Dopo sei mesi di campagna elettorale, personalizzata in maniera spropositata dai proponenti la riforma costituzionale e caratterizzata da toni aspri che non dovrebbero mai appartenere a chi rappresenta uno Stato democratico, è arrivato il giorno in cui gli italiani avrebbero deciso con il loro voto se riformare parte della Costituzione o bocciare il progetto del Governo.
La risposta del corpo elettorale è stata netta da nord a sud, con le sole eccezioni della Toscana, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna, dove è prevalso il SI alla riforma, ma di stretta misura.
Il NO, invece, ha schiacciato la proposta riformatrice con un netto 60% ed un’affluenza alle urne che non si verificava da tanto tempo proprio per il disamore verso la politica politicante che ha caratterizzato gli ultimi decenni in Italia.
Ma la risposta degli elettori non ha riguardato solo il quesito referendario, gli italiani hanno voluto anche bocciare gli atteggiamenti d’un Premier che in tre anni ha confezionato tante bugie, ha mostrato non pochi segni di arroganza politica, ha agito come se fosse un capo di Governo insindacabile ed inamovibile, offendendo in tal modo l’intelligenza di tutti i cittadini.
Pesantissima vittoria del No soprattutto al Sud. Palermo è stata tra le grandi città quella dove i contrari alla riforma della Carta hanno vinto con il margine principale: No 72,31% e Sì solo 27,69%.
Segno, anche questo, che il meridione d’Italia è stanco di sopportare politiche a doppia velocità, di subire menzogne come fossero verità assolute e di rifiutare l’idea che la riforma costituzionale fosse una priorità, quando invece i siciliani sanno benissimo che le priorità sono la disoccupazione, la mancanza di crescita, l’assenza di prospettiva , soprattutto per i giovani.
Potrei dire che il dinamismo di Renzi e l’apparente determinazione di cambiare il nostro Paese si sono infranti sul suo egocentrismo, sulle sue bugie, sul varo di leggi che palesemente privilegiavano pochi a scapito di tanti.
Chi è causa del suo mal pianga se stesso !
Finalmente, il risultato di questa tornata referendaria potrebbe far capire a tutti i politici di professione che nella vita prima o poi si paga tutto e che nulla è per sempre.
Il popolo spesso subisce a lungo ma non per sempre.
Il 4 dicembre è stata data una bella lezione a quanti s’illudevano che gli italiani sopportino ogni angheria, è stato dimostrato il contrario e mi piace pensare che ciò sia propedeutico a smontare certe convinzioni di chi vuole rappresentarci, cambiando atteggiamento ed avendo maggior senso di equità e rispetto verso tutti i cittadini.