“Il fenomeno mafioso in territorio ragusano si ha specialmente fra Vittoria, Scicli e Comiso”.
E’ quanto emerge dalla Relazione della Dia, presentata ieri al Parlamento Italiano.
La mafia nel ragusano è storicamente la risultante degli influssi dei sodalizi facenti capo a cosa nostra catanese ed alle organizzazioni mafiose nissene (al cui interno operano elementi del clan Dominante – Carbonaro, affiliato ala stidda, nonché la celula mafiosa rispondente al clan Piscopo).
La mutevolezza del contesto criminale si coglie negli occasionali protagonismi di soggetti che riesono con facilità a compattare attorno a sé un estemporaneo sdalizio per la gestione degli affari illeciti.
Su tali dinamiche incidono in varia misura gli effetti di recenti azioni di contrasto ed il sostegno di esponenti delle famiglie mafiose delle province contigue alle quali il “capetto” di turno è legato.
Questo copione è quello che si è avuto a Scicli (che attende di sapere se sarà un Comune sciolto per mafia).
In città era tornato in libertà Franco Mormina (detto Franco u Trinchiti) che aveva costruito un sodalizio criminale nell’ambiente socio-economico cittadino.
Mormina ha sfruttato collusioni e connivenze con alcuni politici e amministratori locali ed era riuscito ad ottenere per sé e per i suoi sodali benefici illeciti di natura economica, inserendosi nel settore della raccolta dei rifiuti solidi urbani (Operazione “ECO” – LEGGI L’ARTICOLO).
La criminalità iblea è tradizionalmente legata alle estorsioni ma aperta a qualsiasi attività illecita utile ad incrementare i profitti e con una spiccata tendenza a infiltrarsi nel tessuto economico-sociale. Da segnalare nel semestre trascorso operazioni che confermano la gestione dello spaccio di stupefacenti provenienti dalle province limitrofe nonché una diretta regia nell’organizzazione del traffico con l’Albania (NE AVEVAMO PARLATO IN UN PRECEDENTE ARTICOLO LEGGI).