“Gran pezzo di merda, appena vedo di nuovo la mia faccia, di mio fratello, in un articolo tuo ti vengo a cercare fino a casa e ti massacro. E poi denunciami sta minchia, con le mani non c’è il carcere, pezzo di meda te lo dico già subito”.
A parlare, nell’audio che si può sentire cliccando, è Francesco De Carolis, pluripregiudicato e fratello di Luciano De Carolis, ritenuto (e già condannato) uno degli “elementi di spicco del clan Bottaro-Attanasio di Siracusa.
Francesco De Carolis ha inviato a chi scrive questo audio alle 8:43 di oggi, domenica 19 novembre, a seguito del mio articolo di approfondimento (LEGGI) sulla mafia siracusana.
CHI E’ LUCIANO DE CAROLIS?
Il fratello di Francesco De Carolis, ovvero Luciano, era stato da me citato nell’articolo di approfondimento.
Luciano De Carolis, come da condanne passate in giudicato e da comunicati stampa delle Forze di Polizia degli ultimi anni, è considerato un “elemento di spicco del clan Bottaro-Attanasio” ed è stato ritenuto per anni anche come il “reggente” dello stesso clan.
Il primo gravissimo omicidio lo commette ancora minorenne, quello del gioielliere Mario Mamo a Siracusa, condannato con 20 anni di carcere (LEGGI).
Per un omicidio “solo” 20 anni ed il De Carolis ne ha fatti un terzo meno, grazie a sconti di pena vari. Poi venne coinvolto e condannato nell’operazione “Libra” del 2004, condannato per 416bis (associazione mafiosa al clan Bottaro-Attanasio).
Poi coinvolto nell’operazione Hawk per droga e condannato.
Arrestato anche nel maxi blitz “Terra bruciata” del novembre 2007, condannato solo in primo grado.
Arrestato nuovamente nel 2014 perché, sottoposto alla sorveglianza speciale, è stato sorpreso a scorazzare in sella ad uno scooter per le vie di Fontane Bianche (LEGGI).
A differenza di quanto dice nell’audio il fratello, Luciano De Carolis è stato arrestato nuovamente l’anno scorso (LEGGI), perché “con il volto travisato da casco e armato di pistola, dopo aver esploso un colpo d’arma da fuoco contro B.S. di 39 anni, lo ha colpito alla nuca con il calcio dell’arma, causandogli una ferita lacero contusa, giudicata guaribile in 10 giorni”.
Inoltre è accusato di aver ucciso Angelo Sparatore, solo perché fratello del pentito Concetto Sparatore.
A rivelare l’accaduto è un altro collaboratore di Giustizia, Salvatore Lombardo, detto Puddisinu, il quale si autoaccusa di essere stato uno dei killer entrati in azione tra le ore 8 e le ore 8,05 in Via Gaetano Barresi e di avere ammazzato con diversi colpi di pistola calibro 9, insieme a Luciano De Carolis (LEGGI), Angelo Sparatore, fratello del pentito Concetto Sparatore, che tutti nell’ambiente malavitoso e in quello familiare chiamavano Salvo.
Secondo Puddisinu, rivela che ad ordinare l’omicidio di Anagelo Sparatore sarebbe stato direttamente il capomafia al 41bis, Alessio Attanasio, ad ucciderlo sarebbero stati lui e proprio Luciano De Carolis.
Per il collaboratore di Giustizia Salvatore Lombardo, “una volta ricevuto l’ordine da Attanasio, lui e Luciano De Carolis si sarebbero attendati sotto l’immobile in cui risiedeva Angelo Sparatore, dormendo all’interno del cabinato di un furgone Fiorino delle Poste Italiane”. Per poi ucciderlo.
In questo caso è in corso il processo.
Ecco chi è Luciano De Carolis che, in questo momento, è titolare di una macelleria a Siracusa.
La macelleria, secondo fonti ben accreditate, è stata rilevata da Luciano De Carolis da un altro pregiudicato, tale Ernando di Paola (attualmente ristretto in Sardegna in quanto sta scontando una pena definitiva di mafia per estorsione al teatro greco).
La macelleria di De Carolis è molto importante e non si è mai capito come sia arrivata al mafioso. Molti i paninari che sono costretti a prendere la carne da lui, con l’imposizione del “metodo mafioso”.
Mentre il fratello, Francesco De Carolis, di professione pugile è un pluripregiudicato.
A voi, cittadini di Siracusa, la decisione di scegliere da che parte stare: se dalla parte del clan Botatro-Attanasio, dei fratelli De Carolis che uccidono, sparano, minacciano di morte o denunciare, aiutare le Forze dell’Ordine e prendere chiaramente posizione dalla parte della Legalità.
