I sogni delle mamme: “L’arte deve creare ponti, non fazioni”

Quando le mamme crescono … vorrebbero che l’arte creasse ponti e non fazioni; vorrebbero che l’arte creasse contaminazioni e non selezioni.

Le madri comprendono che l’arte non è vanità; che l’arte non è chiusura; che l’arte ha molte forme condivisibili e non. L’arte può stare al di fuori degli schemi o perfettamente dentro. Tuttavia, dovrebbe racchiudere una libertà di pensiero, di espressione, di diversità, di emozione.

E poi , cosa fondamentale, l’arte dovrebbe arrivare a tutti e non a pochi eletti. Chi lavora nel campo artistico sa dare un valore all’arte, un valore morale ed economico, seguendo linee precise legate alla professionalità del mestiere. Fortunato chi può. Ma perché il sapere riconoscere l’arte segna i confini silenziosi dentro questa città ? Le mamme anche se avessero dieci figli saprebbero vedere in ognuno un talento diverso e fare uscire fuori il meglio che hanno, anche se fosse una briciola. Ed è la diversità dei talenti che crea ricchezza.

Non c’è un protagonista assoluto, eppure ciascuno dà. Quando le mamme crescono si accorgono del fatto che gli artisti, ( non tutti ), non hanno poi in grande considerazione la città di Modica: ognuno porta avanti i suoi progetti, rivendica i suoi finanziamenti, lavora “ a porte chiuse”.

Chissà se ho bisogno di un altro paio di occhiali ! Con questi vedo gli artisti di Modica muoversi come tante infinite parallele, mondi solitari che si sviluppano in maniera asfittica, destinati a consumarsi come una candela di cera che si scioglie su se stessa. Non mi pare che in questa città ci sia abbastanza contaminazione e comunicazione tra ciò che può essere definito artistico e tra gli artisti stessi. Che peccato ! Se gli schemi dell’arte che ogni artista si porta dietro, se i narcisismi vari, se la mania di prima donna si buttassero in fondo al mare che bagna le coste della nostra città, avremmo una costellazione di modi di illuminare l’arte che arriverebbe da Modica Alta fino alla Sorda e viceversa e perché no, fino a Frigintini, dato che anche quello è territorio Modicano. Invece abbiamo manifestazioni una a ridosso dell’altra in cui non c’è condivisione né dialogo, spuntano dal nulla progetti aperti a tutti i cittadini e ai turisti e ognuno coltiva il suo orticello. Che tristezza !

Eppure l’arte dovrebbe unire persone di ogni luogo, sesso, religione, fede politica. Ma forse gli artisti di questa città non hanno questo obiettivo. Voglio essere presuntuosa, anche perché questo è uno dei miei migliori difetti, quando dico che a volte si dovrebbe prendere esempio dalle mamme che, quando crescono , non lasciano indietro i figli meno capaci ma trovano uno spazio anche per loro; si dovrebbe prendere esempio dalle mamme, che quando crescono, imparano che da sole non si arriva in nessun posto e che è bello condividere per quanto ognuno abbia la propria idea.

Le mamme, quando crescono, sanno sempre che la guerra è una cosa inutile e che la pace è la prima cosa importante di cui ci si deve occupare, dentro la famiglia e fuori da essa.

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Donna, mamma, e lavoratrice precaria ( da 15 anni ) che ha visto nella maternità, nella relazione di coppia, nella precarietà sociale una strad infinita per crescere e guardare oltre il proprio confine personale. Nella sua vita si intersecano ogni giorno il racconto della storia di Modica e il racconto di fiabe per bambini, la cui fantasia, creatività, innocenza, grandezza va protetta ad ogni costo da una società, una scuola, una famiglia sempre più spesso distratta, impreparata, incapace di mettere al giusto posto le priorità.

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