Giovanni Spampinato, il martire del nostro silenzio!

Sei colpi di pistola. Venne ucciso così il giovane giornalista Giovanni Spampinato. Sono passati 51 anni da quel 27 ottobre del 1972, giorno dell’uccisione. 

Giovanni era solo un ragazzo e, facendo il proprio dovere, ha svelato trame che nessuno ammetteva nella cosiddetta “Provincia babba”: Ragusa. 

Una provincia stretta fra mafie e massoneria, interessi economici di pochi – spesso colletti bianchi – in cui investì un certo Tognoli, ricercato da Giovanni Falcone in “Pizza connection”. 

Per molti è meglio commentare e liquidare la tragica vicenda di Spampinato, quasi giustificando l’omicida, affermando “se l’è cercata”. 

No, Giovanni ha fatto ciò che tanti altri non hanno fatto: solo il proprio dovere, in una Terra dove ancora oggi ricordare fa male, perché riapre ferite mai chiuse. 

Ricordare, appunto, spesso è scomodo. Quindi meglio dimenticare.

Giovanni è il vero martire del nostro silenzio.

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Nato a Ragusa il Primo febbraio del 1983 ma orgogliosamente Modicano! Studia al Liceo Classico "Tommaso Campailla" di Modica prima, per poi laurearsi in Giurisprudenza. Tre grandi passioni: Affetti, Scrittura e Giornalismo. "Il 29 marzo del 2009, con una emozione che mai dimenticherò, pubblico il mio primo romanzo: “Ti amo 1 in più dell’infinito…”. A fine 2012, il 22 dicembre, ho pubblicato il mio secondo libro: "Passaggio a Sud Est". Mentre il 27 gennaio ho l’immenso piacere di presentare all’Auditorium “Pietro Floridia” di Modica, il mio terzo lavoro: “Blu Maya”. Oggi collaboro con: l'Agenzia Giornalistica "AGI" ed altre testate giornalistiche".

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