Al tempo di facebook, twitter e linkedin anche la criminalità organizzata (ed i boss) diventano 2.0.
La Camorra, così come Cosa Nostra e la ‘Ndrangheta viaggiano on-line tranquillamente e su facebook si organizzano, danno ordini, minacciano e si auto promuovono.
Ed è così che selfie di boss, gruppi che ne difendono la libertà e gruppi pro criminalità organizzata, oltre ai profili fake, sono in costante aumento sul popolare social network.
E’ il caso, ad esempio, del boss Augusto La Torre, per anni capo indiscusso e temutissimo del clan che spadroneggiava a Mondragone, città litoranea in provincia di Caserta che, uscito dal carcere di Ferrara per un fine settimana di permesso premio, si fece immortalare dal figlio in una foto ricordo. In quella occasione il figlio corse a prendere il papà all’uscita dal penitenziario, scattando la foto e postandola subito su facebook.

Il “selfie della libertà” rimase su facebook meno di 24 ore, giusto il tempo necessario per riscuotere 230 “pollici all’insù” (like) e decine di messaggi di congratulazione, in tripudio per il “ritorno del masto”. C’è chi si congratulò per la “bella notizia” e chi si è compiaciuto perché “la tigre è tornata”, chi esclamava “finalmente”, mentre tutti auguravano al capo il “bentornato”. Tra i più entusiasti, ricorrono i nomi di famiglie strettamente legate al clan, uno dei più spietati della galassia dei casalesi.
Dalla Campania con la Camorra, ci spostiamo in Sicilia con Cosa Nostra.
E’ il caso del boss Gregorio Palazzotto arrestato nell’operazione Apocalisse. Gregorio Palazzotto, titolare di una ditta di traslochi, secondo gli investigatori sarebbe il capo della cosca dell’Arenella. Palazzotto, seppur in carcere, aveva aperto un profilo facebook (condiviso con la compagna) dal quale insultava i pentiti.
Nel diario del boss pubblico ci si imbatte in decine di foto con un unico claim: la condanna dei collaboratori di giustizia, e l’apprezzamento della “legge” dell’omertà, del “farsi i fatti propri”.
Molto gettonate frasi del tipo: “Non fanno paura le manette, ma chi per aprirle si mette a cantare“, e ancora “Odio le persone che non si fanno i cazzi propri“, “la lingua sparla quando brucia il culo”. Palazzotto, inoltre, inneggiava (con foto e link) all’indulto ed all’amnistia.
Sempre in Sicilia altri casi “eclatanti” sono due: il primo riguarda il capomafia di Scicli (Ragusa) che su facebook si definiva Franco Mormina (Monello) e che, fra amicizia “altolocate” di politici ed amministratori locali, pubblicava frasi contro le forze dell’ordine ed inneggianti al rispetto ed all’onore: “Volete la salute? Fatevi i cazzi vostri” oppure ancora frasi contro i politici “veri mafiosi”. (LEGGI L’ARTICOLO)
E poi c’è chi (foto giù) fa gli auguri a Mormina, seppur lo stesso è in regime di 41 bis in carcere, con frasi di rispetto.
Il Secondo è quello che riguarda Alessio Alesci (nella foto del profilo su facebook – LEGGI L’ARTICOLO DEI BOSS BARCELLONESI SU FACEBOOK), arrestato giovedì scorso (16 aprile 2015) perché ritenuto, dalla Dda di Messina, uno dei nuovi boss mafiosi del Clan di Barcellona Pozzo di Gotto. Alessio Alesci (insieme ad altri sodali) è molto spregiudicato su facebook, pubblicando frasi del tipo “dagli infami guardati sempre”, o ancora “il rispetto si guadagna da bambino e va curato quando sei grande”, oppure “meglio un amico delinquente che un carabiniere invadente”. E così via.
Per quanto concerne la ‘Ndrangheta, desta molta curiosità e scalpore la pagina aperta tempo fa ed inneggiate alla libertà di Vincenzo Perri. Il giovane Perri, oggi in carcere dopo un periodo di latitanza, è condannato per l’omicidio di Vincenzo Priolo. A commentare pubblicamente sulla pagina, fra gli altri, è proprio l’ex moglie di Vincenzo Priolo (e figlia del boss assassinato nel ragusano, Michele Brandimarte, per gli inquirenti legato alla famiglia Piromalli-Molè), Damiana Brandimarte. Solo che i commenti non difendono l’ex marito Priolo, bensì la Brandimarte commenta in difesa dell’omicida del proprio ex coniuge, affermando “come si può definire omicidio volontario quando un’uomo viene aggredito mentre va a lavorare? se la legge italiana non applica la LEGITTIMA DIFESA in tal caso.. mi kiedo quando sarà applicata” (niente di illegale, ma è testimonianza di come su facebook accada di tutto!).
Va detto infatti che, secondo le ricostruzioni degli inquirenti e la testimonianza del collaboratore di giustizia Arcangelo Furfaro (LEGGI L’ARTICOLO), Perri avrebbe ucciso Priolo la mattina del 2011 dopo una aggressione, il tutto sarebbe scaturito da quando Damiana Brandimarte, sposata con Vincenzo Priolo, abbandonò il tetto coniugale. Il pentito Furnaro racconta che Vincenzo Priolo (cognato di Girolamo Piromalli) chiese di riportargli sua moglie. Vincenzo Perri, però, si sarebbe rifiutato e da lì la sua vita sarebbe stata un inferno, così avrebbe avuto inizio la faida (poi scoppiata con l’omicidio del Priolo ad opera dello stesso Perri).
Ancora, i gruppi e le pagine inneggianti a boss o a Organizzazioni criminali. Tanti, tantissimi, quelli inneggianti a Cosa Nostra, Camorra e ‘Ndrangheta. Ma anche quelle dedicate direttamente ai boss non mancano. Esempio ne è il boss Valentino Gionta, capo dell’omonimo clan, oggi al 41 bis dopo l’arresto avvenuto l’8 giugno del 1985. Basta digitare il suo nome sulla finestra del proprio profilo social per scoprire le pagine a lui dedicate, più di dieci e molte con immagine di copertina quella del boss del film Fortàpasc con il quale Marco Risi racconta la storia del giornalista che infastidì i boss camorristi, Giancarlo Siani.
Infine non può mancare la mafia di Ostia e, in particolare, Roberto Spada, rampollo (secondo gli inquirenti) di una famiglia in odor di mafia sospettata di controllare buona parte del litorale romano ostiense. Il giovane Spada, con spacconeria, pubblica link con insulti (fra gli altri alla collega di Repubblica, Federica Angeli) “A NOI ER SORRISO NUN CE LO LEVA NESSUNO ……e seconda cosa dove vuoi mandarci AD AUSCHWISTZ!!!!!!!! esposito e la scrofa giornalaia annateve a fa na bella cacata insieme,e poi con le vostre feci lavateceve la faccia che magari ve ce improfumate……………………..”. Oppure ancora: “Gente che crede di essere l’ombelico del mondo…Ignorando invece di esse il buco del culo.”. O, per finire, foto di famiglia, con su scritto: “Visto che nun posso ride …linguacce da parte del mio clan”. Da notare, infine, i commenti alle foto ed i video di Spada mentre fa pugilato.