I guadagni dei clan a Pachino, dai parcheggi alla spazzatura: Giuliano mette d’accordo i Trigila con i Cappello

Parcheggi che valgono oro, estorsioni e intimidazioni per ottenere gli “spazi” ed i guadagni da capogiro, ovviamente tutto ad appannaggio del clan.

Siamo a Marzamemi, meravigliosa frazione rivierasca di Pachino, da anni in auge per la sua bellezza e per il turismo che richiama.

A Marzamemi – e questa non è una novità – i parcheggi per le macchine, i camper e le moto, valgono ogni giorno “vagonate” di soldi e vengono gestiti dai clan locali.

Se fino a qualche anno fa, prima che uscisse Salvatore Giuliano dalle patrie galere, a gestire “l’affare parcheggi” era Salvatore Collura, da quando il “boss” Turi Giuliano è ritornato in libertà (LEGGI) con l’investitura del capoclan Pinuccio Trigila, è lui a gestire anche questo (redditizio) affare.

Giuliano ha diversi luogotenenti, su tutti i fratelli Aprile, Giuseppe, Giovanni e Claudio, da poco arrestati e rimessi in libertà a suon di feste e fuochi d’artificio (LEGGI).

IL “CASO” DELL’INCENDIO SOSPETTO: “O NOI O NESSUNO!”

Parcheggi, dicevamo, che valgono oro. Come ogni anno in primavera, poco prima della stagione estiva, gli Aprile – per conto di Giuliano e del clan – si recano da diversi proprietari terreni per “affittare” (l’eufemismo è d’obbligo) le loro proprietà e trasformarli in parcheggi.

Una famiglia, quest’anno, si è rifiutata di concedere, come accaduto invece nel corso delle precedenti stagioni estive, i propri terreni per gestire direttamente i parcheggi. Gli Aprile, al rifiuto della famiglia, li minacciano ed affermano “o noi o nessuno”.

Pochi giorni dopo, casualmente, la loro abitazione di campagna andò in fumo, avvolta in un misterioso incendio di origine dolosa.

Gli Aprile sono i “terminali” del clan, spregiudicati ed al soldo del capomafia Giuliano.

IL POST DI BENEDETTO CANNATA

Il 20 maggio del 2017, a testimonianza di quanto scriviamo, ecco il post pubblico di Benedetto Cannata:

Benedetto Cannata, già conosciuto dalle forze dell’Ordine e con un ruolo importante nell’operazione “Nemesi”, è un altro dei pregiudicati di Pachino. Nel post pubblicato Cannata mostra su Facebook il parcheggio di Marzamemi con una eloquente frase “finito”.

DALLA BUSSO ALLA DUSTY: LA MUSICA NON CAMBIA

Non solo parcheggi. A Pachino, come in buona parte della provincia di Siracusa, la gente (purtroppo) paga regolarmente il pizzo al clan. Fra questi da citare due episodi che abbiamo ricostruito, due incendi alle ditte che si sono avvicendate nella gestione della spazzatura in città: la Busso prima e la Dusty poi.

INCENDIO ALLA DITTA BUSSO

Il 12 aprile del 2014 la ditta Busso subisce nel corso della notte un grave episodio intimidatorio: tre mezzi vengono dati alle fiamme.

E’ Giuliano che, ancora una volta, ordina l’episodio intimidatorio e lo fa parlando con l’attuale consigliere comunale, Salvatore Spataro:

“ohu, sbrighiamoci a dargli il colpo, o stasera o domani subito il colpo”

E’ questo l’ordine del “capo”. E l’ordine del capo viene subito eseguito.

Ad eseguire l’azione intimidatoria è Corrado Lentinello insieme ad altro “carusi”, ovvero altri componenti del clan.

INCENDIO ALLA DITTA DUSTY

Va via la ditta Busso ed arriva a Pachino la ditta Dusty: cambiano i “musicisti” ma la musica rimane la stessa.

Esempio lampante è quello dell’incendio di automezzi della spazzatura Dusty.

Salvatore Giuliano gestisce gli affari del clan Trigila, ma non ha mai abbandonato gli antichi rapporti con il clan Cappello di Catania.

Ed è proprio la ricostruzione dell’incendio alla Dusty che fa comprendere questo continuo e forte rapporto con il clan Cappello.

L’intimidazione, infatti, è voluta dal clan Cappello che hanno appaltato la “cortesia” allo “zu Turi” Giuliano per un tentativo di estorsione (o per alcune assunzioni…) ed è eseguita materialmente da un “picciotto” di Giuliano.

D’altronde da quando è ritornato Giuliano, a Pachino, il territorio viene battuto centimetro per centimetro dagli uomini del clan ed anche parte della politica (come vedremo nel prossimo articolo), si sta drammaticamente piegando al volere del boss.

Infine un altro degli affari, voluti dal clan Cappello, è la creazione di sale scommesse, per il tramite di Giuliano e dello stesso “picciotto” che ha eseguito l’incendio alla Dusty.

LA GENTE DENUNCI

In questo lembo di terra la gente offre pochissima collaborazione alle forze dell’ordine, scoraggiata dalla convinzione che “tanto non cambia nulla”.

Eppure non è assolutamente così.

Come abbiamo scritto pochi giorni fa (LEGGI ARTICOLO) denunciare conviene e chi delinque, prima o poi, paga il proprio conto con la Giustizia.

E’ fondamentale denunciare e per chi ha paura di questi malacarne, sappia che è poco il tempo che hanno per delinquere. L’incessante lavoro delle forze dell’ordine e l’impulso della magistratura sta invertendo, inesorabilmente, il corso delle cose.

Però bisogna decidere da che parte stare, non nascondersi dietro la scusa del “non sapevo” e, appunto, denunciare!

2 COMMENTI

  1. Il consigliere Salvatore Spataro, già noto per altri fatti contro la pubblica amministrazione , ultimamente passato frale file dei consiglieri che appoggia il sindaco Bruno, che in consiglio non aveva la maggioranza.
    Sicuramente l’amministrazione Bruno si costituirà parte civile nei procedimenti penali contro la pubblica amministrazione in corso contro i consiglieri comunali Spataro ed Agricola.

  2. Salvatore sSataro, consigliere comunale di Pachino già noto per altri fatti contro la pubblica amministrazione, e passato nell’ultimo mese fra i consiglieri comunali che appoggiano il sindaco Bruno, che non aveva più la maggioranza in consiglio.
    Certamente l’amministrazione Bruno si costituira parte civile nei procedimenti in corso contri i consiglieri Spatore ed Agricola

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