E’ un quadro impietoso, quello tracciato dalla Corte dei Conti sullo stato finanziario del Comune di Modica ma anche, implicitamente, sul metodo di gestione amministrativa attuata da Abbate e dai suoi assessori.
I giudici contabili hanno parlato, a più riprese, di “importanti criticità”, come “quella derivante dall’indebita percezione delle anticipazioni di liquidità ”, o quell’altra “difficoltà di ricostituire i vincoli di cassa e restituire le anticipazioni di tesoreria”. Tale ultimo debito, peraltro, “corrispondente a circa il 44% delle entrate correnti” si attesta “ben al di sopra del 5% previsto, quale soglia limite, dal rispettivo parametro di deficitarietà strutturale”.
Secondo la Corte, quindi, la situazione di illiquidità del Comune di Modica ha assunto un “carattere strutturale”, cioè ormai difficilmente superabile.
Nel corso della sua elaborata e complessa delibera, poi, la Corte ha manifestato “dubbi in merito alla corretta determinazione del risultato di amministrazione”, evidenziando “gravi irregolarità contabili” e “criticità nella gestione dei residui”.
A tale circostanza si aggiungono “dubbi in merito all’attendibilità delle previsioni di entrata del Piano di riequilibrio” (quello modificato dalla giunta Abbate nel 2014, ndr) a causa della “mancanza di riferimenti certi e misurabili in termini di obiettivi/risultati conseguibili e di maggior gettito incassato”.
Sul punto, ma non solo su questo, i Giudici hanno lamentato la mancata produzione dei documenti più volte richiesti al Comune e comprovanti l’attuazione delle promesse fatte dal Sindaco in sede di udienza.
Secondo la Corte, poi, “pressoché inconsistenti si sono rivelate le previsioni di bilancio relative al recupero dell’evasione tributaria” evidenziando la tardività e genericità della “procedura selettiva di affidamento dell’attività di supporto alla riscossione coattiva delle entrate comunali” e “meramente auspicati gli asseriti aumenti di liquidità”, il cui risultato, reale ed oggettivo, si è fermato, nel 2014, ad appena il 20%.
I giudici contabili hanno anche manifestato perplessità “in ordine alle misure di razionalizzazione del personale”, attuate mediante il prepensionamento di una settantina di dipendenti comunali. Sotto questo aspetto, appare utile segnalare che, secondo la Corte, “il prepensionamento non può essere in nessun caso utilizzato come strumento per eludere il regime pensionistico in vigore”. Tale precisazione è stata formulata perché la Commissione ministeriale in materia di controlli sulle dotazioni organiche degli enti in riequilibrio finanziario ha rilevato, dopo il prepensionamento attuato lo scorso anno, che nel Comune di Modica “risultano ancora vacanti numerosi posti appartenenti alle stesse categorie interessate dalla soppressione di 79 posti” rispetto ai quali “l’Ente non ha effettuato una preventiva riorganizzazione della struttura e del personale sulla base delle effettive esigenze funzionali; l’istituto del prepensionamento viene, quindi, attivato nei confronti di dipendenti che, almeno in parte, potrebbero essere ancora utilmente impiegati”.
Solo per mero scrupolo, mi permetto di osservare che, per evitare le conseguenze di un possibile accertamento sulla eventuale sopravvenuta illegittimità del prepensionamento attuato, la giunta comunale, non avendo posto in essere alcuna azione mirata ad una più efficiente distribuzione della dotazione organica, né azioni di formazione del personale esistente o di investimento nelle risorse tecnologiche né una più razionale organizzazione degli uffici e non volendo nemmeno attraversare, in Consiglio Comunale, il guado delle inevitabili osservazioni politiche dell’opposizione, inerenti ad una contrazione delle figure occupate dal Comune, ha ben pensato di sopprimere il servizio di doposcuola e insegnamenti integrativi, imponendo ai docenti comunali, del tutto privi di una professionalità burocratica e amministrativa, di occupare il posto dei dipendenti mandati anticipatamente in pensione. Una soluzione poco corretta sul piano dell’efficienza amministrativa ma anche da un punto di vista politico, perché se da un lato ha coperto le spalle del Sindaco da possibili contestazioni giudiziarie, dall’altro lato ha sacrificato il diritto dei bambini modicani ad una integrazione formativa extracurriculare.
Ma d’altra parte, cosa ci potevamo aspettare da una giunta che ha comprato una macchina di rappresentanza impegnando i soldi da un capitolo di bilancio destinato ai servizi sociali?
Comunque, la Corte dei Conti ha evidenziato “uno stato molto critico in ordine alla situazione economico-finanziaria e gestionale degli organismi partecipati”, segnalando che nulla l’amministrazione ha fatto in merito, nonché un “pericoloso deterioramento dei precari equilibri di cassa”, “l’assunzione di impegni di spesa da parte dei responsabili di settore senza la necessaria verifica della situazione di liquidità dell’Ente”. Tale situazione ha determinato un “deficit di nuova formazione”, “uno stato di sofferenza finanziaria consolidato, la cui persistenza è difficilmente compatibile con un processo di risanamento”.
E si badi bene, le valutazioni della Corte sono relative ad una situazione economica diversa da quella attuale, una situazione certificata nel 2015 mediante vecchie norme sulla redazione del bilancio comunale e dalla quale emergeva un deficit di molto inferiore rispetto a quello accertato secondo le nuove regole dettate in materia di bilancio armonizzato (oggi il deficit del Comune raggiunge e sfiora gli 80 milioni di euro).
L’insufficienza delle azioni poste in essere, l’inconsistenza dei risultati di risparmio attuati rispetto a quelli preventivati, la creazione di nuovo debito, l’incapacità di produrre entrate stabili e progressive, la mancanza di documentazione certa sui risultati ottenuti, hanno portato la Corte a concludere che, rispetto al Piano del 2014, relativo ad un deficit molto meno pesante, la giunta non ha raggiunto nessuno degli obiettivi intermedi.
Nella delibera i Giudici Contabili hanno sottinteso la necessità di una rimodulazione del piano di riequilibrio, che preveda misure ed obiettivi assai più gravosi per l’ente e per i cittadini.
Mi chiedo, se l’attuale giunta non ha saputo raggiungere i risultati intermedi nonostante il piano del 2014 fosse, in quel momento, assai sostenibile, anche grazie al prestitone di 64 milioni di euro nel frattempo pervenuti dalla CC.DD.PP., come potrà raggiungere risultati molto più gravosi, senza ausilio di liquidità e con lo scopo di risanare un debito che è aumentato quasi del doppio?
Non voglio fare il gufo, ma credo che stavolta la nave si è scontrata con un iceberg troppo grosso, ad una velocità insostenibile e senza una guida adeguata.
Come nell’altro caso, quello famoso che ha ispirato romanzi e film holliwoodiani, anche oggi, al Comune di Modica l’eccessiva ambizione e velleità politica, unitamente ad una certa superficialità amministrativa del suo capitano, hanno determinato le premesse per una catastrofe.