Delitto Loris un anno dopo: il ricordo, la canzone e quel “Cucciolo di mamma”

Un incubo lungo 365 giorni esatti e di cui domenica si è celebrato il doloroso anniversario in una cittadina, quella di Santa Croce Camerina, che mai avrebbe immaginato di diventare proscenio di un simile orrore.

L’omicidio di Loris, commesso quel fatidico 29 novembre di un anno fa, ha per sempre cambiato le circa 12 mila anime del paese ibleo. Nessuno dimenticherà mai, e tutti domenica hanno voluto omaggiare la memoria di quel bambino di 10 anni morto strangolato. La mano assassina soffocò anche la sua voglia di vivere, la sua spensieratezza, la sua passione per le arti marziali, testimoniata da quella foto tristemente famosa in cui Loris sfoggiava, con fierezza, il kimono tipico di quella disciplina e che lo faceva sentire un po’ più grande, candido come lo era la sua anima. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che pochi giorni dopo lo scatto di quella foto, qualcuno avrebbe strappato alla vita quel bambino sorridente.

La presunta assassina, ovvero la madre 27enne Veronica Panarello, pur avendo ammesso in questi ultimi giorni di essersi allora sbarazzata del corpicino scaraventandolo in fondo al canalone di contrada Mulino Vecchio, in aperta campagna, dopo aver tentato invano di rianimare in casa il bambino moribondo che, stando alla sua ultima versione, si sarebbe stretto da solo la fascetta di plastica mortale al collo, non ha voluto far mancare il suo messaggio d’amore a quel figlio che l’accusano di aver ammazzato.

Un delitto orrendo e ancora senza movente che la donna rinnega, ostentando la sua innocenza. E nell’ottica di tale convincimento, la Panarello ha fatto affiggere ieri un manifestino nel luogo in cui abbandonò il corpo del figlio morto, con su scritto: «Cucciolo di mamma, la tua mancanza si fa ogni giorno più atroce, non vivo più da quel maledetto 29 novembre. La mia vita ha finito di esistere per sempre. Prego la Madonna, lei che è la nostra mamma, la mamma di tutti, di darmi la forza di andare avanti in questo mio calvario e prego soprattutto per te, amore mio, di essere sempre vicino a me, al tuo fratellino e al tuo papà». Un messaggio inopportuno? Non sta a noi giudicare.

Loris è stato ricordato anche a scuola, dai suoi compagnetti, al riparo dagli occhi indiscreti e invadenti delle telecamere. E proprio all’istituto comprensivo «Psaumide di Camarina» è stata apposta una targa: «Il vivo ricordo, se non cancella il dolore, ci consente di pensarti né spento né lontano, ma vicino a noi, al sicuro nei nostri cuori dove continui a giocare e a sorridere. Per sempre». E poi la messa in quella stessa chiesa dove furono celebrati i funerali di Loris. C’erano il papà Davide, i parenti, e buona parte del paese. Un coro polifonico composto da bambini e genitori ha intonato il canto scritto e musicato dalla dirigente scolastica Giovanna Campo in memoria di Loris. Don Flavio, il vice parroco, ha ribadito che «Loris è in cielo e noi lo vogliamo ricordare così: in paradiso, dove c’è pace e gioia». Giovedì prossimo si torna in tribunale per l’udienza preliminare in cui si deciderà sull’immediata sorte giudiziaria della presunta assassina.

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