mercato.

Cosa accade a Vittoria? Quali interessi comandano?

Intanto, però, finché  c’è tempo, forse è il caso di non attendere “accessi” o “processi” per scoprirlo, ma nette prese di posizione. Senza se e senza ma.

I vittoriesi onesti sono la maggioranza, ma sembrano assopiti e rassegnati a quelli disonesti, in un valzer che vede danzare chi sa e si volta dall’altra parte e chi fa finta di non vedere.

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Nato a Ragusa il Primo febbraio del 1983 ma orgogliosamente Modicano! Studia al Liceo Classico "Tommaso Campailla" di Modica prima, per poi laurearsi in Giurisprudenza. Tre grandi passioni: Affetti, Scrittura e Giornalismo. "Il 29 marzo del 2009, con una emozione che mai dimenticherò, pubblico il mio primo romanzo: “Ti amo 1 in più dell’infinito…”. A fine 2012, il 22 dicembre, ho pubblicato il mio secondo libro: "Passaggio a Sud Est". Mentre il 27 gennaio ho l’immenso piacere di presentare all’Auditorium “Pietro Floridia” di Modica, il mio terzo lavoro: “Blu Maya”. Oggi collaboro con: l'Agenzia Giornalistica "AGI" ed altre testate giornalistiche".

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