Premesso che il risultato elettorale delle ultime amministrative è inequivocabile e non potrebbe mai essere messo in discussione senza compromettere il concetto stesso di democrazia, mi preme fare, però, qualche riflessione a margine, sul significato che qualcuno intende dare a questo voto.
Entro subito nel merito della questione dicendo che, secondo alcuni, il 64% dei consensi espressi per Abbate cancellerebbe ogni fatto e/o vicenda oggetto di denuncia (politica s’intende) avanzata da parte dell’opposizione, agendo come una sorta di sentenza insindacabile che chiarisce ogni cosa in merito all’operato di chi governa oggi la città.
Ebbene, chi la pensa in questo modo non si rende conto che, in democrazia, quanto più il giudizio dell’elettorato è sindacabile, appellabile e revocabile, attraverso lo strumento delle elezioni appunto, tanto più viene garantita la possibilità di giudicare, con reale cognizione, i risultati dell’azione politica di chi è chiamato a rappresentare il popolo. E non importa se, in un primo momento, l’elettorato ha espresso un giudizio positivo e poi, invece, si è ricreduto (o viceversa), perché questo possibile “revirement” dei cittadini è l’humus stesso sul quale si alimenta e si radica il fondamento inviolabile della democrazia.
Faccio un esempio concreto, così rendo il mio pensiero più chiaro: nel 2007 l’allora sindaco uscente Piero Torchi venne rieletto con il 66% dei consensi, pari ad oltre ventiduemila preferenze (un’enormità), ma poi, a distanza di poco più di otto mesi, non venne eletto all’ARS, anche a causa di alcuni ripensamenti che, nel frattempo, i modicani avevano avuto rispetto al suo operato amministrativo (ad es. in materia di gestione finanziaria).
Questa è una dinamica assolutamente normale e tipica delle democrazie c.d. evolute.
Per questo motivo e dati questi precedenti, io credo che il 64% dei consensi appena espressi dai modicani in favore del sindaco uscente non costituisca un colpo di spugna sulle tante responsabilità politiche (e non solo politiche) di cui egli sarà chiamato, prima o poi, a rispondere.
Il consenso elettorale non cancella l’enorme massa di debiti contratti dal Comune durante l’attuale gestione amministrativa, come non cancella le violazioni del piano di riequilibrio, la cui reiterazione verrà presto accertata dalla sezione palermitana della Corte dei Conti, con tutte le conseguenze del caso. Ed ancora, il consenso elettorale non cancella le violazioni commesse in materia di ordine dei pagamenti, le contiguità politiche, denunciate da Poidomani, tra il sindaco e il gruppo Zaccaria, già titolare della convenzione sul Cimitero e adesso interessato a privatizzare, di fatto, la gestione dell’acqua (contiguità oggi sempre più consolidate anche dalla presenza di un neo-consigliere comunale, che si dice essere strettamente legato al gruppo economico modicano citato, tra le fila della maggioranza abbatiana).
Il Consenso elettorale non cancella le inefficienze del servizio urbano dei rifiuti, soprattutto in materia di differenziata, come non cancella la mancata assunzione di iniziative politiche di ampio respiro in materia di viabilità e di ecosostenibilità.
Il consenso elettorale non cancella la mancata attuazione del PRG (oggi Modica è una grande zona agricola) né la mancanza di azioni finalizzate alla riqualificazione del centro storico, l’isolamento di Modica Alta da ogni percorso turistico e di sviluppo, i danni ambientali causati da una gestione malsana del depuratore comunale, così come non cancella gli atti compiuti dall’amministrazione nelle ore precedenti il voto e che, io ritengo, debbano passare al vaglio chiarificatore della magistratura (sebbene mi rendo conto che la c.d. “questione morale” non abbia molto appeal sui modicani).
Insomma, ripeto, il consenso non è un colpo spugna che, passato su cinque anni di amministrazione, può cancellare le tante evidenze critiche sollevate nella scorsa legislatura e ricordate in campagna elettorale.
Molto più semplicemente, l’inequivocabile e indiscussa fiducia nei confronti dell’attuale amministrazione verrà naturalmente messa alla prova dei fatti e potrà sempre essere revocata, tanto repentinamente e con la stessa forza con cui è stata concessa.
Ed allora, piuttosto che dire: “abbiamo vinto, adesso statevene zitti”, cosa che peraltro dimostra anche una certa inciviltà politica, invito certi commentatori a vigilare e a spronare l’amministrazione, perché corregga gli errori commessi durante questi cinque anni, errori che ci sono, sono pure tanti, le cui responsabilità politiche verranno pagate da chi tali errori ha commesso ma i cui effetti pratici e persistenti ricadranno sulle spalle dei nostri figli…e questo ultimo aspetto mi dispiace sicuramente molto, molto di più…