I regali di Pasqua a mafia e malaffare

Il 28 marzo il laboratorio politico del Governo ha confezionato un primo regalo alla mafia e al malaffare in occasione della Pasqua 2023. Con un doppio salto mortale legislativo la cosiddetta “riforma del sistema degli appalti” ha concretamente cancellato tutti quei principi di trasparenza, etica imprenditoriale e libera concorrenza nelle gare d’appalto, fino a 500.000 euro. “Ovviamente” , come direbbe la Presidente del Consiglio, le nuove norme tendono a semplificare e velocizzare gli appalti pubblici.
E infatti i principi essenziali dell’evidenza pubblica del bando di gara, la pubblicità delle imprese partecipanti, la possibilità di partecipare in regime di libera concorrenza (nel rispetto delle norme a tutela del lavoro) vengono meno per sancire il principio assoluto dell’affidamento diretto. Come è noto l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha segnalato che la “riforma” consentirà che il 93,3% dei lavori pubblici venga assegnato in via fiduciaria, o procedura nagoziata, senza bando di gara. Insomma con gli elenchi delle imprese fiduciarie si sancisce l’arbitrio quale anticamera della corruzione e del malaffare. Inoltre con i “subappalti a cascata“, senza alcun limite ai ribassi , si spalancano le porte al taglio dei costi di mano d’opera, ai materiali più scadenti , alle misure antinfortunistiche e quindi alla qualità complessiva delle opere. A fronte di queste osservazioni il Governo ha esternato la necessità della immediata rimozione del vertice dell’Autorità Anticorruzione.
Il secondo regalo pasquale è stato confezionato il 29 marzo. Con un accordo tra l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e consulenti del lavoro si è privatizzata tutta l’attività di controllo sui luoghi di lavoro. L’autonomia e l’indipendenza degli ispettori del lavoro, nonchè il ruolo di tutela della legalità e della salute dell’Inps e dell’Inail , perdono la loro funzione di soggetti “terzi”e autonomi rispetto ad eventuali interessi confliggenti delle imprese. Infatti i soggetti che svolgono attività di consulenza per le imprese potranno rilasciare una sorta di certificato di conformità , ovviamente dietro pagamento della prestazione professionale, che di fatto esonera da possibili ispezioni. Ma c’è di più. L’Ispettorato Nazionale del Lavoro dovrà sollecitare il personale ispettivo affinchè le verifiche siano effettuate in presenza dei consulenti. Quindi l’impresa andrà avvertita prima di una eventuale ispezione. Va da se che coloro che agiscono nella illegalità (lavoro nero, minorile, ecc.) avranno tutto il tempo per occultare ogni elemento in contrasto con le norme di legge e quindi agire impunemente.
Rispetto a questi regali pasquali non possiamo che concludere con le parole del giudice Bruno Giordano, magistrato di Cassazione già direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, “sdoganato il meccanismo che ferma i soldi pubblici in poche mani amiche e scarica verso il basso i costi della sicurezza sul lavoro”.

Gianfranco Motta

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Ha ricoperto per quattordici anni l’incarico di segretario provinciale della Confederazione Nazionale dell’Artigianato di Ragusa . Dal 1993 al 2000 presidente della Camera di Commercio e successivamente, fino al 2010, presidente del Consorzio dell’area Industriale. Nel 1994 è stato il primo presidente di una Camera di Commercio in Italia a costituirsi parte civile in un processo di mafia. Nel 2000 ha sottoscritto il primo protocollo di legalità sugli appalti in Sicilia. E’ tra i fondatori dell’associazione antiracket di Ragusa. Attualmente dirige il dipartimento sviluppo territoriale della CGIL di Ragusa. E’ volontario della Protezione Civile.

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