Fermato dalla Polizia Gianni Vizzini, autore (secondo le veloci indagini della Polizia, Squadra Mobile e Commissariato di Pachino) del ferimento di Giuseppe Aprile.
Il pluripregiudicato Giuseppe (detto Peppe) Aprile è in fin di vita, trasportato ieri notte in elisoccorso a Catania, dopo esser stato attinto da un colpo di arma da fuoco.
Secondo le prime informazioni il gesto sarebbe stato compiuto da Giovanni (detto Gianni) Vizzini, di Pachino, già coinvolto in un altro tentato omicidio anni fa. Il giovane delinquente che ieri sera si sarebbe armato e avrebbe sparato a Peppe Aprile.
Alla base ci sarebbe un folle regolamento di conti che vedeva coinvolti proprio i fratelli Aprile i quali, poco prima, sarebbero stati coinvolti in una sparatoria proprio all’indirizzo di Vizzini.
Dopo la sparatoria Gianni Vizzini si è armato e si è recato nelle vicinanza del bar “scacco matto”, uno dei quartier generali del clan (quando verrà chiuso per dare un segnale chiaro?).
A Pachino la tensione è alle stelle, una cittadina placcata dalle forze dell’Ordine che non ci stanno a perdere la sfida con la sicurezza cittadina, ma segnata da enormi problemi. E che, dopo l’agguato, ha registrato ben tre auto alle fiamme. Così le donne e gli uomini della Polizia hanno battuto la cittadina e tratto in fermo Gianni Vizzini.
Basti pensare che, a seguito del nostro articolo, i fratelli di Giuseppe Aprile, invece di pensare al congiunto in fin di vita, non trovavano di meglio che insultare chi scrive.
Il tutto inserito in una realtà che ha visto, in questo ultimo periodo, in serie:
prima l’attentato all’avvocato Adriana Quattropani che, a seguito della decisione del Giudice alla procedura fallimentare di Siracusa, aveva ordinato che il distributore “Esso” gestito da Franca Corvo (moglie di Peppi Marcuotto), ritornasse al legittimo proprietario, ovvero a Salvatore Sallemi (titolare della licenza).
Nell’attentato sarebbero coinvolti proprio familiari di Peppi Marcuotto che avrebbero voluto dare una “lezione” all’avvocato, rea (a loro dire) di non aver ceduto alle minacce.

E’ di soli pochi giorni fa, invece, il rinvio a giudizio per il capomafia Salvatore Giuliano e per il figlio Gabriele per le minacce di morte, tentata violenza privata, aggravate dal metodo mafioso nei confronti di chi scrive (LEGGI ARTICOLO);
Ma Gabriele, non contento del processo, ha ritenuto ancora una volta insultare e minacciare, come se la Giustizia non esistesse e lui, con il padre, sia superiore alle leggi del nostro Stato.
Non bastasse ciò, va ricordato l’allarme dettato dalla pubblicazione della Relazione Nazionale della su Pachino e sul clan Giuliano tornato pericolosamente in auge (LEGGI ARTICOLO).
Salvatore Giuliano ed i suoi affiliati, fra i quali proprio i fratelli Aprile, stanno continuando a stringere la realtà di Pachino fra estorsioni e drammatiche pratiche di assoggettamento alla mafia.
Il tutto nel silenzio più assordante della politica cittadina e con i cittadini che hanno – probabilmente – bisogno di prendere coraggio. Mancano le denunce e la collaborazione con le Forze dell’Ordine.
Grande, vai avanti con coraggio! Gli onesti sono con te