Solo col la violenza risolvi i tuoi problemi? Anche per te ci sarà un giorno che arriverai al capo linea …. ma spero in una conversione che ti possa portare sulla retta via, perché Gesù disse chi di spada ferisce di spada perisce.
Questo in base alle condanne dovrebbe stare in galera a vita,ed invece é fuori?che magistrati del casco che abbiamo
Spero perdi il bene di tutto che la magistratura trovi una strada x restringere e rendere innocuo un personaggio del genere così come è stato fatto con Spada ad Ostia. Mafie piccole e grandi, violenti e sgherri hanno rotto i vogliono!
Personalmente ritengo responsabile quella parte della magistratura che non vede l’ora di considerare “riabilitati” per poter rimettere in libertà il prima possibile questo tipo di “personaggi” e dall’altra parte perseguono appartenenti alle Forze dell’ordine negando Loro I più elementari diritti del tanto agoniato “GARANTISMO”!!!! Andiamo avanti così poi vediamo come andremo a finire… Siamo al paradosso…!!!!
Per queste persone si dovrebbe semplicemente sbatterle dentro x sempre come a Toto Riina e lasciarle marcire nella merda!!! Venite in Germania a fare i bulli stronzi che le scarpe dentro nel culo e in bocca saranno i tedeschi a metterle a voi, pezz de merda!!
Ma a che punti siamo arrivati?….lo squallore totale.
Povera Italia….queste cose succedono solo qui….la gente deve denunciare…..tutto….solo così si farà un po’ di pulizia…..la feccia va eliminata.
Lo Stato deve vincere….
Adriano Pirrone… studia e vai a scuola, sei ancora in tempo prima che la merda ti arrivi alle narici .
Massima Solidarietà al Dott. Paolo Borrometi. ( la mafia è miseria, più miseria c’è più forte è la mafia!! Il capo mafia si sostituisce allo Stato li dove la presenza dello Stato è debole, li dove le parole di miseria e di povertà trovano un l’unico ascoltatore e risolutore delle problematiche umane di quel territorio in un capo mafia credendo di non avere alternative associandosi ad organizzazioni mafiose e compiendo gesti assurdi seguendo la vita del mafioso di colui che depreda, estorce, uccide, come un soldato ma sotto le guide gerarchiche di organizzazioni mafiose, prendono ordini ed eseguono ciò che viene ordinato, per poche lire per un pò di bella vita per poche cose che la miseria e la povertà in cui vivono non sono riuscite ad avere dallo Stato, per un automobile, per pochi soldi nel portafogli, per un conto al ristorante già pagato.. per queste poche cose.. per questa miseria i giovani oggi come ieri si sono lasciati comprare dalla mafia e si sono macchiati di sangue, di sangue innocente …per coloro che percorrono questa strada sanno già che non c’è un domani ..sanno già che avranno una vita breve e complicata).
Bravo
Non bisogna aver paura di questi sporchi bastardi da fogna.
[…] Guardate il video per capire di cosa stiamo parlando. Dalla telefonata che lui stesso ha pubblicato sul suo sito si evince la sfrontatezza della mafia che quando intimidisce un giornalista lo fa addirittura […]
[…] Guardate il video per capire di cosa stiamo parlando. Dalla telefonata che lui stesso ha pubblicato sul suo sito si evince la sfrontatezza della mafia che quando intimidisce un giornalista lo fa addirittura […]
Quando sento dire “con le mani non c’è il carcere”, ciò mi fa pensare che bisognerebbe rivedere un po’ il codice penale; in più eliminare gli sconti di pena, specialmente per buona condotta in carcere, perché in carcere devi comportarti bene, se il carcere deve servire al recupero del reo, perché chi ha commesso un crimine deve rendersi conto che la pena comminata è giusta. Se in carcere non ci si comporta bene la pena deve essere aumentata.
Fraterni saluti
Bravissimo dott. Borrometi sei l’orgoglio della prov. di Ragusa queste persone inutili hanno rovinato la nostra bellissima terra …
[…] il video per capire di cosa stiamo parlando. Dalla telefonata che lui stesso ha pubblicato sul suo sito si evince la sfrontatezza della mafia che quando intimidisce un giornalista lo fa addirittura […]
Il curriculum di questo pregiudicato lascia comprendere che il sistema giudiziario e penale del nostro Paese fa pena.
Carcere durissimo per i mafiosi.
Inutile sperare nel ravvedimento di soggetti mentalmente deviati.
Al dr. Borromeo esprimo sentimenti di sincere solidarietà ed ammirazione.
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