Due occhioni dolci e furbi, due manine che si aprono e chiudono per spiegarti cosa sia gradito e cosa no, una intelligenza fuori dal comune, ma una sofferenza ancor più rara. Poteva avere una vita normale, ma un vaccino legalizzato dallo Stato gli ha rovinato qualsiasi speranza!
Tutto questo è solo una piccolissima parte di ciò che è Nicola Ghidotti, bambino bergamasco di appena sei anni nato “sano come un pesce” e ridotto in questo stato per colpa di un vaccino obbligatorio, il tanto discusso “esavalente”.
Thomas, il papa di Nicola, ha 38 anni, la mamma è Eliana e di anni ne ha 37: sei anni fa l’arrivo di Nicola aveva riempito la loro casa di una gioia immensa.
“È nato sano, sempre sorridente, nessun disturbo organico, mai – raccontano all’unisono i genitori – . A un anno d’età, come da prassi, Nicola viene sottoposto al terzo richiamo del vaccino esavalente. Ed esattamente da quel giorno, non è più stato lo stesso. Da subito ha cominciato ad avere problemi nel tenere eretta la testa, aveva lo sguardo assente, non rispondeva più ai nostri richiami, non sorrideva più. Le sue condizioni sono andate rapidamente peggiorando: vomito, minzione continua, fino alle crisi epilettiche, non parlava, non stava in piedi. Per noi è cominciato il calvario negli ospedali, con i medici che palesemente non sapevano darci una spiegazione. Ma quando parlavamo, tra noi, il sospetto che da subito ci era entrato dentro diventava sempre più una certezza: Nicola era stato ridotto così da quel vaccino”.
Thomas, nel frattempo, non smette di raccogliere informazioni su scoperte e nuovi metodi di cura per dare a Nicola altre speranze, così si impegna per le metodiche compassionevoli.
“Mio figlio è stato ridotto sul letto di morte e disabile al cento per cento, trovandosi 3 anni fa sul letto dell’ospedale in fin di vita, senza speranza! Dopo più di 10 ricoveri alla ricerca dell’ignoto, lo abbiamo portato a casa. Abbiamo ascoltato il nostro istinto – affermano i genitori – e Nicola è ancora vivo”
Il piccolo Nicola ha tantissimi problemi: è imprigionato nel suo corpo, non potendosi nemmeno grattare il nasino se prude!
La sua diagnosi è gravissima: encefalopatia epilettica post vaccinale farmacoresistente.
“Le istituzioni non esistono più – commenta amaramente Thomas Ghidotti –, sono le lobby che comandano e noi combattiamo per il diritto alla vita ed alla salute. Ma ciò che ci condanna alla morte è la loro continua indifferenza. Venite a casa mia se volete – afferma ancora il grande papà di Nicola – e rendetevi conto di come stia mio figlio, ridoto così dallo Stato senza permettergli di curarsi e tutelando la disinformazione. Che Stato è questo?”.
Così si arriva all’appello per la proposta di legge sulle metodiche compassionevoli che, dal 29 marzo, è firmabile da tutti i cittadini italiani con diritto di voto presso i propri Comuni.
“Attraverso questa proposta di legge – afferma Thomas Ghidotti – vogliamo ristabilire la libertà di cura attraverso l’utilizzo di cellule staminali mesenchimali adulte. Ma non solo, siamo la voce di genitori e familiari di persone malate, che chiedono il diritto di cura. Ci battiamo perché la gente capisca che non è una questione di lotta per il proprio figlio, ma per vedere riconosciuto il proprio diritto di cura, come previsto dalla nostra costituzione”.