Dai gettoni di presenza, ai liberi Consorzi: ce la faremo?

Accadono cose bizzarre nella politica modicana ed iblea.

Ad esempio, alla critica del movimento 5 stelle di Modica che ha stigmatizzato il ripristino del gettone di presenza per i consiglieri comunali, il locale partito democratico ha duramente replicato rivendicando il merito dell’amministrazione Buscema di avere azzerato tutte le indennità di carica. Strana questa polemica! Prima di tutto perchè la questione sui gettoni di presenza appare ben poca cosa rispetto a quanto sta accadendo a livello regionale. In secondo luogo perchè la critica dei pentastellati non era rivolta esclusivamente ai consiglieri democratici. In terzo luogo perché proprio i consiglieri del PD (o almeno quelli che erano presenti alla seduta) si sono astenuti, con ciò determinando, sul piano politico, una certa soluzione di continuità rispetto alle scelte operate nella precedente legislatura, prestando il fianco ad una facilissima replica dei grillini, che puntualmente è arrivata. Touché!

Nel frattempo, il Sindaco di Modica è riuscito ancora una volta ad isolarci dal dibattito sulla costituzione dei liberi consorzi tra comuni.

Ed infatti, il Sindaco Picitto ha convocato i suoi colleghi della provincia, ottenendo da parte di tutti i presenti la sottoscrizione di un documento nel quale viene auspicata la costituzione di un unico consorzio tra i comuni che oggi già compongono il comprensorio provinciale.

Assente alla riunione ragusana, il primo cittadino di Modica, impegnato in un concomitante incontro sulla fava cottoia, ha già fatto sapere di volere costituire un “suo” consorzio con i comuni di Scicli, Ispica, Pozzallo (che però hanno sottoscritto il documento con il Sindaco di Ragusa) ed i comuni di Noto, Rosolini, Avola, Pachino, Palazzolo, dei quali però non è ancor dato sapere le determinazioni.

Viene spontaneo chiedersi se Siracusa farà esodare, senza battere ciglio, i comuni che fino ad oggi hanno fatto parte del suo territorio provinciale e se questi ultimi decideranno di passare “da un padrone all’altro” visto che il Sindaco di Modica ha già fatto sapere di essersi autonominato “comandante in capo” di questo ipotetico consorzio senza nemmeno chiedere il parere dei suoi futuri partners.

Insomma, ci siamo imbarcati in una battaglia intestina a suon di comunicati e convocazioni ufficiali, mentre Catania e Palermo si apprestano a costituire indisturbate i nuovi  “giganti” che decideranno unilaterlamente le sorti della politica regionale e non solo.

In altri termini: mentre i galletti ruspanti si beccano per la leadership, nel pollaio le volpi fanno indisturbate man bassa di galline.

Il rischio è alto, perchè la costituzione di due microconsorzi all’interno stesso territorio (ammesso che ciò si possa realizzare) finirebbe per depauperare il peso politico dei nostri comuni, rispetto ai colossi delle costituende aree metropolitane.

A questo punto sorge spontaneo il dubbio che le lotte di campanile, oggi più che in passato, possano solo creare danno, in particolar modo per Modica.

Viceversa, un consorzio unitario, che allarghi i vecchi confini provinciali ad alcuni comuni dell’est, in una logica di “ripristino” dei reali confini dell’originario (ed originale) “Val di Noto” mi sembra la soluzione più adatta e più sensata per rafforzare il ruolo politico dei nostri comuni, che sono tutti di piccole e medie dimension, in ambito regionale.

E’ una sfida culturale che, come è stato giustamente osservato in un commento pubbicato on line, ci impone di “guardare oltre” alla mera questione di chi debba essere il “capo classe”.

Ma siamo sicuri che gli amministratori iblei siano all’altezza di questa sfida?

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