Può la foto di un noto bandito campeggiare sulla facciata di un locale del centro storico cittadino? A Comiso pare di si e scoppia la polemica! A denunciare l’episodio è Michele Zisa, esponente politico di lungo corso, oggi portavoce del movimento “Progresso Sud”.
“Da qualche tempo a Comiso, sul muro di un noto locale del centro, scrive Zisa- campeggia l’immagine arrogante e malandrina del tristemente famoso Salvatore Giuliano. Sì, proprio a Comiso nella città che ha rivoluto il nome di Pio La Torre per il suo aeroporto e che tra le sue radici storiche non ha particolari simpatie per il banditismo e la mafia. Alcuni sostengono che la foto in discussione è un’opera d’arte, un’opera che spiega qualcosa che lancia un messaggio. Io l’ho guardata con molta attenzione e l’unico messaggio che traspare è l’arroganza del bandito. Un criminale che ha sulla sua coscienza ben 430 vittime tra le forze dell’ordine e inermi cittadini, che si è macchiato di innumerevoli rapine, sequestri di persona, eversione politica e molto altro. La sua foto lo ritrae in una posa da esempio di Sicilianità e qualche ingenuo ci cade pure. Lo si presenta come un bandito romantico, ma non era certamente questo e la nostra memoria e quella dei nostri padri è ancora vigile e funzionale. Un criminale strumento certamente di disegni più grandi di lui, il primo stragista dell’Italia Repubblicana”.
Zisa e i rappresentanti di “Progresso Sud” esprimono la propria indignazione e chiedono l’intervento dei rappresentanti istituzionali: “Mantenere quel simbolo trionfante – prosegue la nota- ha un preciso significato, così come tutti i simboli hanno un preciso significato. Chi pubblica l’immagine di Mussolini trasmette un messaggio preciso, chi pubblica le azioni dell’Isis manda dei messaggi altrettanto precisi. Anche qui c’è un messaggio preciso anche se possibilmente chi ha affisso quel manifesto non se ne rende conto e lo ha fatto come una pura opera di marketing. La cosa grave a mio parere è che di tutto ciò non si rendano conto i rappresentanti dei cittadini comisani. Io penso ai parenti di tutte le vittime, alle associazioni antimafia, a tutti quanti hanno a cuore la democrazia e la libertà (forse parole che per alcuni non significano più niente ), tutti costoro a gran voce dovrebbero richiedere che questa sconcezza finisca. Certo ci sono criminali ancora più grandi, nefandezze ancora maggiori di quelle compiute da Giuliano, ma questo non giustifica la sua esaltazione, in alcun modo. Lo dobbiamo a tutte le vittime a partire dai bambini di 8, 12 e 13 anni uccisi”.
L’opera che vedete affissa compone una collezione (altra opera della stessa collezione è a due metri di distanza ma il fotografo l’ha mancata) di un artista neozelandese che si chiama Eolo Bottaro. La collezione non fa altro che rappresentare personaggi siciliani celebri. L’opera in questione e l’altra (quella che non si vede e che sarebbe bastato davvero poco a far rientrare nell’obbiettivo) ovvero il ritratto di Maria Messina (poetessa palermitana), sono state donate a Cantunera. Si tratta di arte popolare (l’artista dipinge su supporti incollabili ai muri) ed effimera (va via dopo un po’). Ora, a parte che su Giuliano il giudizio storico (legato alla strage di Portella della Ginestra) è controverso (perché si trovarono solo bossoli di proiettili americani?), qui non si tratta certo di farne apologia o discuterne la “negatività”. Qui si tratta semplicemente di esporre due opere di una collezione che ritrae una serie di personaggi siciliani. Scandalizzarsi è sciocco, chiedere la censura di un’opera che non celebra ma descrive è da fascisti. Ora capisco che essere stati amministratori per fascisti possa aver indotto cattive abitudini ma conosco l’amico Zisa e so che, dopo questo chiarimento, saprà ridimensionare la sua “vergogna”. Una cosa è certa l’imprenditore proprietario della “Cantunera” rappresenta una Sicilia per bene, onesta, pulita, che lavora. Tutte le allusioni contrarie a questa descrizione sono semplicemente farneticanti. Le vite di ciascuno la dicono lunga su chi siamo, nessuno escluso.