Il Consiglio Comunale di Modica? L’Isola che non c’è…

Alla fine, fortunatamente per tutti noi, il Consiglio Comunale di Modica ha approvato la rimodulazione del piano di riequilibrio, dopo un rocambolesco susseguirsi di rinvii e aggiornamenti della seduta e solo dopo che l’Amministrazione, per ottenere il parere favorevole dei Revisori dei Conti, ha corretto le previsioni di entrata.

L’opposizione consiliare ha espresso voto di astensione così motivando questa scelta: “Dimostriamo la ferma volontà di scongiurare il dissesto finanziario, ma anche la contemporanea presa di distanza da un’azione politica inadeguata e priva di organicità e consistenza. I documenti del piano di riequilibrio e il parere dei revisori contabili ci sono pervenuti solo a consiglio iniziato: perciò non ci è stato possibile esaminare il documento con un tempo congruo. Inoltre la prima stesura del piano non ha avuto un parere favorevole dei revisori contabili, che è arrivato solo alla seconda stesura, abbassando l’entrata dell’IMU da 12,3 a 7,7 milioni, come avevamo detto che bisognava fare già in fase di bilancio di previsione”.

Intanto, giorno 29 gennaio, la Giunta sarà a Palermo per un’audizione davanti alla Corte dei Conti dal cui esito dipendono le sorti finanziarie del Comune di Modica. Speriamo bene.

Questi, in breve, i fatti di cronaca. Ma quali le valutazioni politiche?

Tralasciate le scomposte affermazioni dell’assessore Giannone sul piano di riequilibrio approvato nella scorsa legislatura, definito presuntuosamente “un’accozzaglia di numeri”, mi pare più significativo sottolineare l’ormai consolidata prassi della Giunta Abbate di portare in Consiglio Comunale atti incompleti o con enorme ritardo. Questa circostanza ha grande valenza politica perché di fatto finisce per mutilare il Consiglio Comunale di una delle sue prerogative fondamentali, che è quella di discutere, con cognizione di causa, in merito agli atti oggetto di deliberazione e di formulare le opportune osservazioni e proposte di modifica.

Da un punto di vista politico, quindi, mi pare che il Sindaco abbia assunto un atteggiamento di estrema sufficienza verso l’istituzione consiliare, forse perché erroneamente la ritiene un’appendice dell’amministrazione o forse perché anche Ignazio, pur essendo “Uno e Uno Solo”, può avere momenti di incertezza sul suo stesso operato e, quindi, può essere tentato di fuggire dalle osservazioni critiche dell’opposizione e dal dibattito all’interno all’assise cittadina, presentando gli atti di giunta, con i relativi allegati, incompleti o con estremo ritardo ed impedendo, così, ai consiglieri comunali di studiare gli atti, formarsi un’adeguata opinione e di svolgere le opportune valutazioni di voto.

In questo modo, però, il Sindaco Abbate fa, anche inconsapevolmente, un torto politico  non solo all’opposizione e non tanto ai suoi stessi consiglieri di maggioranza, esponendoli inutilmente ai rischi di un appiattimento acritico rispetto a scelte amministrative potenzialmente fallibili, quanto, piuttosto, alla città stessa, perché derubricando i lavori consiliari ad una mera presa d’atto dell’attività di Giunta, sta determinando un grave vulnus alla democrazia cittadina, ormai relegata ad orpello formale di un Sindaco che ha dimostrato, in più di una occasione, di non tollerare pensieri altri dal suo.

Mi chiedo come mai il Presidente del Consiglio Comunale, Roberto Garaffa, che è persona notoriamente saggia ed assai  rispettosa dei principi della democrazia, abbia potuto accettare (e continui ad accettare) senza batter ciglio le modalità assai insolite e fortemente criticabili con cui Abbate si pone nei confronti della massima assise cittadina.

Mi chiedo come i consiglieri di maggioranza possano “dormire” tra gli scranni dell’aula consiliare, approvando pedissequamente gli atti proposti dall’amministrazione, senza formulare osservazioni o avanzare correzioni, senza porre e porsi interrogativi in ordine al loro ruolo istituzionale e al compito di salvaguardia democratica che essi sono stati chiamati a garantire dal popolo sovrano e non dal primo cittadino.

