Denunciare conviene. I diversi esempi nel siracusano: dai Restuccia a Monaco e Rubbino, chi sbaglia paga!

Chi sbaglia paganon c’è nessuno che può pensare di fregare lo Stato, anche perchè lo Stato siamo ognuno di noi. Furbetti e maladrini non hanno futuro, la Giustizia può essere lenta ma c’è, così come l’incessante lavoro delle Forze dell’Ordine.

E’ questa la morale che tutti i cittadini dovrebbero apprendere nella vicenda che ha visto i Restuccia, Salvatore (detto zu Turi) e Antonino (detto Nino), tristi protagonisti.

Restuccia, meglio noti come “spinna cardiddi”, sono una famiglia tristemente nota nel netino, soprattutto per Sebastiano Restuccia (detto Iano “spinna cardiddi”), già in passato molto vicino al capomafia Antonino Pinuccio Trigila.

Oggi le redini della famiglia sono rette da Salvatore Restuccia (detto “zu Turi”), sposato con Anna Parisi e fratello di Sebastiano, coinvolto in corse clandestine insieme al figlio Nino e in affari di droga.

LE CORSE CLANDESTINE DI CAVALLI E L’ABUSIVISMO

Dei Restuccia ci occupiamo giornalisticamente per la prima volta l’undici luglio perchè, con sprezzo delle regole, avevano organizzato (LEGGI) l’ennesima corsa clandestina di cavalli.

Pochi giorni dopo i Restuccia vengono individuati e denunciati dalla Polizia prima per una corsa antecedente (sempre diffusa sui social network con video), poi dai Carabinieri  una seconda volta per la corsa organizzata e da noi denunciata.

Due denunce in pochi giorni, ma ancora non sarà nulla per i Restuccia che già in passato sono stati coinvolti (e sono a processo) per droga.

Il 20 luglio pubblichiamo un’altra inchiesta in cui denunciamo l’abusivismo che i Restuccia hanno realizzato a Noto, pensando di poter umiliare le regole come nulla fosse (LEGGI ARTICOLO). 

Un “povero pensionato”, u zu Turi Restuccia, che però si mantiene lussi nelle proprie abitazioni, giardini e manufatti di ogni genere sprovvisti di normativa.

Pochi giorni dopo il Senatore del Movimento 5 Stelle, Mario Michele Giarrusso, raccoglieva le nostre denunce e presentava un’interrogazione parlamentare.

La Polizia ha impiegato pochissimo tempo a dare la risposta che il territorio di Noto meritava: avevamo ragione noi! Infatti la Polizia, “assieme all’equipaggio della Polizia Municipale presente, coadiuvato da due tecnici effettivi all’ufficio tecnico del Comune di Noto, hanno contestualmente eseguito un esame dei manufatti e dell’area su cui essi sorgono, constatando il reale stato di abusivismo edilizio – si legge dal comunicato stampa diffuso – ai due proprietari” Salvatore Restuccia e Nino Restuccia,  denunciandoli “per abusivismo edilizio”. Per la terza volta!

Se tutto ciò non bastasse, oggi i Carabinieri li hanno segnalati ancora una volta (e siamo a quattro!) oltre che per un’altra corsa clandestina, anche perchèsono state ispezionate e perquisite le scuderie e, alla presenza dei proprietari e si è proceduto a sottoporre a visite sanitarie tutti gli animali presenti al fine di verificarne lo stato di salute ed individuare l’eventuale utilizzo di sostanze dopanti”. All’esito Restuccia è stato “segnalato all’Autorità Giudiziaria per il reato di somministrazione di specialità medicinali guaste e/o imperfette e sanzionato per un importo complessivo di oltre 4.000 euro“.

Altroché amore per gli animali, li dopano per far diminuire la percezione di stanchezza e per aumentare la produzione di globuli rossi nel sangue, consente una migliore e maggiore circolazione dell’ossigeno nei tessuti muscolari. Così provocando la morte del povero animale.

Solo una questione rimane sul “tappeto”, l’opportunità dei rapporti di frequentazione particolarmente intensi con Salvatore Bosco, agente di Polizia penitenziaria in servizio a Roma. Sul fatto, come chiesto dal senatore Giarrusso, sarà il Ministro della Giustizia ad esprimersi e ad adottare i giusti provvedimenti a suo carico.

Le Forze dell’Ordine hanno dato risposte in tempi rapidissimi, facendo comprendere che nessuno può considerarsi al di sopra della legge e chi, con atteggiamenti sfrontati e mafiosi (come i Restuccia), pensano di rimanere impuniti, sbagliano di grosso.

L’auspicio è che i cittadini prendano coraggio e denuncino: questi “signori” sono malacarne di cartone, vorrebbero apparire forti, ma in verità davanti a chi tutela lo Stato (quindi ognuno di noi) sono molto piccoli.

IL CASO DEI PARENTI DI MONACO E RUBBINO

Altro caso lampante di chi cerca di sfidare le leggi e lo Stato è quello del nipote di Angelo Monaco (anche lui di nome Angelo Monaco) e di Salvatore Rubbino, figlio di Antonino (detto Nino).

Angelo Monaco è finito in galera, arrestato da Polizia e Finanza, mentre Nino Rubbino è stato denunciato. Entrambi, con l’uso della forza e dell’intimidazione, avevano fatto assumere i propri “cari” (LEGGI).

Oltre all’arresto di Monaco ed alla denuncia di Rubbino, il segnale più importante sta nel fatto che i due giovani rampolli, Angelo Monaco e Salvatore Rubbino, dopo essere stati imposti alla ditta, oggi non lavorano più nella nettezza urbana.

Anche questa lampante circostanza, in questo caso per due territori difficili come Avola e Rosolini, fa comprendere come denunciare convenga, con buona pace del mafioso Monaco e di Rubbino.

 

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Nato a Ragusa il Primo febbraio del 1983 ma orgogliosamente Modicano! Studia al Liceo Classico "Tommaso Campailla" di Modica prima, per poi laurearsi in Giurisprudenza. Tre grandi passioni: Affetti, Scrittura e Giornalismo. "Il 29 marzo del 2009, con una emozione che mai dimenticherò, pubblico il mio primo romanzo: “Ti amo 1 in più dell’infinito…”. A fine 2012, il 22 dicembre, ho pubblicato il mio secondo libro: "Passaggio a Sud Est". Mentre il 27 gennaio ho l’immenso piacere di presentare all’Auditorium “Pietro Floridia” di Modica, il mio terzo lavoro: “Blu Maya”. Oggi collaboro con: l'Agenzia Giornalistica "AGI" ed altre testate giornalistiche".

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