Il primo dicembre 1955 una sarta di Montgomery venne arrestata dalla polizia. La donna era afroamericana, si chiamava Rosa Parks e fu arrestata perché si era rifiutata di lasciare il suo posto sull’autobus e far sedere un uomo bianco. Da tale atto conseguirono molte proteste, il boicottaggio del trasporto pubblico. Grazie a quel fatto, la questione dei diritti civili negli U.S.A. divenne argomento di primo piano nella politica e nella coscienza dell’opinione pubblica.
Rosa Parks divenne un simbolo, il simbolo della battaglia antisegregazionista, una battaglia condotta da grandi personalità, come Martin Luther King, a beneficio di tutta la comunità afroamericana.
La scelta di Rosa Parks, però, non costituì un fatto isolato né fu limitata alla sola possibilità di quella singola persona di occupare un certo posto, in un certo autobus, in una certa città e in un certo momento.
Ho pensato a questo, quando ho appreso della convocazione del Consiglio Comunale di Modica, aperto alla cittadinanza, per discutere di Abdoullai, il dolciere che, in conseguenza della nuova normativa in materia di “sicurezza”, rischia di essere ignobilmente cacciato dall’Italia e di perdere tutto quello che, in questi anni, ha costruito con sacrificio, abnegazione e, diversamente da tanti italiani, nel rispetto delle regole.
Ho ripensato a Rosa Parks e alla sua vicenda personale, leggendo le affermazioni di consiglieri e amministratori modicani sulla vicenda del giovane dipendente della ditta Bonajuto e apprendendo che il Sindaco di Modica ha inviato una lettera a Mattarella, per chiedere un aiuto in favore di questo ragazzo così perfettamente integrato nella nostra comunità.
Ebbene, le iniziative poste in essere nel caso di specie sono sicuramente lodevoli e devono essere supportate da parte di tutta la comunità modicana, almeno quella che ha ancora a cuore i principi della fratellanza e della solidarietà e non ha ancora il cervello spappolato da facebook, dalle sagre, dagli smartphone e da certi programmi della televisione commerciale.
Pur tuttavia, ritengo che la nostra classe dirigente stia commettendo un errore strategico che rischia di vanificare da un lato le aspettative legittime e sacrosante del diretto interessato e dall’altro lato la genuinità stessa della condotta assunta pubblicamente, perché pericolosamente suscettibile di ridursi a mera passerella egomaniaconarcisistica, a beneficio dei soliti noti, piuttosto che vera azione di lotta e di disobbedienza civile contro quello che possiamo definire un vero e proprio atto di ingiustizia contro tutta l’umanità.
L’errore strategico risiede proprio nel fatto che la vicenda di Abdoullai viene trattata come caso isolato, riguardante solo una persona e caratterizzata dalle contingenze sociali e territoriali nelle quali essa si muove. Un caso isolato e, quindi, in quanto tale suscettibile di essere trattato in modo eccezionale e, per proprietà transitiva, risolto in via “eccezionale”.
Abdoullai è certamente un ragazzo “speciale”, ma perché inconsapevolmente rappresenta il simbolo di un’intera categoria di persone, di uomini, di donne, di bambini che chiedono solo di entrare nel cuore della società italiana e di farne parte.
Ed allora ci troviamo di fronte ad un nuovo simbolo, proprio come Rosa Parks, grazie al quale è possibile avviare, da Modica, una grande battaglia per i diritti civili in tutta la nazione e in tutta l’Europa.
Modica, come la Montgomery di quel lontano primo dicembre 1955, può diventare il luogo simbolo di un grande momento di crescita sociale, la sorgente di uno spirito rinnovato e di rifiuto della squallida sottocultura politica di Matteo Salvini e di quelli che la pensano come lui.
Per dare questo impulso a qualcosa che può e deve diventare più grande di noi, che può e deve superare la logica del caso concreto per abbracciare le storie e le speranze di migliaia di nostri fratelli, per dare un’aspettativa ai tanti bambini figli di immigrati che sono italiani, sebbene a dispetto della spregevole normativa vigente, per dare nuova linfa alla società italiana, vecchia e morente, non dobbiamo solo chiedere giustizia per Abdoullai. Dobbiamo urlare a tutti che una persona vale perché è un essere umano e dobbiamo chiedere giustizia per Abdoullai chiedendo Giustizia per i tanti ignorati Abdoullai sparsi per il mondo!
Yuri Gagarin, il primo uomo a circumnavigare la terra in orbita nello spazio, ha detto che da lassù la terra è bellissima ed ha aggiunto “senza frontiere e senza confini”.
La precisazione del cosmonauta sovietico era solo apparentemente spontanea. In realtà il figlio di un falegname (curiosa coincidenza!) che per la prima volta ha rivolto occhi umani verso l’universo profondo, ha semplicemente sottinteso che la terra è bellissima proprio perché in natura non ha frontiere né confini politici, economici, sociali o umani.
Siamo noi a rendere il mondo un posto peggiore di quello che sarebbe, se solo non esistessero i calcoli politici, economici e personali di uomini vigliacchi e senza scrupoli…