Dopo Alberto Angela, a Modica il solito copione provinciale…

Dopo tanta attesa è stata trasmessa la puntata su Modica, nel programma “Meraviglie”, a cura di Alberto Angela ed immediatamente nella ex capitale della Contea, dove il provincialismo paesano non è solo un modo di pensare ma una connotazione genetica tendente fisiologicamente al ridicolo, si sono create le solite due fazioni: quella che “è orgogliosa” di Modica e l’altra che, invece, si è risentita “per il poco spazio e la ridotta attenzione” dati alla nostra cittadina.

Ebbene, in entrambi i casi che, lo ripeto, sono frutto del più becero provincialismo autoreferenziale e bigotto, i nostri commentatori si sono limitati, come sempre, a guardare il dito (nel caso di specie il racconto fatto da Angela) e non anche la luna (la città) e, come sempre, hanno manifestato, entrambe le fazioni in modo opposto ma paradossalmente gemellare, la medesima ingiustificata e ingiustificabile presunzione, ovviamente di gattopardiana memoria!

Vorrei ricordare, allora, tanto agli illustri professoroni quanto agli ultimi dei commentatori facebookari, che Modica è bella a prescindere e che di essa bisogna essere sempre orgogliosi.

Detto ciò, voglio ricordare che la bellezza unica di Modica non è frutto del nostro lavoro ma è un’eredità lasciataci dai nostri antenati i quali hanno pensato di plasmare il territorio coniugando le loro esigenze contingenti con il principio, oscuro a noi contemporanei, dell’armonia.

Noi, invece, non solo abbiamo devastato il territorio circostante ma anche il centro storico e continuiamo a farlo ogni giorno, quando imperterriti invadiamo ogni spazio vitale di bellezza con la stortura dei nostri incivili comportamenti, con gli interventi edilizi “furbi” ma assolutamente irrispettosi del “mondo pregresso”, su cui scateniamo le nostre rozze mani fino a farne sanguinare la bianca carne fatta di pietra e sole!

Noi, i modicani orgogliosi e quelli risentiti, siamo gli stessi che, assuefatti all’incuria e all’indolenza, passiamo indifferenti, ogni giorno, a bordo delle nostre schifosissime automobili, davanti al Palazzo Polara o davanti al Palazzo dei Mercedari, senza curarci minimamente di sapere se e quando quei tesori saranno restituiti alla vita e potranno esplodere in tutta la loro bellezza.

No! Noi guardiamo il racconto di Alberto Angela e ci limitiamo a dire quanto è bello il Duomo di San Giorgio e come sarebbe stato meglio se ad esso fosse stato dato maggiore spazio!

Nel frattempo abbiamo abbandonato interi quartieri del centro storico, abbiamo abbandonato case, a volte anche di pregio, e le abbiamo fatte cadere su se stesse, come abbiamo fatto crollare interi pezzi della Scuola Regina Margherita (Ex Raccomandata), come se nulla fosse, come se non fosse anche quella una piccola testimonianza della grandezza di questa nostra città!

Abbiamo permesso che davanti al Teatro Garibaldi vengano posteggiate le automobili! Perché a Modica il parcheggio è più importante della bellezza! E allora che diavolo venite a raccontare su Facebook che siete orgogliosi di vedere Modica su Rai Uno se non riuscite a difenderla dalla bruttezza delle vostre stesse cattive abitudini?

Andate a piedi!

Camminate per la città e per i suoi vicoli, lì dove sembra di entrare nei meandri di un miraggio arabo e sembra di sentire l’eco di storie che tornano dal passato, con i suoi protagonisti impazienti di ripercorrere i loro stessi passi, per mezzo dei vostri, lì al Pizzo, dove l’aria di Ragusa si deve mettere le scarpe prima di insinuarsi tra le sponde ripide dei costoni modicani!

Svegliatevi cittadini del nulla!

Fate qualcosa per la città, ma qualcosa di concreto e di bello, che non sia un post su Facebook!

Svegliatevi e tornate ad abitare le case dei vostri nonni, faticate felicemente tra le scale che si aggrappano alla roccia affiorante, tra l’erba del vento e il foeniculum assonnato, come l’anima del deserto che cerca l’ultima goccia dalla fonte. Faticate per le scale che sembra vi tolgano il fiato ma non lo fanno veramente, perché arriva il momento in cui un cielo carico di azzurro abbacinante spunta tra le tegole incrostate di tempo e si inchina di fronte alla maestosa quiete della Chiesa di San Giovanni!

Amate questa città! Ma fatelo sul serio, altrimenti non sarete credibili.

Anzi! Sarete ridicoli nei vostri spasmi grammaticali, come il soldato vanitoso che si vanta del nulla perché dentro è vuoto…un vuoto a perdere…   

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