In questi giorni si parla tanto di unioni civili, ma cosa sono?
Sono contratti che comportano il riconoscimento da parte dell’ordinamento giuridico delle coppie di fatto e hanno il fine di stabilirne i diritti e i doveri. La tipologia delle unioni civili è varia: in particolare, può riguardare sia le coppie di sesso diverso (eterosessuali) sia le coppie dello stesso sesso
Ora, se fino a qualche tempo fa una simile ipotesi sembrava esclusa, oggi invece viene considerata una realtà praticabile, anche se l’approvazione del ddl Cirinnà, che appunto intende introdurre il regime delle unioni civili in Italia, incontra un ostacolo spesso opposto dai sostenitori del NO: l’adottabilità di figli da parte di coppie gay ed in particolare la c.d. stepchild adoption, cioè il meccanismo che permette a uno dei membri di una coppia di essere riconosciuto come genitore del figlio, biologico o adottivo, del compagno.
Contro tale istituto si sono schierate tutte le forze cattoliche italiane, soprattutto quelle i cui leader hanno a cuore la questione della filiazione tanto da fare figli con più mogli e con più donne in tempi diversi o, a volte, anche contestualmente.
Questi ultimi paladini della famiglia “tradizionale” hanno usato, come loro cavallo di battaglia dialettico, l’annosa questione: se un bimbo cresce all’interno di una famiglia gay diventerà anch’egli gay!
Ma questo è vero?
Secondo gli studiosi la tendenza sessuale non è legata ai modelli ricevuti tra le mura domestiche e non è una conseguenza educativa.
Ed in effetti a questa stessa conclusione c’ero arrivato pure io, sebbene ignorante in materia, facendo un ragionamento molto empirico ma che, nella sua profonda banalità, mi ha convinto: i figli nascono da coppie eterosessuali e crescono all’interno di famiglie eterossessuali. A volte capita che un figlio di genitori eterosessuali si scopra gay e quindi manifesti una tendenza sessuale diversa da quella dei suoi genitori. Perché? Perché evidentemente la vita sessuale dei genitori non necessariamente condiziona le tendenze dei figli. Questa stessa equazione può essere applicata alla situazione inversa: un figlio di genitori omosessuali può scoprirsi eterosessuale, perché l’esperienza ci insegna che il modello dei genitori e il loro approccio educativo non incide necessariamente sulle sue tendenze sessuali.
In realtà, sullo sfondo, c’è un’altra domanda da porre: perché dobbiamo considerare l’eterosessualità come la normalità e l’omosessualità come un’eccezione?
Non sarebbe meglio abbandonare la malizia, tipicamente clericale, che spesso ci accompagna negli argomenti legati alla sfera emotiva e sessuale, e considerare l’omosessualità un aspetto intrinsecamente connesso alla natura umana?
In fondo le tendenze sessuali, così come le altre caratteristiche fisiche e caratteriali di ognuno, sono l’estrinsecazione di una medesima normalità.
E se ragioniamo in tali termini, perché non ammettere che il dibattito in esame diventa assolutamente sterile e provinciale?
Io sono per le unioni civili e per i matrimoni gay e sono favorevole anche all’adozione da parte di coppie omosessuali.
Anzi, a dirla tutta, preferisco di gran lunga un genitore gay premuroso, attento ed affettuoso che un genitore eterosessuale manesco o, che è peggio, dedito agli abusi sui minori…
Evviva L’amore!!!