Alla fine il busillis è stato chiarito: non c’è nessun ammanco di 2 milioni di euro. Si è solo verificata una “discrasia contabile”, cioè una sorta di errore nella contabilità.
Restano dubbi sul fatto che la stessa amministrazione non sappia dirci dove sia finita una buona metà di questi ormai famosi 2 milioni di euro.
Resta la perplessità, giustamente avanzata da diverse parti, sul fatto che per ben 8 mesi nessuno si sia accorto di questa “discrasia” contabile: non il responsabile P.O. di settore, non l’assessore, che pure avrebbe dovuto svolgere una ricognizione preliminare per un’ottimale gestione del prestito statale, non il Sindaco, il quale addirittura ridimensiona il problema sottolineando, piuttosto, i successi delle transazioni fatte e vantando un risparmio di 7 milioni di euro.
Restano i dubbi sulle modalità con cui sono stati pagati gli oltre 30 milioni di euro di debiti, circostanza su cui i revisori hanno chiesto lumi e in ordine alla quale attendiamo pazientemente di avere risposta.
Restano perplessità e preoccupazione se si considera che alcuni grossi debiti, come ad esempio quello con l’ENEL (non tenendo conto del debito con il Comune di Scicli che il Sindaco di Modica esclude apriori dall’operatività del decreto 35) non sono stati affatto estinti con le risorse del finanziamento ma semplicemente posticipati, attraverso una dilazione del relativo pagamento, con la conseguenza che le rate a scadere dovranno essere onorate con le normali risorse di bilancio. Una scelta questa politicamente sbagliata perché, di fatto, non risolve il problema e rende assai incerta la solidità economica e finanziaria dell’Ente, costretto, in futuro, ad onorare una molteplicità di rate per pendenze che avremmo potuto e dovuto definire, una volta e per tutte, siglando transazioni a saldo e stralcio. Se fossi il Sindaco non esulterei per avere ottenuto queste dilazioni di pagamento ed attenderei di valutarne gli effetti alla luce dei fatti, magari a fine mandato.
Devo anche sottolineare che, fino ad oggi, nessuno ha parlato dei circa 24 milioni di euro di debiti ancora rimanenti, alcuni antecedenti alla fatidica data del 31/12/12, e che, in un modo o nell’altro, dovranno ancora essere onorati.
Mi sono chiesto come l’attuale amministrazione potrebbe mai agire in merito.
Ipotizzando l’adozione dello stesso metodo usato nella gestione dei debiti coperti dal finanziamento statale ho ritenuto che se l’attuale amministrazione ottenesse uno sconto transattivo medio del 20% per credito, per allinearci alla media teorica che si ricava dai dati proclamati dal Sindaco, i debiti residui dell’Ente si attesterebbero nella misura di circa 19 milioni di euro. Una volta utilizzati anche i 7 milioni di euro residuati dal finanziamento statale, pur ammesso che ciò si possa fare senza l’autorizzazione degli enti preposti, il Comune dovrebbe far fronte a circa 12 milioni di euro di debiti, tutti da distribuire ratealmente nei futuri bilanci ordinari, che sarebbero composti, quindi, prevalentemente da oneri transattivi. Non credo ci sia bisogno di commentare oltre, anche perché altrimenti il discorso mi porterebbe ad aprire la maglia degli interessi legali da corrispondere in vista di queste miracolose transazioni ma posso solo sperare che il Governo Renzi mantenga la promessa di azzerare i debiti delle P.A., con ciò permettendoci di scongiurare una simile ipotesi, Ignazii salvis miraculis.
Nello frattempo non dobbiamo mai dimenticarci che ci sono anche tutti gli “altri” creditori, quelli cioè che non vantano un credito esigibile alla data del 31/12/12 e che attendono di essere pagati. Conosco personalmente piccoli fornitori i quali, nonostante abbiano proceduto giudizialmente contro il Comune di Modica, a volte anche con il pignoramento di somme presso la tesoreria comunale, attendono da mesi, senza alcun motivo logico e giuridico, di ottenere la soddisfazione dei loro diritti. Dov’è la normalità dell’Ente? Dov’è l’affidabilità finanziaria ed amministrativa, di cui ci si è recentemente vantati, quando non si è in grado di pagare debiti da poche centinaia di euro?
Capisco le luminarie, la scerbatura, le lampadine, le buche, le pezze, il natale e la pasqua, gli arretrati e gli straordinari dei dipendenti, ma quando i piccoli creditori del Comune, soprattutto quelli che lavorano prevalentemente con l’Ente, dovranno spiegare ai figli le loro ristrettezze economiche, cosa potranno mai dire?