Mauro, Leonardo, Sofia, Noemi, Andrea, Davide, Ilaria, Nicola, Alessandro, Mariella, Carlo, Francesca, Giulia e potremmo continuare all’infinito, purtroppo!
Tutte persone, bambini, adulti, insomma grandi e piccini che soffrono ed aspettano: aspettano di vivere o morire, perché non consentendo loro di curarsi, li si condanna inevitabilmente a morte.
Una condanna ad una pena di morte in un Paese come il nostro che, costituzionalmente, rifiuta questa fine! Ed invece è così, giacché la verità sta nel fatto che una legge sul diritto alle cure sarebbe davvero una “manna dal cielo”.
Rappresenterebbe qualcosa di più, una speranza perché, ricordiamocelo, i problemi che accomunano questi bambini, queste persone, questi angeli in terra, sono gli stessi che un domani potremmo avere tutti, ognuno di noi, ogni nostro figlio, cugino, nipote, fratello, purtroppo!
Evitiamo di fare come gli struzzi mettendo la testa sotto la sabbia, svestiamo i vestiti dell’ipocrisia o della convinzione che “tanto non riguarda me”.
È un appello quello che oggi il nostro giornale on line ed io in prima persona ci sentiamo di fare: un appello per la vita!
Non critico chi lotta e conduce altre battaglie, magari di senso opposto, chiedendo una “dolce morte”, ma a maggior ragione e con grande determinazione, sostengo la battaglia della raccolta firme per chiedere una cura a malattie progressive che fino ad ora non l’hanno trovata.
La proposta di legge popolare, depositata alla Cassazione e notificata sulla Gazzetta ufficiale, mira all’accesso alle cosiddette cure compassionevoli senza i limiti normativi attuali.
Chi ha sottoscritto e promosso questa iniziativa popolare, lo ha fatto e lo fa per tutti noi.
Diciamoci le cose come stanno, oggi troppo spesso chi dovrebbe legiferare in materia (leggasi gli oltre 960 Parlamentari della nostra Repubblica) non lo ha voluto o potuto fare. Chi sarebbe stata titolata a promuovere (oltre al Parlamento) una iniziativa del genere, cioè il Ministero alla Salute, si è sempre mostrato disponibile a parole ma non ha agito.
Chi avrebbe dovuto far applicare la legge attuale, cioè i Giudici del Lavoro, spesso non avevano (e non hanno) contezza dell’importanza di ciò che vanno a decidere (e non per un loro demerito o incapacità, bensì per – probabilmente – una incompetenza di fondo).
Allora cosa rimane? Rimangono i cuori dei cittadini, la solidarietà e l’intelligenza degli Italiani. Questo popolo splendido che, in ogni difficoltà, si unisce e diventa molto più competente e preparato di chi dovrebbe agire.
L’obiettivo da “centrare” sono “soltanto” 50 mila firme, ma la verità è che, ognuno di noi, può e deve andare oltre, coinvolgendo un amico, un cugino, un familiare e sensibilizzandolo.
Avete mai pensato a cosa sarebbe il nostro mondo senza il sorriso dei bambini?
Avete mai riflettuto sulla incapacità di andare avanti per un malato senza speranza?
Avete mai provato a parlare con i genitori di un piccolo bambino o di una splendida bambina, gravemente malata?
Io l’ho fatto e cerco di farlo ogni giorno.
La risposta che ognuno di loro, non solo a parole ma con i sorrisi, offre è: vogliamo avere soltanto la speranza di vivere!
Chi siamo noi per non dare Loro la possibilità ad una vita?
Chi siamo per spezzare queste vite?
Pensiamo davvero di essere al riparo dalla possibilità di trovarci nelle Loro condizioni?
E poi che brutto parlare di “noi” e “loro”.
Siamo un unico Popolo. Sento spesso parlare di “fratellanza”. Dimostriamola così, firmiamo una proposta di legge che dia la possibilità ed il diritto alle cure.
Si badi bene, non mi riferisco io – né lo chiedono i promotori – ad una cura in particolare, questa proposta di Legge non nasconde nessuna legittimazione a questa o a quell’altra cura.
Non c’è niente di non detto o di celato. C’è solo una parola d’ordine, nei nostri cuori: regalare un sorriso, una speranza a chi soffre.
Quindi, se anche Tu ritieni che il sorriso di Tuo figlio, di Tuo fratello, del Tuo più caro amico sia il “motore che muove il mondo” (e qui penso ad una donna meravigliosa, quale Madre Teresa di Calcutta), penso che Tu possa non solo firmare, ma dare un aiuto concreto a chi si spende per una speranza. Una speranza di vita!
I nostri figli, i vostri figli (perché io non ho la fortuna di esser padre) Vi ringrazieranno.
Perché pensateci, se fosse per Loro, se il mondo fosse soltanto dei più piccoli, allora sì che questa speranza se la darebbero. Perché fra loro si piange e si ride, si scherza e si litiga, ma alla fine ci si fa contenti reciprocamente!
Aiuta questi bambini, sostieni queste persone, domani potresti esser Tu a ringraziarli in prima persona!
Tutto ciò con una firma, una semplice firma che vale molto di più e riaccende il sorriso della speranza!
Paolo Borrometi
Condividete e firmate tutti. Grazie ^_^