“Deputescion”, brevi considerazioni sulle pagelle dei Parlamentari Iblei…

Ieri ho letto una classifica delle presenze e assenze dei deputati iblei alle attività parlamentari e l’indice di produttività dagli stessi raggiunto durante questa legislatura.

Ora, premesso che questa classifica è tutta interna al parlamento italiano e, quindi, molto relativa, tenuto conto della scarsa capacità produttiva del nostro organo legislativo, il dato che ne è emerso, con specifico riferimento ai rappresentanti locali, non mi ha lasciato per nulla sorpreso.

Per quanto riguarda la Camera, Nino Minardo è risultato il più assenteista, il meno produttivo e dedito solo a pochi interventi scritti mentre la Lorefice, deputata a 5 stelle, pare essere molto più impegnata sia in termini di presenze che in termini di attività. Ed in effetti questo dato viene confermato anche da un fatto di immediata percezione, se si considera l’impeccabile aspetto british del parlamentare modicano (indice di una ampia dedizione alla cura del look personale a discapito dell’attività istituzionale) rispetto all’arruffata collega ispicese, evidentemente tanto impegnata da non potersi permettere nemmeno 5 minuti dal parrucchiere.

Sul fronte del Senato i nostri rappresentanti locali ci hanno fatto fare una bellissima figura, risultando tra i più presenti e i più solerti nello svolgimento della loro attività parlamentare.

Gianni Mauro, eletto a Napoli ma collegato al territorio ibleo, è sempre presente (anche quando il Senato è chiuso) ed interviene spesso con illuminanti digressioni orali, su tutti i temi più sensibili della modernità, tanto eccelse da essere trasmesse dai media nazionali come esempio di ars oratoria e di grande sensibilità politica. Immagino che sentire la voce baritonale e il tono calmo ma deciso del nostro senatore ragusano, arricchiti da una dizione che non tradisce le origini meridionali, sarà sicuramente una lezione per tutti i colleghi di Palazzo Madama.

Dulcis in fundo la nostra Venerina nazionale, la cui elezione a consigliere provinciale, ricordo, fu celebrata dagli ormai storici cartelloni dei suoi piccoli pazienti/supporter che dicevano “Viva Viva Venerina!” e “Venerina sei tutti noi!”, e che oggi (miracolosamente ma non troppo) siede in quel di Roma, impegnatissima nello svolgimento del suo compito. Sempre presente e con un look rinnovato da donna in carriera, indice di grande capacità di unire l’utile al dilettevole, Venerina è molto produttiva nelle discussioni orali e si è distinta particolarmente per l’acutezza delle sue considerazioni nell’affrontare un tema che attanaglia ormai da secoli l’economia iblea: l’Iva sul basilico!

In buona sostanza, quindi, a parte il povero Nino Minardo, gli altri deputati e senatori ragusani ci hanno fatto fare una bellissima figura e sono stati promossi a pieni voti, ovviamente, lo ricordo, in relazione alla media di un parlamento tra i più scarsi, improduttivi e assenteisti del mondo.

Come dice il vecchio detto “in un mondo di orbi chi ha un occhio è Re”, per cui in un parlamento popolato dai tanti Gasparri e Razzi di turno, anche la semplice presenza, anche solo per riscaldare la poltrona, o la semplice sottoscrizione di interrogazioni e interpellanze o una sconclusionata discussione orale possono diventare motivo di distinzione e di encomio, almeno agli occhi della stampa (che evidentemente non ha altro di meglio da raccontare).

Fatto sta, però, che tutta questa attività così indefessamente portata avanti dai nostri deputati non ha prodotto alcun risultato tangibile per il nostro territorio, ed anzi è possibile dire che tutti e quattro i nostri rappresentanti parlamentari messi insieme non ne hanno fatto uno buono di fronte ad alcune questioni importantissime come, a titolo di esempio, quella relativa alla chiusura del Tribunale di Modica.

In particolare la senatrice Venerina, seduta tra le fila di una maggioranza che governa ininterrottamente dalla caduta del governo Berlusconi, sebbene abbia parlato molto e promesso di più, non ha saputo fare nulla per scongiurare la chiusura del Tribunale né ha saputo presentare un disegno di legge, un emendamento, una lettera, un messaggio di fumo, un pizzino, un whatsapp o qualsiasi altra cosa per chiedere che la struttura modicana, nata e pensata per ospitare esclusivamente l’attività giudiziaria e costata molti milioni di euro ai contribuenti, venisse dedicata, comunque, allo scopo per il quale è stata costruita. Oggi i giudici, gli avvocati, i cancellieri, gli utenti del servizio giustizia (con la g e non con la G per ovvi motivi) sono stipati in aule di pochi metri quadrati ed affollano una struttura vecchia di 40 anni nonostante a Modica ci sia un luogo  nuovo, funzionale e soprattutto già ampiamente collaudato in termini di comodità ed efficienza!

Detto francamente, come cittadino e come elettore, non me ne faccio nulla delle classifiche di aria fritta, attraverso le quali mi si vorrebbe propinare l’idea che i deputati locali sono più o meno bravi di altri.

Come cittadino e come elettore non ho bisogno di sapere quante volte i parlamentari locali vanno in parlamento piuttosto che dal barbiere o alla toilette perché, a volerla dire tutta, non si può nemmeno escludere che un deputato presente alla metà delle sedute possa produrre il doppio di chi non si assenta mai. C’è anche una questione di capacità personale e non solo di mera volontà in tutta questa storia.

Il problema, piuttosto, mi sembra che alla luce dei fatti, presenti o assenti che siano, gli attuali rappresentanti parlamentari iblei appaiono tra i meno efficienti di tutta la nostra storia repubblicana in termini di risultati per il territorio.

Probabilmente qualcuno di loro, o per essi i loro segretari locali, mi potrebbero smentire con una sfilza di interrogazioni, interpellanze, ddl sottoscritti e quant’altro, ma ad essi rispondo che i problemi delle persone sono talmente tanti e talmente gravi da non concedere più tempo a nessuno e non si risolvono con le liste delle interrogazioni o con gli indici di produttività.

Carissimi signori deputati e senatori, a voi rivolgo un invito: date risposte concrete al territorio portandone avanti gli interessi, oppure tornatevene a casa. Vi dico francamente: a volte è meglio una resa onorevole piuttosto che una finta vittoria…

P.S.: oggi non ho parlato del primo cittadino solo perché ancora non è deputato. Ignazio, non ti offendi vero?

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