Ecco, credo che il fatto politico più rilevante di questo primo semestre di legislatura risieda proprio nella destituzione, di fatto, da parte della Giunta, attraverso singolari protocolli di interlocuzione istituzionale, delle prerogative politiche e democratiche del Consiglio Comunale.

Mi auguro che la politica modicana tutta, le associazioni, i partiti, i movimenti, i singoli cittadini, i consiglieri, abbiano un moto di orgoglio e tornino a pretendere il dibattito democratico sulle scelte del Sindaco e dei suoi assessori, a porre e porsi domande, perché una città che non parla, che non discute, che non si confronta, che non si interroga, è come una famiglia soggiogata dal silenzio, una famiglia che non affronta i suoi problemi, una famiglia non libera, una famiglia nella quale la vera felicità non appartiene a tutti, ma resta il privilegio di uno…e uno solo…

2 COMMENTI

  1. Analisi serena, oggettiva ed obiettiva, non viziata dal condizionamento che deriva dall’essere distante da certi modi di concepire l’amministrazione d’un ente locale, ma dalla voglia di esternare il proprio pensiero con la libertà di chi vuole avere voce relativamente alla realtà in cui vive, spesso,purtroppo ,violentata dall’incompetenza e dall’arroganza di chi guarda al proprio protagonismo piuttosto che alla regolarità delle procedure ed agli interessi della collettività.
    Se a Modica,sebbene città ricca di menti pensanti, si fosse in tanti ad avere il giudizio critico, fondato sui fatti e non piuttosto sul ruffianismo di convenienza, quasi certamente vivremmo con maggiore rispetto da parte di chi sale sul trono del potere che offusca le menti ed agisce con arroganza e presunzione a dispetto dei diritti degli amministrati.
    Ma molti, purtroppo, hanno perso la buona abitudine all’analisi dei fatti amministrativi, talvolta perché schiavizzati da quel compromesso elettore/eletto che rende sordomuti, altre volte perché convinti erroneamente che i problemi che riguardano anche noi, debbano essere gli altri a risolverli, ed invece basterebbe pensare che ciascuno è artefice del proprio destino.
    Dietro le quinte però, siamo tutti degli ottimi critici !

  2. Gentile Antonio Ruta, sento il dovere di ringraziarLa per le parole di apprezzamento nei miei confronti e soprattutto per la critica verso il mio poco incisivo operato, nel ruolo di Garante del corretto funzionamento dell’Assemblea Consiliare. Ricordo a me stesso che il Consiglio Comunale rappresenta la Massima Espressione Democratica della Città e quindi, quando arrivano legittime critiche indirizzate al sottoscritto, io ne sento tutto il peso e mi pongo il problema su come intervenire per garantire al meglio il funzionamento democratico della massima Assise. Nel caso specifico dell’Assemblea scorsa, io ho sollecitato, per iscritto, il Sindaco ed il Segretario Generale, affinché fossero depositati, in tempo utile, gli atti relativi al piano di riequilibrio. Appena arrivati, li ho messi immediatamente a disposizione dei consiglieri ed ho convocato il Consiglio. Se avessi aspettato il parere dei revisori, avrei seriamente messo a rischio dissesto Modica, visto che, in quel momento, la scadenza per la presentazione del Piano non era stata prorogata a 90 giorni. Il parere dei revisori è arrivato in aula all’ultimo momento (spero vivamente non succeda più) ed alla richiesta di un consigliere di rinviare la seduta, seguita dalla richiesta di un’altro di non rinviare, io ho proceduto nell’unico modo concessomi dal regolamento e cioè, mettere ai voti le richieste. Il resto è storia…. Avrei potuto non convocare il Consiglio senza il parere ma, non me la sono sentita di rischiare il dissesto. Comunque, La ringrazio ancora, io sono fortemente convinto che la Democrazia esiste e resiste solo in una comunità attenta, vigile, informata e pienamente consapevole del ruolo di promotore e controllore nei confronti degli operatori politici. Ciò al fine di perseguire il massimo Bene Comune. Grazie ancora

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