Il capo della Polizia Franco Gabrielli a Vittoria: dal “patto” all’impegno di Borrometi

Il prefetto Franco Gabrielli, capo della Polizia e direttore generale di Pubblica sicurezza, ha presenziato a Vittoria, comune sciolto per mafia, alla sigla del “Patto per Vittoria sicura” sottoscritto dal Prefetto di Ragusa, Filippina Cocuzza e dal Prefetto Filippo Dispenza in rappresentanza della commissione prefettizia che governa la città. Non solo controlli ma anche politiche per favorire la cultura della legalità e la riqualificazione urbana. Un richiamo ai giovani in ogni momento della cerimonia, dalle parole del prefetto di Ragusa Filippina Cocuzza e del Questore Salvo La Rosa, dalla presidente dell’associazione antiracket Eliana Giudice, al capo della Polizia, Franco Gabrielli. “Oggi non è stato sottoscritto un pezzo di carta – ha dichiarato il capo della Polizia – ma è stata coinvolta una collettività rispetto ad un impegno che tutti prendiamo” Poi cita Montanelli che ebbe modo di dire che Dio dopo avere dato vita alle magnificenze del creato, per compensarle, creò gli italiani. “Ecco – ha detto Gabrielli – E’questo che penso della Sicilia, straordinaria per cultura bellezze naturali ed anche per la sua gente. Falcone, Borsellino, Giuliano, sono figli di questa terra a dimostrazione che è vero che il Padreterno ha dovuto creare alcuni siciliani per compensare bellezza e straordinarietà di questa terra ma ha creato anche tanti siciliani che hanno dimostrato la vera antimafia, l’hanno fatta per primi i siciliani”. La sicurezza strategica, economica e culturale, “è interessa di tutti i soggetti che compongono questa comunità. Vittoria è forse vittima della sua stessa ricchezza, snodi mercatali importanti e dove c’è denaro e profitto c’è chi immagina che denaro e profitto possano essere incamerati eludendo le regole. Il crimine non abbandonerà il genere umano. Bisogna renderlo fisiologicamente marginale”. I coniugi vittoriesi, Sciagura, hanno ottenuto un’onorificenza tributata dalla commissione prefettizia per l’alto valore civico del gesto che hanno compiuto: hanno messo a repentaglio la loro vita restando feriti nella collutazione, per aiutare due giovani carabinieri che erano stati accerchiati da un manipolo di pregiudicati e si trovavano in una situazione di gravissimo pericolo in piazza Senia a Vittoria, uno dei luoghi di spaccio, . Il colonnello Federico Reginato, assieme al direttore generale della Pubblica sicurezza, ha conferito alla coppia il riconoscimento dello Stato per il loro gesto. Più volte richiamato il lavoro di inchiesta del giornalista Paolo Borrometi, impegnato sul fronte della lotta alle mafie e che vive da anni sotto scorta proprio per le sue inchieste che hanno riguardato anche il territorio ipparino. Il primo richiamo, dal direttore di Rai Sicilia, Salvatore Cusimano, che ha intessuto i momenti dell’incontro: “Dello scempio che la mafia stava cercando di fare ne ha parlato Paolo Borrometi, minacciato costantemente, costretto a vivere lontano dalla sua terra. Ero tra i primi a giungere quando venne ucciso Libero Grassi e quando arrivai già c’erano delle battute su altri possibili moventi dell’omicidio: questo è il più terribile degli sfregi. Qualcosa di analogo ho sentito anche su Paolo. Chiedo di fare arrivare a lui il senso di solidarietà di questa comunità”. I giovani delle scuole hanno ricordato le parole di Borrometi in uno degli incontri che si sono svolti a Vittoria con il giornalista. Eva Rovetto e Gian Valerio Amato del liceo Mazzini hanno detto che è stata una “fortuna e un piacere conoscere Borrometi e ricordiamo ancora le sue parole forti: c’è bisogno di tanti cittadini che nella normalità del proprio impegno di indignino contro chi ci ha tolto gran parte del passato e vorrebbe toglierci anche il futuro”.

(FONTE: AGI)

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