In questi giorni, segnati dalla tragedia di Vittoria, ho voluto dare un’occhiata alle pagine facebook di alcuni miei contatti da più lunga data.
Persone note, per gli incarichi ricoperti in passato e comuni cittadini dotati di certe sensibilità per i temi sociali, culturali, ambientali e politici di rilievo locale e nazionale.
Il mio punto di vista sulla morte dei piccoli Simone e Alessio é ben noto e le centinaia di commenti e condivisioni in merito mi confermano che molte persone non considerano quell’episodio un tragico incidente. Si è trattato di una scorribanda criminale di stampo mafioso dall’esito prevedibile.
Eppure c’è qualcosa che non va. Ai fiumi di lacrime delle prime ore sono seguite soltanto poche parole di indignazione e soprattutto inquietanti, più che assordanti, silenzi di molti opinionisti. Quelle stesse persone pronte a dissertare , anche sul colore di una fioriera in una piazza, si sono tenute alla larga di qualsiasi analisi sul contesto complessivo che vive Vittoria come tutta la Sicilia.
Inoltre è amaro constatare che il triste avvenimento della morte di un grande scrittore ,e la opportunità di celebrarne l’ opera, abbia posto in secondo piano la esigenza , ancor più rilevante, di analizzare il quadro ambientale nel quale è maturata la strage dei due piccoli innocenti..
Insomma subito dopo l’accorata esortazione del Vescovo e le considerazioni, niente affatto di circostanza dei vertici scolastici, durante i due funerali, gli intellettuali , i soggetti della cultura del nostro territorio dov’erano ?!
Un enorme fiume di lacrime, come è giusto che fosse, ha attraversato questa nostra provincia. Anche il fiume più grande se sfocia nel pantano del silenzio con il tempo si sarà prosciugato per fare posto al deserto della rassegnazione.
Gianfranco Motta