Diciassette erano i presunti “impresentabili” contenuti nell’elenco diffuso dal Movimento 5 stelle prima del voto per le regionali siciliane: indagati, rinviati a giudizio, condannati per reati che vanno dalla calunnia alla turbativa d’asta fino alla corruzione, ma anche semplicemente parenti di altri politici gravati da guai giudiziari, o con qualche amicizia ritenuta discutibile.
Quattordici sono del centrodestra, tre di area centrosinistra. Tutti insieme hanno riscosso 83.198 voti, poco meno del 4% del totale dei voti validi, ossia 2.085.075. E circa il 6,5% dei voti ottenuti dalle due coalizioni: 1.298.060 complessivamente, di cui 809.121 il centrodestra e 488.939 il centrosinistra. Soltanto 4 degli “impresentabili” sono risultati eletti e si trasformano dunque in “onorevoli” dell’Assemblea regionale siciliana: per il centrodestra Marianna Caronia, Cateno De Luca e Luigi Genovese; per il centrosinistra Giovanni Cafeo.
In particolare, sono 61.528 i voti andati ai candidati riconducibili al solo centrodestra inseriti nell’elenco dei cinquestelle: si tratta del 7,6% del totale dei voti ottenuti della coalizione. Ma sono solo tre quelli che sono riusciti a entrare all’Assemblea regionale siciliana tra quelli etichettati da M5s come “impresentabili”: Marianna Caronia, eletta per FI con 6.370 preferenze; il messinese Cateno De Luca, 5.418 voti nelle file dell’Udc. E soprattutto Luigi Genovese: sono 17.359 voti ottenuti, sotto le insegne azzurre, dal figlio 21enne di Francantonio Genovese, gia’ Pd, ras messinese delle preferenze, condannato a 11 anni nel processo sui ‘corsi d’oro’ della formazione professionale. Ma anche Giuseppe (detto Pippo) Gennuso. Fuori tutti gli altri.
Non sono stati eletti gli altri 11 impresentabili del centrodestra: l’ex sindaco di Priolo Antonello Rizza, arrestato in un’inchiesta sulla gestione degli appalti, candidato da FI e per il quale non sono stati sufficienti i 4.929 voti di preferenza; il catanese Riccardo Pellegrino, diventato suo malgardo il simbolo degli “impresentabili”, amico del figlio del boss Santo Mazzei, schierato da FI e che ha ottenuto 4.427 voti; l’ex sindaco del Comune di Misilmeri (Palermo) sciolto per mafia Pietro D’Ali’ candidato di Diventera’ Bellissima e premiato da 1.708 preferenze; Giovan Battista Coltraro, Udc, con 2.752 voti non ce l’ha fatta a Siracusa; Giuseppe Sorbello, nella stessa provincia e con lo stesso partito si deve accontentare di 1.949 voti; ad Agrigento, e ancora per l’Udc, c’era Gaetano Cani, con una dote di 4.220 voti; Roberto Clemente, 5.520 voti a Palermo con Popolari e autonomisti; a Messina, sempre con i Popolari autonomisti, Roberto Corona (2.218); come Santino Catalano (2210) e Mario Caputo, candidato con FdI-NcS (2.448 voti) e fratello di Salvino, l’ex deputato decaduto anni fa dall’Ars per un’accusa di abuso d’ufficio.
Sul fronte del centrosinistra, tra i tre candidati inclusi nell’elenco cinquestelle l’unico eletto e’ Giovanni Cafeo, che ha ottenuto un seggio a Siracusa per il Pd, con 7.404 preferenze. Non hanno invece conquistato la poltrona all’Ars tre candidati di Sicilia futura: Giovanni Di Giacinto, in corsa a Palermo (3.770 voti), Marco Aurelio Sinatra a Catania (254 voti) e Giuseppe Picciolo a Messina (10.242 voti).
LA REPLICA DELL’ON. CAFEO
All’attenzione del direttore de “La Spia” Paolo Borrometi
Gentile Direttore,
leggo con attenzione e piacere ormai da molto tempo il suo giornale che reputo attento, preciso e puntuale nello svolgere l’importante compito di informare i cittadini sulle vicende del nostro territorio.
Proprio perché conosco l’attenzione e la precisione che ricercate nel fornire notizie ai vostri lettori, mi stupisco come in questo articolo http://www.laspia.it/elezioni-sicilia-17-impresentabili-valgono-4-voti-luigi-genovese-giovanni-cafeo/ possiate continuare a indicare quella famosa pseudo-lista di impresentabili stilata dal Movimento 5 Stelle in campagna elettorale e quindi, proprio per questo motivo, di fatto strumento di propaganda, come metro di paragone per dare un giudizio politico e addirittura morale sulle scelte fatte dagli elettori.
Come noto, già molti interventi di scuse e rettifiche sono stati fatti direttamente dal deputato On. Cancelleri su quella lista e tanti altri ne seguiranno ancora, può star sicuro, con tutta probabilità a partire proprio dal sottoscritto.
La mia condizione giudiziaria infatti, della quale più volte ho parlato pubblicamente, mi vede inserito in quel listone soltanto per un avviso di garanzia sul quale addirittura lo stesso PM ha già fatto richiesta di archiviazione; anche guardando alle notizie che da questa mattina arrivano da Messina è quindi evidente che la mia posizione, fermo restando il sacrosanto principio costituzionale di non colpevolezza, non può essere equiparata ad altre ben più gravi, soltanto perché durante la campagna elettorale il Movimento 5 Stelle ha avuto l’idea di buttare tutto in “caciara” politico-giudiziaria, senza entrare nel merito dei singoli provvedimenti, al solo fine di ergersi come i soliti paladini dell’onestà.
La ringrazio in ogni caso per il suo lavoro e per l’attenzione che vorrà dedicarmi; sono certo che da qui in avanti non mancheranno ulteriori occasioni di dialogo e confronto su temi ben più seri e importanti per il nostro territorio.
Un cordiale saluto
Giovanni Cafeo
Il M5S sa tutto di tutti ma non sapeva della condanna di Ciappina….maahhh….